E’ quanto dichiara, con grande soddisfazione, l’assessore regionale alle Politiche Agricole Mauro Febbo commentando l’entrata in vigore della Legge salva-olio che è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale di ieri.
“Un provvedimento – spiega Febbo – a tutela delle produzioni Made in Italy che stabilisce le ‘Norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini’. Un testo che avevo presentato, in qualità di coordinatore degli assessori all’Agricoltura del centro-sud, insieme al presidente di Unaprol (Consorzio Olivicolo italiano), Massimo Gargano in occasione del SOL 2012. Si tratta di un importante strumento, molto atteso da tutto il comparto, per affrontare la nuova sfida sul piano della trasparenza e della tutela del reddito delle imprese olivicole e può rappresentare una reale opportunità le produzioni di qualità”.
Tra le novità stabilite dalla nuova Legge ci sono l’introduzione in etichetta del termine minimo di conservazione a 18 mesi dalla data di imbottigliamento, il riconoscimento di nuovi parametri e metodi di controllo qualitativo che consentano di smascherare le frodi sull’extravergine, la fissazione di sanzioni in caso di scorretta presentazione degli oli di oliva nei pubblici esercizi, l’estensione del reato di contraffazione di indicazioni geografiche a chi fornisce in etichetta informazioni non veritiere sull’origine, l’introduzione di sanzioni aggiuntive come l’interdizione da attività pubblicitarie per spot ingannevoli e il rafforzamento dei metodi investigativi.
“L’Assessorato regionale alle Politiche Agricole – sottolinea Febbo – è da sempre sensibile a questi aspetti e ha sempre combattuto il proliferare di frodi e inganni, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione come Testi di Legge specifici e le Misure del Programma di Sviluppo Rurale. L’obiettivo principale è tutelare sia le produzioni locali sia i consumatori con particolare attenzione alla tracciabilità dei prodotti che consumiamo. E’ importante sottolineare che grazie alla Legge appena varata sarà possibile smascherare le numerose anomalie di un mercato dove alcuni oli sono venduti a prezzi che non coprono neanche i costi di raccolta delle olive in Italia ma con etichette che riportano la bandiera tricolore. Si configura in questo modo un danno gravissimo per un Paese, e per una regione come la nostra, in cui l’olio di oliva è praticamente presente sulle tavole di tutti. Se il nostro Paese è il secondo produttore mondiale, l’Abruzzo, con una quota del 4%, si sta ritagliando un ruolo sempre più rilevante anche a livello internazionale, potendo vantare tre zone con denominazione Dop: Aprutino Pescarese, Colline Teatine e Petruziano delle Colline Teramane. La produzione regionale si attesta mediamente su circa 220.000 quintali di cui quasi il 50% arriva dall’area chietina. Sono ventisei le varietà di ulivo presenti sul nostro territorio, che producono di conseguenza una molteplice diversità di oli per soddisfare i diversi gusti dei consumatori ed avere in cucina il miglior principe dei condimenti per esaltare la preparazione dei vari piatti”.
“Le imprese olivicole italiane – conclude l’Assessore regionale – hanno bisogno di recuperare come elemento di competitività il legame con il territorio e l’origine certa del prodotto: un binomio imprescindibile che va difeso e tutelato in tutte le sedi. Ecco perché abbiamo accolto con grande favore l’approvazione della Legge ‘salva-olio’ che difende anche le nostre imprese offrendo loro l’opportunità di alimentare la catena del valore intorno ad un prodotto simbolo del ‘made in Abruzzo’ nel mondo ed ai consumatori di fare acquisti consapevoli”.