E Costantini, sul suo blog, fa nomi e cognomi dei dirigenti e dei direttori beneficiari dell’indennità di risultato tra il 2009 e il 2010, con relativi incrementi. Retribuzioni che vanno dai 2mila ai 9mila euro per i dirigenti, dai 3mila ai 12mila euro per i direttori.
“Non esito a definire uno scandalo l’operazione che Chiodi ha avallato” commenta il capogruppo Idv. “Noi dell’Italia dei Valori non ci stiamo. Aabbiamo deciso di stare dalla parte dei cittadini, dei tanti che lo stipendio lo hanno perso o rischiano di perderlo e non di chi continua ad aumentarselo, a spese della povera gente. E da questa parte continueremo a stare”.
“Solo demagogia” replica l’assessore regionale al Personale, Federica Carpineta. E “fare demagogia oggi è da irresponsabili. Al consigliere Costantini evidentemente quel che accade in Italia e nel mondo poco importa. Si è messo ancora una volta in vetrina, scegliendo il tema demagogico dei compensi relativi alla dirigenza regionale pur sapendo o dovendo sapere come stanno realmente le cose. Il provvedimento adottato dalla giunta era obbligato dalle leggi e dal contratto collettivo nazionale di lavoro vigenti. Non c’è stata nessuna scelta politica nella quantificazione delle risorse per il fondo destinato al risultato, ma la pura e doverosa applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro. Qualora lui ritenga seriamente che le cose non stiano così, ha diversi strumenti per fare chiarezza o ancor di più eliminare quelle che lui denuncia come distorsioni. Lui conosce i luoghi istituzionali e le istanze possibili che possano annullare o correggere la delibera che oggi contesta; se non lo ha fatto, evidentemente, è perché è consapevole che siamo di fronte ad obblighi di legge e vuole solo agitare polemiche demagogiche. L’incremento della retribuzione di risultato attribuita ai singoli è semplicemente frutto dell’applicazione di due vecchi rinnovi contrattuali nazionali riferiti agli anni 2006/2007 e 2008/2009 e dell’economie del fondo stesso realizzate negli anni precedenti, il cui utilizzo deve essere destinato necessariamente proprio a quel fine. Inoltre, la diminuzione dei dirigenti, da noi drasticamente operata, senza che Costantini se ne sia accorto, ha portato a dover dividere il fondo a disposizione per un numero inferiore di dirigenti, senza la possibilità di poter decurtare il fondo stesso per gli stessi obblighi di legge. Mi sarei aspettata dal consigliere Costantini, anche come esperto di diritto, più un intervento costruttivo e propositivo sui nuovi criteri di valutazione, deliberati dalla giunta regionale ed annunciati lunedì scorso, in applicazione della legge sul merito e sulla trasparenza da noi approvata ad aprile 2011. Grazie a questa nostra decisione, finiranno i premi uguali per tutti, che frustrano i bravi, sperperando il denaro pubblico. Mentre c’è chi si diverte irresponsabilmente a giocare con la demagogia, noi silenziosamente abbiamo già ridotto il numero di dirigenti e dei dipendenti, abbiamo così risparmiato non pochi milioni di euro, abbiamo intrapreso fattivamente il percorso della meritocrazia attraverso nuovi criteri di valutazione efficaci dal 2012 e stiamo per licenziare la nuova legge di organizzazione della regione Abruzzo. Proprio in questa fase, mi aspetto da parte di tutti proposte coraggiose, migliorative, serie e responsabili, nonché un sostegno forte e deciso a combattere interessi di corporazione e piccole nicchie di privilegio”.
Parole che, sicuramente, non sono riuscite a placare gli animi, scatenando la contro-replica di Costantini e l’attacco di Rifondazione.
