“E’ seria la preoccupazione per l’aggravamento delle condizioni di salute della popolazione più fragile che potrà prospettarsi e che probabilmente aumenterà il ricorso ai ricoveri ospedalieri, generando probabili aumenti di spesa sanitaria” commentano in una nota Angela Scottu della Cgil Abruzzo, Carmine Ranieri della FP Cgil e Giovanna Zippilli dello Spi Regionale. “La sospensione di tali servizi, inoltre, causerà il licenziamento o la cassa integrazione di centinaia di lavoratori delle cooperative sociali, che per molti anni hanno garantito l’espletamento di tali servizi essenziali, con grande spirito di abnegazione, tenuto conto del fatto che a causa dei ritardi continui nell’erogazione dei pochi fondi comunque a disposizione, non sono stati garantiti puntualmente gli stipendi. Non si può fare cassa sui bisogni primari delle persone in condizione di fragilità.
Le organizzazioni sindacali, dunque, chiedono lo sblocco immediato dei fondi Fas di 6milioni di euro a conferma del saldo 2009 per gli ambiti sociali e ulteriori 6milioni dell’annualità 2010, il ripristino dei fondi della “non autosufficienza” già stanziati dal ministero con destinazione vincolata che valevano per l’anno 2011 di 4milioni e 900mila euro (tali fondi risultano non impegnati per l’anno 2011 ma riproposti per il 2012, stornandoli su altri capitoli di spesa sociale, facendo restare per la “non autosufficienza” solo 1milione e 200mila euro). Gli stessi sindacati denunciano poi la grave situazione di ingovernabilità del sistema socio-sanitario abruzzese chiedendo al Presidente Chiodi e agli assessori Gatti e Masci che diano conto degli impegni assunti e non rispettati con il sindacato sul funzionamento del tavolo per l’integrazione socio-sanitaria deliberato dal Consiglio Regionale straordinario l’8 febbraio 2011.
“Il mancato coordinamento delle politiche sociali e sanitarie e di bilancio della Regione Abruzzo” concludono “ha portato gravi disfunzioni in tutto il sistema della salute con grave danno alle popolazioni, le quali nonostante l’aumento della tassazione regionale vedono un peggioramento reale dei servizi. In assenza di risposte rapide e certe da parte della Regione la Cgil si mobiliterà a tutela del diritto alla salute in raccordo con le associazioni e le istituzioni territoriali”.