La Giunta Regionale d’Abruzzo, con deliberazione n. 24 del 24 settembre 2012, ha confermato i limiti demografici minimi per le forme associative dei Comuni quali Unioni e Convenzioni per adeguamento al D.L. n. 95/2012.
In questa deliberazione la Regione Abruzzo “è andata oltre” le disposizioni contenute nel D.L. n. 95/2012 che, all’art. 19 comma 1, lettera “e” dispone che “la Regione individui, entro i tre mesi antecedenti il primo termine di esercizio associato obbligatorio delle funzioni fondamentali (entro il 1° gennaio 2013 con riguardo ad almeno tre delle funzioni fondamentali di cui all’art. 14 D.L. n. 78/2010) il limite demografico minimo delle Unioni dei Comuni fissato in 10.000 abitanti salvo diverso limite demografico individuato dalla Regione”, in quanto impropriamente stabilisce la soglia minima demografica anche per le Convenzioni, ex art. 30 D.Lgs. n. 267/2000.
“Questa deliberazione” afferma il referente regionale dell’Anpci Arturo Scopino “contrasta con la normativa nazionale di riferimento, in quanto la Regione non ha alcun titolo per disciplinare il limite minimo demografico per i Comuni che intendono dar corso all’esercizio associato obbligatorio delle funzioni e servizi comunali attraverso convenzione e continua ad alimentare l’incertezza dei piccoli Comuni nell’organizzazione delle forme associative. Alla luce dell’attuale dettato normativo basterebbero solo due comuni per gestire in convenzione tutte le funzioni e i servizi comunali, per cui la Regione ha di fatto limitato l’autonomia dei Piccoli Comuni, soprattutto quelli con popolazione di poche centinaia di abitanti, che potrebbero raggiungere il conseguimento di significativi livelli di efficacia ed efficienza nella gestione senza alcun vincolo demografico. Inoltre, la Regione Abruzzo non riporta le Comunità Montane quali Enti Locali che possono coordinare e sostenere i Piccoli Comuni Montani in questo delicato processo di riordino istituzionale, Comunità Montane che hanno una datata positiva esperienza nella gestione associata e che contribuirebbero in maniera sostanziale a favore dei Piccoli Comuni, soprattutto nelle aree più disagiate della nostra Regione, a raggiungere gli obiettivi prefissati dal legislatore ossia il conseguimento di significativi livelli di efficacia ed efficienza nella gestione delle funzioni fondamentali”.