Chieti. “Il Consiglio Regionale deve approvare al più presto il Regolamento di attuazione della Legge regionale nr. 9/2011 che disciplina il riordino del sistema idrico integrato prevedendo un unico ATO a livello regionale ovvero l’Ente Regionale per il Servizio Idrico Integrato (ERSI), un Ente pubblico che non ha costi, di cui fanno parte la Regione attraverso l’assessore competente per materia, i presidenti delle quattro Province ed i rappresentanti dei Comuni e che avrà i compiti e le funzioni degli Enti d’ambito soppressi. La giunta regionale lo ha già approvato e ora per il Consiglio deve rappresentare una priorità, un provvedimento non più differibile”.
Lo dice in una nota il presidente dell’Unione delle Province Abruzzesi, Enrico Di Giuseppantonio, che prosegue: “L’approvazione del Regolamento di attuazione è fondamentale per l’istituzione dell’ERSI, e dunque per garantire una governance organica e coerente al sistema idrico e per vigilare sull’attività delle società che gestiscono l’erogazione idrica e che dovranno diventare vere e proprie case di vetro. Ma soprattutto per dare il via libera ad una serie di investimenti per interventi già progettati e pronti per essere cantierati. Giorno dopo giorno migliaia di persone e decine di Comuni vivono un’emergenza idrica che non ha precedenti e, come ci ricordano le cronache quotidiane, ci sono località che fanno registrare la fuga dei turisti proprio a causa della mancanza d’acqua. Ogni giorno di ritardo nell’approvazione del Regolamento significa, dunque, prolungare una diffusa condizione di disagio, accentuata dall’eccezionale calura di questa estate. Ma significa anche rinviare i tempi di apertura dei cantieri per costruire nuove reti idriche, nuovi depuratori, nuovi impianti fognari che avranno ricadute positive anche sulla tutela del territorio, dei corsi d’acqua e del mare. Il mio auspicio – conclude il presidente Di Giuseppantonio – è che alla ripresa post ferie dei lavori del Consiglio Regionale l’approvazione del Regolamento sia in cima all’elenco delle cose da fare subito, nella consapevolezza che i cittadini non possono più continuare a pagare il prezzo dell’emergenza anche per i ritardi della politica”.