Questa la denuncia sollevata dai consiglieri regionali di Forza Italia Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri durante la conferenza stampa. “Il Documento – sottolineano Febbo e Sospiri – parte dall’analisi dei dati che non trovano riscontro nella realtà abruzzese che vive ancora una recessione con una economia lenta ed in affanno. Infatti, si parte dal decremento della popolazione che viene incredibilmente ignorato ai dati economici finanziari che vengono riportati con segni positivi ma che invece risultano clamorosamente smentiti dai maggiori istituti (indipendenti) nazionali e regionali. Purtroppo in questi 40 mesi di governo di D’Alfonso& C. la Regione Abruzzo è in controtendenza rispetto alla fievole crescita nazionale, soprattutto se riferito al centro sud sia sul Pil del +1,8 mentre secondo l’economista Ronci l’Abruzzo è solo dello +0,2%, per lo Svimez addirittura negativo -0.2%. Cosi come per l’occupazione il DEFR indica un +1,2% di occupati in aumento, dato nazionale +2,67, mentre il dato indicato da Ronci è del – 3,11%, quello Svimez addirittura -5%. Anche in questo caso dato peggiore in Italia e lo stesso dicasi per tutti gli indici che vanno dalla disoccupazione, all’export, all’agricoltura, all’industria, ai servizi e alle costruzioni.
Il Documento non indica prospettive e soluzioni rispetto agli argomenti esaminati che precede il bilancio di previsione 2018/2020. Non viene affrontato il capitolo del passaggio delle funzioni alle Province con particolare riferimento alla situazione del Corpo della Polizia Provinciale lasciato nella più totale disorganizzazione. I risultati di ciò sono ampiamente riscontrabili dal dramma degli incendi della scorsa estate e della mancanza totale del controllo ambientale. Così come nulla viene evidenziato circa le nuove disposizioni contenute nel Decreto Madia sulle tante partecipate della Regione Abruzzo. Lasciando nel limbo il personale (in esubero) che dovrebbe essere invece ricollocato in altri Enti. Dipendenti come quelli dei Centri di Ricerca, Abruzzo Italia Sviluppo e della Fira sulla cui definizione in house e/o riconoscimento in Banca regionale (certificazione 106) nulla viene ancora fatto mentre si individua nella mancanza di accesso al credito l’ elemento di particolarmente criticità e non si indica nella Finanaziaria regionale lo strumento idoneo alla crescita.
Si esalta nuovamente la bufala la norma Abruzzo quella cioè che spalma il debito in 20 anni mentendo spudoratamente sull’origine della norma richiesta in sede di Conferenza Stato Regioni da ben nove Regioni tra cui l’Abruzzo. Richiesta che prevedeva inizialmente ipotesi trentennale poi ridotta venti e valida non solo per tutte le altre Regioni.
Si parla ancora Ten- T sottacendo l’incontro di metà ottobre a Bruxelles con il Commissario Corina Cretu che ha rinviato il tutto al 2023.
In Europa e in Italia uno strumento per il rilancio per le aree deboli e svantaggiato viene indicato attraverso le ZES (Zone Economiche Speciali) recepite anche dal Governo nazionale. Nel documento a pagina a 37 solo tre righe per nascondere la drammatica realtà ovvero che tutte le altre Regioni (Campania, Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia) hanno già individuato e comunicato le proprie aree, mentre l’Abruzzo solo chiacchiere e spot.
Sul Documento si tace su cultura e turismo. D’altronde non può essere diversamente visto i gravi risultati. Al 18 novembre, nel bilancio 2017 i fondi per la cultura sono pari a ZERO!!! mentre si parla di recupero del ‘patrimonio culturale’ (pag 64) facendo però riferimento ai 18 progetti e ai fondi della passata programmazione FAS-FSC 2007-2013. Fondi che attendono di essere rendicontati mentre stiamo andando in anticipazione di cassa creando altro danno al già malconcio bilancio regionale. Sul turismo, dopo che per tre anni la delega è stata tenuta dal Presidente e quindi non è stato fatto nulla, non vengono riportate, come accadeva negli anni precedenti, i dati sulle presenze che come denunciano, Confcommercio e Confesercenti sono dati estremamente negativi, purtroppo. Assistiamo alle solite enunciazioni del nulla con “Regione Facilissima” ma l’unico atto prodotto è la DGR 587/C nel lontanissimo 23 settembre 2014, presentata in Commissione e bocciata dalla stessa maggioranza.
Altro consueto annuncio è la realizzazione della “Centralizzazione degli acquisti” che farebbe risparmiare decine e decine di milioni di euro, secondo le promesse trionfalistiche di Paolucci e D’Alfonso, ma che ad oggi ha solo prodotto l’uscita del casello autostradale di Manoppello, consulenze a iosa e la nomina del dott. Menduni con il Decreto numero 90/2016 a commissario straordinario. Quindi andiamo alla ricerca di personaggi ‘senior’ da Prima Repubblica e facciamo scappare i nostri giovani e brillanti laureati all’estero. Il DEFR è costituito da 81 pagine del nulla o al massimo auspici da inserire nel libro dei sogni di D’Alfonso & C. Da parte di Forza Italia – concludono Febbo e Sospiri – come abbiamo sempre fatto, presenteremo emendamenti migliorativi per interesse degli abruzzesi e nella consapevolezza che quando torneremo alla guida del Governo Regionale, cioè alla prossima legislatura, non ci sia consegnata un Ente disastrato e dissestato come ci fu consegnata nel dicembre 2008”.