“Presentai l’istanza per dire basta a questi privilegi nel 2002 – spiega il senatore Di Stefano – e dopo che per tre anni la Commissione non la prese in considerazione, nel 2005, la portai direttamente in aula. Ma il risultato fu negativo perchè il centrosinistra di allora, unitamente ad alcune frange del centrodestra, votarono contro decretando il rinvio in Commissione dove la proposta di legge fu affissata definitivamente. Se i vertici del Partito Democratico – continua il senatore Di Stefano – oltre ai proclami, vogliono fare qualcosa di concreto, sono disponibile a fargli pervenire la mia proposta di allora, allo scopo di riprostinarla e, magari, anche per trovare una convergenza che sicuramente sarebbe auspicabile per cancellare questo privilegio che i cittadini hanno sempre più difficoltà a riconoscere. Paolucci sta rivendicando una primogenitura con almeno sei anni di ritardo. Il fatto è molto grave per due motivi: se era a conoscenza del precedente, fa finta di niente, se non lo sapeva, non è stato informato dai suoi compagni di partito che sono stati testimoni nel 2002 e nel 2005. Vorrei ricordare a Paolucci – ha concluso Fabrizio Di Stefano – che alcuni personaggi dell’allora opposizione in Consiglio Regionale – suoi attuali compagni di partito, bollarono la mia iniziativa come pedagogica”.
Francesco Rapino