“Mi dispiace constatare che sugli stipendi d’oro Chiodi si faccia scudo dell’assessore Caripineta” commenta il capogruppo dell’Idv “ma purtroppo fa parte del suo temperamento! E comunque, poichè considero davvero non replicabile la sua dichiarazione, mi limito a dire che le darò ragione, se mostrerà a me ed agli abruzzesi che rappresenta in Giunta la disposizione di legge o del contratto nazionale che l’hanno obbligata ad aumentare del 90 per cento le retribuzioni di risultato di direttori e dirigenti della Regione. Con l’intesa, però, che se non riuscirà a farlo, dopo quello che mi ha detto, potrò permettermi educatamente di suggerirle di occuparsi di altro. Per il resto, mi fa piacere constatare che mi considera una specie di CO.RE.CO., addirittura con poteri di richiesta di annullamento o di rettifica degli atti; ma mi dispiace confessarle che, nonostante gli sforzi, non sono ancora riuscito ad organizzarmi in modo tale da operare un controllo di legittimità su tutta l’attività amministrativa della Regione Abruzzo. Ed in verità credo anche di non essere stato eletto per fare solo questo. L’errore più grande che l’Assessore Carpineta commette è quello di difendere l’indifendibile. Le ho detto in più occasioni che se avesse avuto bisogno di aiuto da parte dell’opposizione per mettere in campo riforme difficili da far digerire l’avrei sostenuta, certo di poter convincere anche gli amici del Partito Democratico a fare altrettanto. Le ho offerto questa disponibilità perchè sapevo perfettamente quali e quante difficoltà avrebbe incontrato, qualora avesse deciso con fermezza di aggredire un bubbone che costa all’economia regionale molto più di quanto già costino i loro stipendi d’oro. Un bubbone alla continua ricerca di alleanze e di coperture politiche, perchè solo fortissime coperture politiche possono consentire che oltre cento dirigenti vengano valutati tutti al top, in modo da assicurare a tutti, indistintamente, il massimo della retribuzione di risultato. Ebbene, dopo quasi tre anni l’Assessore ha prodotto null’altro che una confessione, perché adottare una delibera che afferma che in futuro finiranno i premi uguali per tutti, vuol dire riconoscere che fino ad oggi sono stati elargiti premi uguali per tutti; in pratica vuol dire darmi ragione, senza se e senza ma e di questo la ringrazio.
In ogni caso, la mia disponibilità è rimasta inascoltata e l’Assessore e, con lei, Chiodi e la sua Giunta, hanno preso la loro strada, la solita, quella della difesa di una casta forse ancora più potente di quella dei politici, mentre io ho continuato a percorrere la mia strada, quella che credo in molti ormai conoscano. Tutto il resto sono solo parole, che umiliano ulteriormente una categoria, quella dei rappresentanti dei cittadini nelle istituzioni pubbliche, alla quale vorrei un giorno potermi onorare di appartenere”.
“La rivoluzione meritocratica annunciata nel 2008 da Chiodi si rivela per l’ennesima volta una bufala” aggiunge il consigliere regionale di Rifondazione Maurizio Acerbo. “Non c’erano i soldi per i malati oncologici, l’assistenza ai disabili, gli scuolabus, la cultura mentre si distribuivano super-premi ai dirigenti. Non posso che complimentarmi con chi predica il rigore sulla pelle degli altri. Non credo che si tratti dell’effetto di aggiornamenti contrattuali nazionali quanto il frutto di una sorta di egualitarismo dei privilegiati per cui sono state distribuite tra i dirigenti le risorse rinvenienti dalla diminuzione del loro numero. Insomma diminuendo il numero dei dirigenti invece di ridurre il fondo e destinarlo ad altri fini si è pensato bene di distribuirselo equamente. Ovviamente i dirigenti regionali sono tutti bravissimi e quindi il super-premio non lo si è negato a nessuno. Molti stanno lì perché comandati da altri enti e quindi senza nessuna particolare selezione se non l’affinità e la fedeltà politica. Non so se è più grave l’ammontare dei premi o il fatto che siano stati dati a tutti. Attendiamo di conoscere dettagliatamente i risultati raggiunti da ognuno di questi dirigenti. Se Chiodi torna a usare parole come rigore e meritocrazia spero che qualche abruzzese gli tiri una scarpa. Se la Carpineta facesse l’assessore chiederei le dimissioni”.