“Con Chiodi è oggettivamente impossibile fare opposizione, avendo la consapevolezza di ciò che fa la maggioranza”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale dell’Idv, Carlo Costantini che, in una nota, punta il dito contro il Governatore Gianni Chiodi.
“Dopo il rifiuto di presentare e condividere con il Consiglio Regionale il piano per la realizzazione di cinque nuovi ospedali” spiega “ed innumerevoli altri episodi di vero e proprio occultamento di atti e documenti (nel caso dell’inceneritore Powercrop di Avezzano, si è addirittura tenuto per un anno le carte chiuse nel suo cassetto, prima di pubblicarle sul B.U.R.A.), da ormai 20 giorni l’Italia dei Valori è alle prese con l’impossibilità di conoscere e valutare i contenuti della convenzione stipulata tra Camera di Commercio di Pescara e Regione Abruzzo, per la cessione delle aree ex Cofa di Pescara. La strategia è sempre la stessa: quella di tentare il più possibile di mettere tutti di fronte al fatto compiuto, indebolendo il ruolo dell’opposizione che tra i propri compiti dovrebbe avere non solo quello di criticare le scelte compiute in modo irreversibile, ma anche quello di contribuire ad evitare prima che queste, se sbagliate, vengano compiute”.
Protagonista, in questo caso, è il servizio demanio e patrimonio immobiliare della Regione, “non più nella persona del Dirigente che fino a poco tempo fa aveva seguito la pratica, ma direttamente nella persona del Direttore, che ha avocato a se la pratica e che da 20 giorni farfuglia motivazioni giuridicamente incomprensibili, che impedirebbero ad un Consigliere Regionale di conoscere i contenuti di un documento la cui esistenza è stata annunciata da quasi un mese. La verità è che forse neppure Chiodi si sente sicuro degli impegni che si è caricato nei confronti della Camera di Commercio di Pescara. Ma le sue paure di certo non lo autorizzano a tenere nascosto ad un consigliere regionale un atto che prelude ad una operazione immobiliare del valore di svariate decine di milioni di euro. Altro che nuovo che avanza! Questa è una gestione medioevale del potere, sintomatica di una mancanza di rispetto delle regole più elementari di trasparenza che ormai, con Chiodi, ha assunto dimensioni patologiche e, come tali, non più tollerabili”.