Nascono i Fratelli d’Italia abruzzesi: Gatti, Ricciuti e Di Matteo con la Meloni

fratelliditaliaPescara. Nonostante l’assenza dell’onorevole Meloni, si è costituito ufficialmente oggi il gruppo interno al consiglio regionale di Fratelli d’Italia, costola del Pdl fondata dalla giovane ex ministro. Gatti, Ricciuti e Di Matteo i tre abruzzesi che abbandonano la sponda berlusconiana.

La composizione delle liste, in vista delle elezioni di febbraio, hanno tenuto impegnata e quindi impedito a Giorgia Meloni di essere stamani a Pescara per ufficializzare la nascita del gruppo regionale di Fratelli d’Italia, nuova costola pidiellina fondata dell’ex ministro della Gioventù con La Russa e Crosetto. Saranno l’assessore regionale alle Politiche sociali Paolo Gatti e i consiglieri Luca Ricciuti ed Emiliano Di Matteo ad abbandonare la sponda berlusconiana dell’Emiciclo, ‘battezzati’ oggi in conferenza stampa dal deputato Marco Marsilio. Affiancato anche da Antonio Tavani, vice presidente della Provincia di Chieti, Marsilio ha accolto l’adesione dei tre al movimento come “L’ingresso di persone di spessore e valore”. “Loro rompono il ghiaccio anche in Abruzzo”, ha aggiunto il fedelissimo meloniano, “e molti si stanno avvicinando e cercheranno di capire”.

Un allontanamento quasi scontato per Gatti, critico nei confronti della “scarsa concretezza del programma del Pdl” già da 3 anni e definitivamente irritato dal ritardo nella composizione delle liste da parte del Cavaliere ridisceso in campo, oltre che dalla mancata scelta per le primarie. “E’ una scelta di coraggio”, la giudica lo stesso assessore, “ma la facciamo senza rimpianti. Avremmo potuto scegliere una strada più comoda o di opportunismo ma non lo abbiamo fatto e non ci sono dubbi sulla nostra permanenza in questa metà del campo, cioè nel centrodestra”. Pronto a confermare la totale fiducia al programma del governo regionale di Chiodi (dal quale ha incassato i migliori auguri), Gatti apre le porte “ai tanti delusi del Pdl, e sono milioni”, ha commentato, “offrendo una diversità che passa attraverso i nomi inseriti nelle liste, non i simboli”.” Per ora partiamo in tre, e ci sono molti interessati su tutto il territorio regionale ma per entrare bisogna essere convinti al 100 per cento”, avverte fin da subito.

“L’obiettivo di una maggiore tranquillità e serenità, senza condizionamenti di qualsiasi natura”, motivano la scelta di Ricciuti, mentre i principi di “coerenza, speranza ed entusiasmo, per restare in un centrodestra che deve rinnovarsi”, giustificano l’adesione a Fratelli d’Italia di Di Matteo, che ha precisato: “Noi ampliamo l’offerta del centrodestra e non siamo la riedizione di nulla, né di An né di Fi”. Il rinnovamento resta la spinta anche per Tavani: “Gli uomini e le donne di Fratelli d’Italia”, ha detto, “hanno la responsabilità di convincere il popolo del centrodestra che ci può essere un centrodestra nuovo”.

MARSILIO E TESTA: NO LISTE ROMANE

“Chi rappresenterà l’Abruzzo a Roma sarà scelto dall’Abruzzo e non da Roma”. Le parole del deputato Marco Marsilio, che descrivono le intenzioni elettorali di Fratelli d’Italia, vengono condivise anche da uno dei capisaldi dell’amministrazione pidiellina abruzzese. Guerino Testa, presidente della Provincia di Pescara, giovane berlusconiano di lungo corso sembra vacillare sulla sua permanenza all’ombra del Cavaliere proprio a causa della questione elettorale. “Non ci nascondiamo dietro un dito”, esordisce col botto in una nota, “il Pdl si presenta alle elezioni politiche con tanti segni meno: il consenso non è più quello di una volta, gli addii sono stati numerosi, e il disinteresse per la politica è palpabile tra i cittadini. E’ per questi motivi”, esorta Testa, “che il Pdl deve cogliere al volo la grande opportunità di rinnovamento che l’imminente tornata elettorale porta con sé”.

Testa come Renzi, invoca la “rottamazione: “In queste ore, il Popolo delle Libertà sta mettendo a punto le liste per le elezioni politiche e mi auguro”, prosegue la nota del presidente della Provincia pescarese, “che in questa occasione dimostri di essere un partito aperto a nuove idee e nuovi nomi, in grado di rappresentare a Roma le istanze del territorio, prima tra tutti quello Pescarese che rappresenta il motore economico della regione”. “Temo con terrore”, insiste Testa, “che accadrà esattamente il contrario: in lista potrebbero finire i soliti noti che vengono riproposti sic et simpliciter dalle stanze romane come se negli ultimi anni in Italia non fosse accaduto assolutamente nulla. Ma l’Italia è cambiata profondamente, i cittadini chiedono forze e voci nuove per risollevare il Paese, sollecitano un ricambio per ricominciare a credere in un partito la cui identità è andata via via sbiadendo”.

Un altro tassello che si stacca dal mosaico del Pdl? O un’ambizione che si appalesa? “Io credo ancora nel Pdl in maniera assoluta”, ribatte il giovane amministratore provinciale, “ e mi permetto di riflettere a voce alta non perché ambisca ad una mia candidatura o per portare avanti gli interessi di uno piuttosto che di un altro. Anzi. Sono convinto che ci siano parlamentari validi da riproporre ma nello stesso tempo mi faccio portavoce del malcontento cittadino che registro quotidianamente rispetto ad un partito che deve cambiare pagina e affidarsi a politici che non hanno nulla a che fare con il passato e le sue logiche”. Una risposta poco chiara, quasi più una stoccata rivolta ai vertici abruzzesi del Partito delle libertà: “Nella composizione delle liste, prima di far prevalere i criteri romani”, conclude Testa, “è bene che il coordinamento regionale del Pdl elabori una proposta guardando non solo agli uscenti ma anche alle migliori energie delle quattro province abruzzesi. E’ un passaggio ineludibile, considerato che negli ultimi mesi abbiamo già perso altre occasioni preziose, dalla nuova legge elettorale (che non c’è) alle primarie (mai fatte). Il pericolo di oggi è che le liste siano figlie solo di vecchie logiche, e a quel punto scatterebbe il disimpegno di molti rappresentanti di partito. Meglio evitarlo”.

 

Foto: Ansa


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