Il 2011 sarà ricordato come l’anno dell’accisa sui carburanti, applicata per risanare le casse regionali martoriate da un deficit sanitario senza paragoni nella storia. Un disavanzo che piano piano, a detta del Governatore Gianni Chiodi, è stato ridimensionato. Anche grazie all’aumento della tassa sui carburanti, che dal prossimo anno sarà sostituita da un’altra imposta speciale: l’aumento del bollo auto.
Una disposizione che ha scatenato non poche polemiche tra i banchi dell’opposizione regionale, alle quali ha replicato subito lo stesso Gianni Chiodi, nella seduta consiliare di oggi, che ha approvato il provvedimento con i voti della maggioranza.
“L’alternativa dell’imposta di bollo auto è più equa e meno penalizzante per chi viaggia con mezzi di bassa cilindrata” ha detto il presidente della Regione. “In questo modo un ferrarista pagherà di più rispetto a chi possiede una cinquecento. Mentre il surplus sulla benzina riguardava tutti e allo stesso modo. L’aumento del bollo inciderà progressivamente su chi può permettersi di più. All’opposizione, che continua ad avanzare critiche in proposito chiedo: se il bollo auto non va bene, l’accise sulla benzina neppure, qual è la loro proposta per risanare i debiti della sanità, frutto della politica scellerata fatta in passato? Abbiamo ritenuto più logico ed equo sostituire l’accisa sulla benzina, che gravava sugli abruzzesi in maniera indiscriminata, con l’aumento del bollo auto del 10 per cento. Dal giorno del mio insediamento, la Giunta non ha prodotto un euro di debito”.
Dichiarazioni che non hanno placato gli animi, evidentemente. Il capogruppo dei Verdi, Walter Caporale ha gridato allo “scandalo”. “Ciò si è reso necessario per pagare i debiti della Sanità risalenti al periodo 2004–05” commenta Caporale “quando al governo c’era il ‘virtuoso’ centro destra. In Consiglio ho ricordato che dovremmo tassare le rendite dei ricchi, evitando di infierire sui cittadini più tassati d’Italia, ossia gli abruzzesi. Una vergogna che rallenterà ancora di più la nostra economia e la creazione di nuovi posti di lavoro. Oggi è un triste giorno per l’Abruzzo”.
Sulla stessa linea è il commento di Carlo Costantini, capogruppo dell’Idv. “Un presidente di Regione che dopo tre anni di filiera assoluta e dopo tre anni di potere assoluto sul bilancio della Regione mette ancora le mani nelle tasche dei cittadini e sceglie di farlo nella maniera più odiosa, utilizzando l’aumento del bollo auto, che scarica i suoi effetti su tutti i cittadini e non solo su quelli che possono, è un presidente oggettivamente fallito. Un presidente che non ha più nulla da dire e non ha più nulla da fare, salvo continuare a chiedere sacrifici a chi, in partnership con il suo leader nazionale, ha già ridotto a pelle ed ossa. Gli abruzzesi, come gli italiani con Berlusconi, non vedono l’ora di liberarsene. Ne prenda atto e si dimetta, lasciando ai cittadini la possibilità di voltare pagina e di recuperare fiducia nel futuro”.
E poi, ancora, l’Udc di Antonio Menna, che si dice “fortemente contrari a questo ulteriore salasso che la giunta regionale intende operare con l’approvazione della legge con la quale si introduce l’aumento del bollo auto”.
“ Certo” spiega Menna “per le famiglie che a causa della congiuntura economica negativa si sono ritrovate ad aver oltrepassato la soglia della povertà e a dover lesinare su tutto per poter sopravvivere anche l’aggravio di un solo euro può essere elemento di forte preoccupazione. Se poi pensiamo che, il gettito che questo ulteriore aumento delle imposte genererà finalizzato al piano di rientro per i debiti della sanità, sarà di soli 13 milioni di euro, allora possiamo affermare che stiamo parlando di una cifra che può essere considerata irrisoria se paragonata al totale delle convenzioni sottoscritte dal Commissario alla Sanità con i privati e che, una riduzione di queste avrebbe evitato questa ulteriore manovra ingiusta ed impopolare. Insomma, sarebbe bastata una gestione oculata delle risorse. Anche perché questo aumento indiscriminato andrà a gravare anche sulle spalle degli aquilani già fortemente preoccupati per la restituzione delle tasse sospese per il terremoto”.