È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DM 20 luglio 2017, con cui il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca (MIUR) ha ripartito tra le Regioni 26,4 milioni di euro per la messa in sicurezza antisismica delle scuole o per la realizzazione di nuovi edifici ad uso scolastico.
Le risorse sono state stanziate con la Legge 107/2015, la cosiddetta “Buona Scuola” e verranno spese per la messa in sicurezza antisismica degli edifici scolastici esistenti o, nel caso ciò non fosse possibile, per la costruzione di nuove scuole, secondo le modalità prescritte dal DPCM 12/10/2015.
I 26 milioni di euro rientrano nei complessivi 2,6 miliardi stanziati su dieci linee di intervento previste dal MIUR a favore dell’edilizia scolastica, che comprendono verifiche di vulnerabilità degli edifici, sicurezza dei solai, realizzazione di nuovi poli per l’infanzia (che raggrupperanno scuole dell’infanzia e asili nido) ed il concorso per la realizzazione di scuole innovative.
In questa tranche di finanziamenti l’Abruzzo ottiene “solo” € 866.058,81, di certo insufficienti a realizzare anche una sola nuova scuola o a mettere in sicurezza le decine di edifici che, all’esito delle verifiche di vulnerabilità, hanno evidenziato indici ben al disotto del limite di sicurezza, che è pari ad 1.
La ripartizione delle risorse relative al 2016 e 2017 ha premiato la Campania, cui andranno 4,5 milioni. Seguono la Sicilia con 3,9 milioni di euro, il Lazio con 2,8 milioni e la Calabria con 2,3 milioni. Ultimi la Liguria con 401mila euro, il Piemonte con 356mila euro e il Molise con 277mila euro. Non otterranno risorse la Valle d’Aosta e la Provincia Autonoma di Trento.
Ricordiamo che le verifiche di vulnerabilità sismica, dove eseguite (il termine ultimo per effettuarle, scaduto nel 2013, è stato ulteriormente prorogato al 2018), mostrano, soprattutto in Abruzzo, un quadro desolante, con edifici con alta vulnerabilità. A questo si associa una situazione delle strutture spesso non propriamente idilliaca, a prescindere dal sisma, con edifici vecchi, poco funzionali, a volte senza le necessarie certificazioni di agibilità e antincendio e non dotati di misure di sicurezza soddisfacenti.
Gli amministratori locali, non a torto, di fronte al problema, spesso si trincerano dietro la cronica mancanza di fondi, e nel caso dell’Abruzzo gli ultimi stanziamenti ministeriali sembrano confermare questa preoccupazione, anche se la nostra Regione ha ottenuto diversi fondi per l’edilizia scolastica, fondi che, pur non essendo sufficienti (come per il resto d’Italia) alla messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici, costituiscono comunque un buon inizio per ripensare il patrimonio immobiliare dedicato alle scuole di ogni ordine e grado.
Oltre agli 800mila e rotti euro di cui sopra ci sono i fondi per il concorso “Scuole Innovative”, promosso dal MIUR, concorso per il quale, di proroga in proroga, dovrebbero conoscersi i risultati e che, in Abruzzo, interessa due scuole, una ad Alanno (realizzazione di un biocampus per l’istituto statale per l’agricoltura) e Pescina (istituto comprensivo “Fontamara”).
C’è poi il PON Scuola da 350 milioni di euro per l’adeguamento sismico, la messa in sicurezza antincendio e il conseguimento dell’agibilità statica in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia (l’Abruzzo, quindi, non è tra le Regioni interessate).
Il Miur, inoltre, ha ripartito i 321 milioni di euro tra Province e Città metropolitane per l’antisismica, interventi di messa in sicurezza, verifiche di vulnerabilità e l’adozione di misure antincendio.
La quota maggiore andrà alla Campania (48 milioni), seguita dall’Emilia Romagna (29,8 milioni), dalla Calabria (27,5 milioni) e dalla Lombardia (25 milioni). L’Abruzzo vede stanziati 14,5 milioni di euro.
Infine per la realizzazione dei poli dell’infanzia l’Abruzzo riceverà € 3.597.824,45, sufficienti, comunque, per non più di uno, al massimo due, edifici nuovi.
Come si può leggere il Governo si sta muovendo nella direzione di una maggiore sicurezza delle scuole, anche se il problema, per la sua dimensione e portata sociale, meriterebbe, sicuramente, maggiori dotazioni finanziare, oltre ad una generale riorganizzazione, a livello nazionale e locale, dell’edilizia scolastica, anche alla luce delle nuove esigenze didattiche ed educative.