Incontro a Pescara sul ‘porcellum’

Provincia_palazzoPescara. Si è svolta ieri pomeriggio nella Sala Figlia di Iorio del Palazzo della Provincia di Pescara, in Piazza Italia, un incontro pubblico nel quale si è parlato della legge elettorale, cosiddetta “porcellum”, attualmente in vigore.

Sono intervenuti tra gli altri Enrico Di Giuseppantonio, Presidente della Provincia di Chieti, Antonio Menna, Capogruppo Udc in Consiglio Regionale, Rodolfo De Laurentiis, sindaci e amministratori di province e enti locali. Nel corso dell’affollato convegno vi è stato un ampio e articolato dibattito dove tutti gli intervenuti hanno convenuto e ribadito circa la necessità di modificare in maniera sostanziale l’attuale legge elettorale che mostra evidenti negatività, in primis l’impossibilità da parte dei cittadini elettori di scegliere direttamente i parlamentari, nominati invece dalle segreterie dei partiti. La presenza di esponenti provenienti da diverse aree politiche ha reso ancor più evidente l’esigenza diffusa di una riforma radicale del “porcellum”, che ha contribuito non poco ad allontanare gli italiani dalla politica e a creare un vulnus nella democrazia del nostro Paese.

“In questi anni abbiamo constatato che non vi è stato un legame solido tra i parlamentari e le comunità che li hanno eletti – nota Enrico Di Giuseppantonio, Presidente della Provincia di Chieti – Le vicende hanno dimostrato ampiamente che troppo spesso tali parlamentari sono stati più impegnati nel rispettare i diktat imposti dai partiti che nel portare a Roma le esigenze dei territori di cui dovrebbero essere espressione. Per questo chiedo a tutti i candidati abruzzesi al Parlamento di impegnarsi a intervenire per riformare la legge, a beneficio dei cittadini affinché possano tornare a pieno diritto al centro del dibattito politico, ormai privo di interesse per la collettività”.

E’ stata infine confermata l’intenzione di porre in essere iniziative concrete e condivise per riconsegnare ai territori quel ruolo da protagonista nello scenario politico nazionale, ormai scippato dalle oligarchie dei partiti e dei vertici romani.

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