“La stanca ritualità con la quale il Consiglio regionale si accinge ad esaminare il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria potrebbe dar luogo a un certo disinteresse, peraltro motivato dallo scollamento tra le previsioni programmatiche e la realtà delle cose”. E’ quanto dichiara, in una nota, il consigliere regionale dell’Italia dei Valori, Cesare D’Alessandro.
“Nascosta tra le tante che compongono il Documento” aggiunge “non possiamo fare a meno di notare una tabella con la quale abbiamo una certa consuetudine, proprio perché viene riportata quasi immodificata ormai da tre anni a questa parte. La tabella incriminata riguarda lo stato di realizzazione delle infrastrutture promesse da Chiodi e Berlusconi. Tranne un paio di casi giustificati dal terremoto, nessuna di quelle opere è stata ancora finanziata e tanto meno realizzata o avviata per la realizzazione. E dire che quelle stesse opere erano state ‘spacciate’ per cantierabili entro il 2009 o, al massimo, entro il 2010. Parliamo di interventi sul patrimonio infrastrutturale regionale, che sono vitali per l’economia dell’Abruzzo: riguardano il sistema stradale, ferroviario, portuale, aeroportuale e idrico. L’assenza di finanziamenti attesta, se ce ne fosse ancora bisogno, l’assoluto deficit di autorevolezza di questo Governo regionale nei confronti dell’Anas e del Cipe. Tant’è che oggi, a distanza di oltre due mesi, non è stata ancora pubblicata la delibera di presa d’atto dei fondi Fas per l’Abruzzo, mentre dal nuovo Ministro sono arrivate notizie davvero poco rassicuranti sull’effettiva disponibilità di quei fondi e soprattutto sui tempi. A tre anni dall’insediamento di Chiodi, gli abruzzesi possono rendersi conto che nessuna delle sue promesse è stata mantenuta. Ciò nonostante”, conclude D’Alessandro, “Chiodi persevera e preferisce attribuire ad altri la responsabilità del suo insuccesso: come Mussolini che, per ben figurare con il suo alleato tedesco, faceva sfilare più volte in parata gli stessi reparti, lui ripropone sempre il miraggio delle stesse opere infrastrutturali, ma non è capace di realizzarle”.