A renderlo noto è l’assessore regionale alla Prevenzione collettiva, Luigi De Fanis, autore del testo, che si compone di 33 articoli ed ha come finalità prevalente la tutela della salute pubblica.
“Colmiamo un ritardo di qualche lustro” ha commentato De Fanis. “Questa legge ha il respiro di un intervento organico e complesso che fa chiarezza sulle competenze, snellendo anche diverse procedure. Tra le novità, la possibilità di poter svolgere l’osservazione del cadavere della persona deceduta in ambito ospedaliero anche nella propria abitazione oltre che in apposite case del commiato, che possono essere pubbliche o private”.
Le strutture del commiato, che apre al privato la possibilità di fornire un servizio in regime di libera concorrenza, possono essere realizzate da soggetti pubblici o private e utilizzate, su istanza dei componenti il nucleo familiare del defunto, per la custodia e l’esposizione delle salme nonché per i riti del commiato. Tali strutture non possono essere collocate nell’ambito di edifici sanitari pubblici o privati, né in strutture socio-sanitarie o di vita collettiva o nelle loro immediate vicinanze, bensì in aree individuate dai comuni nei loro strumenti urbanistici. La Asl provvede alla vigilanza igienico-sanitaria. Il disegno di legge, che completerà il suo iter in Consiglio regionale, dopo l’esame in V Commissione, accoglie anche la norma sulla cremazione “pratica funeraria” ha detto De Fanis “un tempo poco seguita e che trova oggi sempre maggiori adesioni della popolazione”.
L’autorizzazione alla cremazione viene rilasciata dall’Ufficiale dello stato civile del Comune nel territorio in cui è avvenuto il decesso, nel rispetto della volontà espressa dal defunto. Pertanto viene istituito nei comuni anche un registro per la cremazione e le ceneri possono essere conservate in cimitero, in ambito privato o disperse. Il disegno di legge, infine, svincola il personale sanitario della Asl da attività che non richiedono discrezionalità tecnico- professionale; attività che possono essere più utilmente svolte da personale opportunamente formato dalle imprese funebri.
“Più in generale” ha concluso l’assessore “considerata la delicatezza dei compiti trasferiti ai comuni e le responsabilità connesse, la tutela della salute pubblica è garantita comunque da una attività di vigilanza e assistenza svolta dalle Asl. Inoltre sarà garantita una obbligatoria specifica attività formativa destinata al personale addetto alle operazioni cimiteriali e al responsabile del servizio di custodia cimiteriale”.