La Regione Abruzzo è in forte ritardo nell’applicazione della riforma sui trasporti pubblici locali. A sostenerlo è stato, questa mattina, il Gruppo Consiliare del Pd che, rifacendosi ai dati dell’Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti (l’Isfort), ha sostenuto che l’Abruzzo, assieme a Calabria, Sicilia e Sardegna, “è agli ultimi posti in Italia per la mancata attuazione di una riforma del Trasporto Pubblico Locale e per non aver ancora espletato nessuna gara”.
“Con la Legge Regionale 1/2011” ha ricordato il capogruppo regionale Camillo D’Alessandro “la Regione ha stabilito che l’attuale giunta regionale doveva procedere entro il 30 aprile 2011 a predisporre un disegno di legge sulla fusione delle società di trasporto. Invece la proposta di riforma del centro destra è arrivata nel mese di luglio e giace in IV Commissione da allora, nonostante siano state effettuate tutte le audizioni previste per legge. La riforma è al palo perché il centro destra è diviso ed una parte del Pdl crede che sia ancora possibile difendere le poltrone dei propri amici. La verità è che la situazione del trasporto pubblico è drammatica e servono misure urgenti e straordinarie per prepararsi a reggere l’urto del taglio drastico dei finanziamenti”.
Per il consigliere Claudio Ruffini “vedremo se il centro destra vota contro se stesso. Abbiamo chiesto di inserire all’ordine del giorno la loro proposta di legge e la IV Commissione, convocata per domani, è chiamata a decidere. In caso di approvazione la proposta si discuterà nel prossimo consiglio del 13 dicembre . Se ciò non avverrà, faremo nostra la loro proposta e la riproporremo con alcune modifiche per una sua immediata approvazione già nella seduta della finanziaria regionale di fine anno”.
Secondo il Capogruppo del Pd, inoltre, “difficilmente la Regione riuscirà a mantenere in equilibrio il sistema alla luce dei tagli nazionali al TPL (di 23 milioni di euro al settore gomma operati nel 2011 e dal 2012 di 33 milioni di euro al settore ferro) che, tradotto sul bilancio dei trasporti regionali, significa una decurtazione di un terzo del fondo regionale destinato ai trasporti. La Regione di Chiodi dimostra ancora una volta di collocarsi al di fuori del clima di riforme e di austerità nazionale che in questo caso servono ai cittadini abruzzesi. Nessuna delle riforme annunciate ha visto la nascita e quelle mascherate come tali non hanno prodotto nessuna economia per il bilancio regionale”.