‘Ndrangheta, sequestro di beni (ad un collaboratore di giustizia) anche in Abruzzo

Il Servizio centrale operativo della polizia di Stato e la Squadra mobile di Catanzaro, su direttive della Dda, hanno sequestrato beni per un valore di quattro milioni di euro al collaboratore di giustizia Gennaro Pulice.

 

I sequestri sono stati fatti, oltre che in Calabria, in Lombardia, Piemonte ed Abruzzo.

Il sequestro di beni riguarda anche la moglie di Pulice ed alcuni imprenditori considerati suoi prestanome.

 

Gennaro Pulice é stato, secondo gli investigatori, un esponente apicale delle cosche confederate “Iannazzo e Cannizzaro-Daponte”, e responsabile di diversi omicidi, il primo dei quali commesso quando era ancora minorenne.

C’è un nuovo collaboratore di giustizia che sta contribuendo alle indagini della Squadra mobile e della Dda di Catanzaro a ricostruire l’impero finanziario, la rete di aziende e i legami di Gennaro Pulice, esponente di spicco dei clan lametini a cui questa mattina sono stati sequestrati beni per un valore di circa 4 milioni di euro.

Si tratta di Alessandro Silvio Silverio, di 49 anni, di Alessandria.

Proprio nel provvedimento di sequestro emesso dal gip di Catanzaro, su richiesta della Dda, sono riportate le prime dichiarazioni da pentito di Silverio.

L’uomo, già coinvolto in reati di materia finanziaria, era dipendente di Pulice in un’azienda svizzera e ha raccontato agli inquirenti il “modus operandi e le sue cointeressenze illecite”.

Nel breve stralcio di verbale riportato nel decreto di sequestro Silverio racconta che Pulice gli avrebbe chiesto di “effettuare ordini presso aziende correnti a sud della Spagna per l’acquisto di alcune ceramiche e portare a compimento analoghe truffe che la stessa società stava perpetrando in altre zone ed in altri settori commerciali”.

Impostazioni privacy