Secondo i sindacati, la proposta deliberativa “è affetta da illogicità manifesta, è contraddittoria, è carente di motivazione e non risulta corredata dalle certificazioni che ne attestano la conformità alle norme di coordinamento di finanza pubblica. Siamo tutti preoccupati per il rischio dei pesanti tagli che colpiranno le Regioni a seguito dell’approvazione dei provvedimenti nazionali sulla spending review. La Regione, dal canto suo, deve ancora decidere l’allocazione nella dotazione organica di oltre 200 dipendenti dell’Ex ARSSA (sembra incredibile ma dopo sei mesi dal loro trasferimento in Regione tali dipendenti risultano ancora essere in soprannumero) e di quelli dell’Azienda di Promozione Turistica Regionale (APTR), che dovrebbero transitare nel mese di settembre. Infine si deve ancora decidere nel merito come attuare la delibera 316 del 28 maggio 2012 che riduce i servizi della Regione Abruzzo a 76. In tale contesto si propone di assumere nei ruoli della Regione Abruzzo in pianta stabile 41 dipendenti, di cui 3 dirigenti e 38 funzionari. La proposta di delibera non indica i costi dell’operazione, alla faccia della trasparenza, ma il conteggio è piuttosto facile, siamo oltre i due milioni di euro. Non è dato sapere in quali direzioni dovrà essere allocato tale personale e quali sono le professionalità così indispensabili per la Regione Abruzzo al punto da dover approvare il provvedimento prima ancora di verificare l’incidenza percentuale delle spese del personale rispetto a quelle correnti, parametro in base al quale la legge nazionale subordina la possibilità di effettuare nuove assunzioni”.
I sindacati auspicano che la Giunta Regionale non approvi il piano delle assunzioni proposto, in caso contrario si vedranno costrette a porre in essere tutte le azioni utili alla revoca del provvedimento.