La Regione Abruzzo ha approvato, nel 2006, la Legge n. 31 che prevede un sistema di tutela e protezione delle donne maltrattate. Una legge, tra le prime in Italia, che è stata ripresa e fatta propria anche da altre regioni.
Il primo finanziamento di 200mila euro, pur insufficiente per le esigenze complessive del mondo femminile, aveva comunque consentito di portare avanti quattro progetti, due per il rafforzamento dei centri-pilota e due per la realizzazione di nuovi centri antiviolenza.
Nei bilanci successivi, purtroppo, la legge non ha ricevuto alcun finanziamento, mettendo a rischio anche la sopravvivenza dei centri appena istituiti.
L’Italia dei Valori, nel chiedere l’inserimento di una somma cospicua per il bilancio di previsione 2012, annuncia la presentazione di alcune proposte di modifica alla stessa legge in modo da facilitare la creazione delle case di accoglienza per donne maltrattate, ma anche per definire una corsia preferenziale dedicata ai progetti presentati dai centri antiviolenza esistenti da almeno tre anni e l’allungamento da 30 a 90 dei giorni di permanenza delle vittime, in totale gratuità, nelle strutture di accoglienza.
“Dai dati in nostro possesso” spiega il consigliere regionale Camillo Sulpizio “risulta che la violenza subita dalle donne, per la quasi totalità, è perpetrata dal partner o dall’ex partner. Si tratta di una violenza fisica e psicologica, spesso economica ed in qualche caso sessuale. Alla luce di tutto questo, l’Italia dei Valori ritiene che la legge vada aggiornata nei contenuti, ma soprattutto rifinanziata. Non appena depositata, ai primi di settembre, la proposta di modifica, ne chiederemo la rapida approvazione affinché l’Assessorato regionale competente possa attivare le previste iniziative sin dai primi mesi del 2012”.