“ Il tracciato individuato per la realizzazione del metanodotto, ovvero quello della dorsale appenninica, ad alto rischio sismico che interseca diverse faglie attive interessavano anche numerosi Comuni già colpiti dal tremendo sisma del 6 aprile 2009” spiega Giovanni D’Amico. “Con la risoluzione approvata stamane abbiamo portato a casa un risultato importante anche per la tutela del territorio dal punto di vista paesaggistico e della salute dei cittadini”, prosegue, “Considerando che la centrale di compressione era posizionata alle pendici del Parco Nazionale della Majella e del Gran Sasso, in un delicato contesto orografico e microclimatico che non favorisce la dispersione di sostanze inquinanti, non potevamo che chiedere il ripensamento del tracciato”. “La risoluzione”, conclude D’Amico, “ribadiva anche l’assoluta necessità di prestare più attenzione alle realizzazioni di grande interesse come quella del metanodotto che, nell’individuazione del tracciato doveva essere guidata dal fondamentale le principio di precauzione al fine di minimizzare l’impatto sul territorio ed i rischi per le popolazioni”.
Daniele Galli