L’Abruzzo chiude le porte al circo con animali esotici

circo_tendoneUna vittoria storica. Così Walter Caporale, capogruppo regionale dei Verdi, definisce l’approvazione della risoluzione che impegna la Giunta Regionale a vietare l’uso di animali esotici nei circhi che fanno tappa in Abruzzo.

La risoluzione, approvata ieri, è stata presentata dai Verdi e da Riccardo Chiavaroli (Pdl). Nello specifico, impegna la Giunta Regionale a “porre in essere azioni volte a contrastare l’utilizzo delle specie animali richiamate dalla Commissione Scientifica per l’applicazione della Convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione nell’attività circense, attraverso l’emanazione di una Deliberazione che recepisca le linee guida della Commissione e attraverso il coinvolgimento dei Comuni Abruzzesi nell’emanazione di appositi regolamenti per vietare l’attendamento di circhi e mostre viaggianti con esemplari delle seguenti specie: primati, delfini, lupi, orsi, grandi felini, foche, elefanti, rinoceronti, ippopotami, giraffe, rapaci”.

“Si tratta di un piccolo, grande risultato” commentano Caporale e Chiavaroli “che pone l’Abruzzo all’avanguardia nella tutela degli animali selvatici. Oggi i circhi con animali sopravvivono soltanto grazie ai finanziamenti pubblici (ben sei milioni e 300.000 euro nel solo 2012, nonostante i tagli ai disabili, alla Sanità, all’assistenza domiciliare!), mentre cresce il successo degli oltre 20 tendoni itineranti del Cirque du Soleil, il circo senza animali più bello del mondo (di nuovo in Italia il prossimo febbraio). Sono già numerosi i Comuni italiani (Bologna, Parma, San Lazzaro) che hanno vietato l’attendamento dei circhi con animali. Da oggi, i Comuni abruzzesi, come quelli dell’Emilia Romagna, saranno obbligati a far rispettare questo divieto a tutti quei circhi che vorranno attendarsi: gli animali esotici non potranno essere utilizzati per gli spettacoli! Chiediamo ai Sindaci, agli Amministratori locali, alle Forze dell’Ordine, al Corpo Forestale dello Stato, di vigilare per la rigorosa applicazione della Risoluzione regionale”.

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