Protesta dei cavatori in Regione: cacciati dalla sede del consiglio

laquila_consiglio_regionaleL’Aquila. Questa mattina si è svolta, davanti alla sede del consiglio regionale a L’Aquila, una manifestazione di protesta, con un centinaio di automezzi provenienti da tutte le province abruzzesi, per contestare il blocco totale del rilascio delle autorizzazioni per le attività estrattive nella regione Abruzzo e la proposta che doveva essere discussa oggi in Consiglio Regionale che avrebbe introdotto una deroga a tale blocco esclusivamente per le ditte risiedenti nel Comune de L’Aquila.

I rappresentanti dei cavatori abruzzesi, almeno inizialmente, sono stati ricevuti nella sede del consiglio, per esporre le proprie ragioni.

 

“ Poi però siamo stati cacciati dal Presidente del Consiglio Regionale Nazario Pagano, prima ancora di poter chiarire la propria posizione e di avanzare qualunque tipo di richiesta”, si legge in una nota dell’associazione cavatori teramani. “Riteniamo il comportamento del Presidente del Consiglio Regionale gravissimo! Chiediamo al Presidente Chiodi ed ai Consiglieri Regionali di dissociarsi tutti da un atto così grave e profondamente antidemocratico.

In qualità di rappresentanti di categoria siamo stati invitati ad entrare e spiegare le nostre ragioni ma, una volta all’interno degli Uffici del Consiglio Regionale, una volta al riparo dalle televisioni e dai giornalisti, siamo stati letteralmente buttati fuori.

Chiediamo anche la solidarietà dell’opinione pubblica poiché noi, come imprenditori ma soprattutto come semplici cittadini, dovremmo avere il diritto di esporre le nostre ragioni e presentare le nostre richieste a coloro i quali sono stati eletti da noi cittadini per promuovere i nostri interessi e bisogni”.

A manifestare con noi oggi c’erano gli imprenditori abruzzesi, i loro autisti, i loro operai, gli esponenti del mondo lavorativo del settore dell’attività estrattiva e di tutto l’indotto che gira attorno a loro. Chi dovremo ringraziare quando anche tutti questi posti di lavoro verranno irrimediabilmente persi?

L’impossibilità ad esporre le nostre ragioni e la paralisi dell’intero settore estrattivo che, inevitabilmente, si protrarrà a tempo indeterminato, porteranno solo ad una ulteriore esasperazione per chi, come noi ed i nostri operai, rischia di vedere andare in fumo anni di lavoro e di sacrifici, oltre che il futuro dei propri figli”.

I cavatori abruzzesi sono pronti a scendere di nuovo in piazza, stavolta a Pescara di fronte gli uffici della Regione, con un numero maggiore di automezzi e manifestanti.

“Chiediamo al presidente Chiodi ed all’Assessore alle Attività Produttive nonché ai Capi Gruppo Regionali che invitino il rappresentante dell’Associazione Cavatori Teramani ed il rappresentante dell’Associazione Cavatori Abruzzesi per un incontro propositivo e costruttivo volto a salvaguardare un importantissimo settore produttivo abruzzese”.

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