E’ il grido di allarme lanciato questa mattina dalla Cgil Flc, secondo cui le immissioni in ruolo “tanto sbandierate quest’anno”, relative a 511 docenti e 639 Ata, “non sono una conquista di nessuno ma un atto dovuto dopo i tagli dei precari”. A dirlo è stata Cinzia Angrilli, segretario della Flc Cgil, la quale ha messo in evidenza anche il calo degli alunni, per un totale di 708 unità.
Il sindacato ha espresso la propria preoccupazione su diversi punti e ha annunciato la partecipazione allo sciopero nazionale, con manifestazione a Roma, dell’8 ottobre, invitando tutti a partecipare. Le critiche del sindacato riguardano, tra l’altro, “i parametri seguiti per il dimensionamento della rete scolastica, che in Abruzzo riguarda 72 istituzioni e il rischio di perdere altri 260 docenti, come prevede un documento della conferenza delle Regioni”.
Andando nel dettaglio sono state esaminate anche le questioni locali e per L’Aquila Pino Bellante ha segnalato la necessità di “superare l’utilizzo dei moduli, che doveva essere legata all’emergenza del terremoto”, chiedendo di “evitare il taglio ulteriore di personale. Le classi pollaio esistono anche qui e la qualità della didattica e le condizioni in cui si affronta la didattica si sono abbassate molto”.
Preoccupata per la numerosità delle classi anche Emilia Di Nicola (Pescara), la quale ha fatto notare che nelle classi dell’infanzia si arriva a 29 bambini “e questo comporta molto più lavoro sia sull’assistenza che sulla didattica, anche alle superiori”.
Mariella D’Orsogna (Chieti) ha sottolineato il problema dell’Istituto alberghiero di Villa Santa Maria dove “quest’anno ci sono cento ragazzi in piu’ e un convitto nuovo ma ci sono 15 educatori in meno e i nuovi spazi non possono essere occupati. Mancano, poi, i collaboratori scolastici (ce ne sono 150 in meno) e si creano situazioni di difficoltà per i bambini dei nidi”. La Cgil chiede, dunque, l’intervento della Regione, affinché faccia la propria parte.