L’Aquila. “Perché mai a L’Aquila e provincia, nonostante l’annuncio dell’entrata in funzione di nuove e futuristiche apparecchiature per TAC e risonanza magnetica, nonostante l’affidamento del servizio ad alcune cliniche private, i cittadini sono ancora costretti a lunghe liste d’attesa per sostenere esami clinici di radiodiagnostica?”.
È quanto chiede il consigliere regionale Cesare D’Alessandro (IdV) nell’interrogazione urgente che verrà discussa il prossimo 6 dicembre. Chiamando il Cup, sembra infatti che sia stato possibile constatare che le attrezzature per la radiodiagnostica sono sottoutilizzate. Stando a quanto raccontato dal politico, gli esami verrebbero effettuati soltanto di mattina “e non – come ha tentato di farci credere il Responsabile del dipartimento – sino a sera. Invece, se davvero si vuole rendere efficiente ed economica l’offerta della Sanità pubblica, occorre in primo luogo evitare ogni conflitto di interessi tra chi governa il pubblico e chi opera nel privato, anche consentendo il funzionamento a pieno ritmo di apparecchiature che costano milioni e milioni di euro, tutti a carico della collettività. Magari evitando di affidare i servizi all’esterno e utilizzando i soldi, così risparmiati, per assumere il personale necessario. Forse Chiodi sentirà il dovere di dirci, rispondendo alla mia interrogazione, se le nuovissime e tanto decantate attrezzature sono ancora inutilizzate o imballate ovvero, se inutilizzate, hanno subito guasti che non ne consentono il funzionamento. Nel caso in cui siano invece funzionanti” conclude il Consigliere dell’IdV “per quale ragione non vengono utilizzate nei modi e nei termini annunciati nella conferenza stampa del 30 luglio 2011? E infine, quali benefici hanno prodotto per gli utenti?”.