Pescara. Protesta dei 14 Centri di Servizi Culturali regionali, con annesse biblioteche, per i continui tagli ai finanziamenti e alle competenze: dalla Regione Abruzzo solo 34mila euro per l’acquisto dei libri e per le attività: “Meno di quanto venga concesso ad una sola associazione teatrale o musicale”.
“Tutto il sistema di pubblica lettura sta saltando in aria per mancanza di un progetto che ne salvaguardi la funzione di servizi alla persona, diffusi sul territorio”, spiega una nota del Coordinamento Associazioni Culturali D’Abruzzo, “La proposta di Legge, già in fase di esame a livello politico, per istituire la rete bibliotecaria abruzzese, costituita dalle 4 Biblioteche ex-provinciali, da quelle delle Agenzie per la Promozione Culturale della Regione e dalle Biblioteche civiche, proprio in previsione della soppressione delle Province, si è tramutata in un madornale flop, frutto dell’incapacità da parte dell’Ente Regione di progettare e pianificare gli interventi sul territorio, in maniera integrata, non solo nel settore culturale, ma anche in quello socio-sanitario”.
“Ci opponiamo”, prosegue la rete dei centri culturali, “alla realizzazione di grandi opere celebrative e reclamiamo interventi strutturali e continuativi finalizzati a prevenire ed a combattere il disagio, l’ignoranza, ma soprattutto l’emarginazione e la discriminazione sociale, consentendo alle tante Associazioni operanti sul territorio, spesso prive di una sede, di trovare presso le Agenzie e le Biblioteche un luogo d’incontro, di progettazione, di consulenza e sostegno alle proprie attività ed alla conseguente crescita culturale della comunità”.
“Mettiamo, pertanto, a disposizione della Giunta regionale le nostre competenze, le nostre conoscenze e soprattutto la nostra volontà di contribuire alla soluzione dell’emergenza, costituita dalla carenza di personale nelle Biblioteche, che sta portando alla riduzione degli orari di apertura al pubblico ed alla mancanza di assistenza agli utenti”, prosegue il Comitato, “ma ci opponiamo a qualsiasi cervellotica ipotesi di accorpamento o di chiusura di Biblioteche che hanno operato sinora con grande impegno ed ampio consenso dell’utenza, in zone sprovviste spesso anche di un luogo per incontrarsi, studiare, progettare, fare cultura. Né ci sembra ragionevole l’idea di attuare la politica del contenimento della spesa iniziando proprio con il taglio dei fitti di alcune sedi, mentre centinaia di sedi di proprietà pubblica rimangono vuote o messe a disposizione di associazioni ‘amiche’ ”.
“Riteniamo”, conclude la nota, “che nelle more di decisioni legislative che regolamentino in maniera più democratica e partecipata la distribuzione dei servizi e delle attività culturali sul territorio, si provveda al reperimento del personale necessario, ricorrendo alla ricollocazione di dipendenti, privi di mansioni, presenti in uffici regionali sovraffollati o all’assunzione di giovani con contratti a tempo determinato oppure, infine, all’affidamento temporaneo della gestione di dette Biblioteche ad associazioni e cooperative che abbiano maturato specifiche competenze nel settore. Ed inoltre, si avvii, finalmente, quel rapporto di collaborazione tra Enti, basato sul principio della sussidiarietà, che consenta il reperimento dei locali da adibire a sedi per le Biblioteche, laddove ve ne sia la necessità, prescindendo dalla titolarità patrimoniale”.
La discussione verrà ampliata nel corso di un incontro pubblico previsto a Pescara sabato 11 marzo 2017, alle ore 10, presso la Biblioteca “Falcone e Borsellino” in via Milite Ignoto 22.