“Il progetto” spiega il Commissario alla Sanità, Gianni Chiodi “si configura come un centro dinamico ed attivo della comunità locale, nel senso che qui si raccoglie la domanda dei pazienti e dei loro familiari e qui si danno le risposte di assistenza, nelle forme e nei luoghi più appropriati. Solo una diagnosi tempestiva rende possibile migliorare la gestione del disturbo, nel tentativo di un possibile inserimento o reinserimento sociale e familiare dei pazienti”.
Il progetto regionale sperimentale, infatti, agisce ritagliando al Centro regionale di Riferimento per l’Autismo, già operativo nella Asl dell’Aquila, un ruolo di perno nella rete, avvalendosi della collaborazione delle altre Asl, delle Fondazioni esistente sul territorio, e degli enti locali, come per esempio le Comunità montane.
“Insomma” aggiunge Chiodi “colmiamo una lacuna sul piano della uniformità di interventi nel disagio mentale, che impatta anche sulla precocità dell’intervento sul paziente, spesso minore, verso il quale la cura viene spesso somministrata in fase di avanzata malattia”.
Il progetto prevede, dunque, che il Centro regionale di Riferimento per l’Autismo costituisca una rete assistenziale e delinei un percorso di interventi il più possibile uniforme, in grado di raggiungere, con quelle che il Piano sanitario regionale 2008-2010 definisce buone pratiche, i pazienti da trattare. Ciascuna Asl, pertanto, dovrà intervenire sulla disabilità o direttamente, attraverso i Csm o Dsm, oppure avvalendosi dell’ausilio di Fondazioni, Enti no profit, Enti locali. Questi ultimi, sotto il controllo della Asl competente, avranno il compito di predisporre interventi individuali, mediante il ricorso alle metodiche generalmente riconosciute e utilizzate. Gli obiettivi del progetto sono, quindi, dare continuità ai servizi di diagnosi, cura e riabilitazione per i pazienti e le loro famiglie, intervenire per migliorare e favorire l’inserimento nella vita familiare e sociale, offrire alle famiglie supporto e consulenza medica e psicopedagogica; individuare i bisogni e studiare l’impatto sul territorio, integrare nella scuola o nei contesti lavorativi e familiari i pazienti autistici.
“Vale la pena sottolineare” conclude il Commissario “che il progetto nasce da un atteggiamento pro attivo degli uffici dell’Assessorato, in particolare il Servizio programmazione sanitaria-Ufficio progetti obiettivo, perché hanno saputo offrire al sistema sanitario regionale un’offerta assistenziale ulteriore, rispetto alla programmazione standard dei progetti obiettivo”.