E’ crisi profonda nel settore dell’edilizia in Abruzzo: nel terzo trimestre del 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011, ha registrato una diminuzione delle imprese artigiane nell’edilizia del – 4%, il trend peggiore a livello nazionale. Una riduzione significativa che arriva dopo un triennio che aveva fatto registrare un aumento dell’occupazione del +7,6%.
A rilevarlo è un rapporto Anaepa-Confartigianato che sottolinea anche le pesanti ripercussioni su occupazione e produzione nel settore artigiano, comparto che rappresenta la fetta più consistente del settore costruzioni con circa il 59,2% delle imprese.
Segno meno per tutte e quattro le province abruzzesi, anche se la provincia che ha accusato maggiormente la crisi è stata Teramo, con una flessione del -6,6% , seguita da L’Aquila (-4, 1) % e Pescara (–3,8%). La provincia in cui si è registrato il dato meno “allarmante”, infine, è Chieti (-1,5% ).
Dal rapporto emerge anche che le imprese edili sono strette in una morsa fatta di tempi di pagamento sempre più lunghi e soffocate da scarso credito bancario. A novembre 2012 lo stock di credito erogato alle aziende delle costruzioni è stato del 7,6% rispetto a novembre 2011. E i tempi di pagamento da parte dei committenti pubblici e privati si attestano su una media di 180 giorni, vale a dire 115 giorni in più rispetto alla media dei Paesi europei.
Una crisi che attanaglia anche le famiglie: il mercato immobiliare abruzzese è sempre più in crisi. Basti considerare il costo dei mutui casa che, rileva Confartigianato, nel nostro Paese è più caro rispetto alla media europea.
“La situazione è drammatica” afferma il presidente di Confartigianato Abruzzo, Angelo Taffo. “In Italia sono 81mila i posti di lavoro persi nel settore lo scorso anno, un dramma che è paragonabile a 72 Ilva di Taranto o 450 Alcoa, un dramma che però si consuma nell’indifferenza e nel silenzio. L’edilizia è un settore trainante dell’economia e non si può continuare a far finta di niente. L’ Abruzzo è maglia nera d’Italia nonostante ci sia un’intera città capoluogo da ricostruire e 56 comuni del cratere sismico da rimettere in piedi. Al settore servono subito agevolazioni fiscali, pagamenti arretrati della pubblica amministrazione e disponibilità di risorse”.