Rischio idrogeologico Abruzzo: che fine ha fatto l’Accordo Quadro?

claudio_ruffiniChe fine ha fatto l’Accordo di programma quadro, tra il Ministero dell’Ambiente e la Regione Abruzzo, con il quale vengono messi a disposizione 40 milioni di euro per far fronte al rischio idrogeologico del territorio abruzzese? E’ il quesito che il consigliere regionale del Pd, Claudio Ruffini, pone al presidente della Regione Gianni Chiodi in una interpellanza.

“Lo scorso 25 gennaio” spiega Ruffini “all’indomani dell’accordo, Chiodi si era vantato di esser stato il primo presidente di Regione ad accettare la sottoscrizione di questo programma. Adesso, mentre le altre regioni stanno attuando il Programma, noi abbiamo scalato la classifica al contrario. Siamo diventati ultimi, ovvero il Programma è fermo, i soldi non vengono spesi ed il commissario che doveva gestire i fondi è stato arrestato”.

L’Abruzzo rischia, dunque, di accumulare ulteriori ritardi nella prevenzione del rischio idrogeologico in una fase in cui la regione si è dimostrata più volte vulnerabile. Basta leggere i dati sul dissesto idrogeologico riportati dal Piano per l’Assetto Idrogeologico dei Bacini Abruzzesi e del Bacino Interregionale del Fiume Sangro, da cui si evince che l’85 per cento dei comuni abruzzesi è a rischio frane, alluvioni ed erosioni. Tale pericolosità, in termini percentuali, rappresenta oltre il 12 per cento del territorio regionale. Lo stesso Ordine dei Geologi Abruzzo da tempo chiede maggiori attenzioni e investimenti per la conoscenza del territorio e soprattutto per la prevenzione dei rischi idrogeologici.

Altro quesito rivolto al Governatore riguarda la nomina di un nuovo Commissario che sostituisca la designazione dell’ingegnere Mascazzini, il commissario di nomina ministeriale che doveva seguire le somme stanziate per il risanamento idrogeologico, arrestato nell’ambito dell’operazione contro reati ambientali, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli.

“Vogliamo sapere se il Ministero ha proceduto a revocare Mascazzini” aggiunge il consigliere regionale “se lo stesso è stato o verrà sostituito con soggetti di provata affidabilità e capacità. Soprattutto auspichiamo che le nomine che ci arrivano da Roma, che tra l’altro potrebbero essere scelte anche tra i tecnici della Regione, presentino dei profili di spiccata etica e moralità”.

Claudio Ruffini chiede, inoltre, se tra le priorità del Piano si possano inserire anche gli interventi legati ai fenomeni alluvionali che hanno colpito il teramano nello scorso mese di marzo, in particolar modo il ripristino dei ponti stradali danneggiati.

 

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