La sostanziale conferma delle condanne emesse dalla Corte di Appello de L’Aquila nel 2015 nell’ambito del processo sulla sanitopoli abruzzese, è stata chiesta dal Pg della Cassazione Aldo Policastro.
Ad avviso del Pg merita conferma la condanna a quattro anni e due mesi di reclusione per l’ex governatore dell’Abruzzo Ottaviano Del Turco e per altri sei degli imputati. Solo per due posizioni il Pg ha chiesto l’accoglimento dei ricorsi.
Il Pg ha chiesto l’annullamento senza rinvio per prescrizione della condanna per Luigi Conga, e l’annullamento con rinvio sul reato di associazione per l’ex assessore alla sanità Bernardo Mazzocca.
“Spero che questo incubo termini e che a Ottaviano Del Turco sia restituita interamente la piena dignità: è un galantuomo che non ha mai preso nemmeno un euro di tangenti, è una ‘riserva’ della Repubblica e non si può distruggere una persona senza nessuna prova”.
Così l’avvocato Giandomenico Caiazza che ha difeso Ottaviano Del Turco nel processo sulla ‘Sanitopoli’ della Regione Abruzzo, ha concluso la sua arringa davanti ai giudici della Sesta sezione penale chiedendo l’annullamento senza rinvio della condanna a 4 anni e due mesi emessa dalla corte d’appello dell’Aquila, il 20 novembre 2015 per associazione per delinquere e tangenti.
Il verdetto d’appello si era concluso con una netta riduzione di pena per Del Turco e gli altri otto imputati. L’ex governatore in primo grado era stato condannato a 9 anni e 6 mesi e in appello la pena era stata ridotta a 4 anni e 2 mesi. Gli episodi di corruzione erano stati ridotti da 24 a 6 e le tangenti inizialmente calcolate in 6 milioni e 200 mila euro erano state ridotte a una contestazione di mazzette per 800 mila euro.
“I conti di tutti gli imputati sono stati rivoltati come dei calzini e non è stato trovato un centesimo – ha detto l’avvocato Caiazza davanti agli ‘Ermellini’ -, Del Turco ha acquistato due appartamenti quando era governatore disinvestendo risparmi accumulati nel tempo e frutto del suo lavoro. Ha anche venduto due quadri di Schifano per acquistare un appartamento”.
L’avvocato dell’ex presidente dell’Antimafia ed ex numero due della Cgil, ha inoltre sostenuto che il grande accusatore di questo processo, l’imprenditore della sanità Vincenzo Angelini, come prove “ha fornito delle ricevute di Telepass di macchine intestate alle sue cliniche sostenendo che le ricevute dimostrerebbero gli incontri avvenuti a casa di Del Turco, dopo l’uscita del casello di Aielli-Celano”.
“Non c’è nessuna corrispondenza tra le date dei Telepass e quelle dei prelievi bancari fatti da Angelini. Come prova oculare delle dazioni sono state riconosciute le foto che Angelini si faceva fare dal suo autista davanti la casa di Del Turco con una busta qualsiasi”.
L’avvocato Caiazza ha chiesto ai giudici della Cassazione “in quale modo potrebbe mai difendersi chi in un processo sia vittima di un simile canone logico di valutazione della prova. E’ stata tutta una grottesca messa in scena dell’Angelini”.
I supremi giudici, sono stati molto attenti alle arringhe difensive, soprattutto il presidente del Collegio, Vincenzo Rotondo, ha preso molti appunti e dimostrato condivisione per molti passaggi dei ricorsi esposti dai legali degli imputati.
Si è poi conclusa in Cassazione l’udienza per il processo sulla ‘Sanitopoli’ abruzzese, che ha come principale imputato Ottaviano Del Turco insieme ad altri otto ex amministratori della sua giunta e funzionari della Regione Abruzzo. Ora i giudici della Sesta sezione penale che hanno celebrato l’udienza hanno preso una pausa prima di ritirarsi in camera di consiglio.
A quanto si è appreso, non è da escludere che il verdetto possa slittare ad altra data. Nel ruolo ci sono altre sette cause da decidere, e qualche altro ricorso in materia cautelare.
Del Turco ha ascoltato quasi tutto il dibattimento e con lui c’era anche l’ex assessore alla Sanità Gabriele Mazzocca per il quale il pg della Suprema Corte ha chiesto l’annullamento con rinvio della condanna per associazione a delinquere.
Il collegio è stato presieduto da Vincenzo Rotundo, consigliere relatore è stato Massimo Ricciarelli, gli altri consiglieri sono Stefano Moggini, Angelo Capozzi e Anna Giordano.
“Abbiamo tagliato il budget della sanità privata insieme alle tariffe e ai posti letto con un risparmio per la Regione Abruzzo di diversi milioni ed è questo il motivo per cui abbiamo subito questo processo: le Commissioni ispettive sulla sanità privata le ha introdotte la giunta Del Turco e le abbiamo chiamate noi”.
Lo ha detto a margine del processo l’ex assessore alla Sanità della Regione Abruzzo Gabriele Mazzocca, ex segretario regionale de La Margherita in Abruzzo, condannato anche lui nel processo sulla ‘Sanitopoli’ abruzzese. Anche sui suoi conti non è mai stato trovato un centesimo proveniente dalla presunte ‘mazzette’.
E anche il pg della Cassazione nella requisitoria ha detto che contro Mazzocca “non c’è la prova del suo ruolo specifico e della funzione svolta” nella presunta associazione a delinquere. “Ci siamo difesi nel processo – ha proseguito Mazzocca visibilmente provato da otto anni di iter giudiziario – senza chiedere mai un rinvio: in tutti questi anni sono stato ascoltato solo due volte, una delle quali davanti al gip”. L’ex assessore è rientrato in Abruzzo dove aspetterà di conoscere la decisione della Cassazione.