Inceneritore in Abruzzo, M5S chiede dimissioni di Mazzocca: il sottosegretario si difende (VIDEO)

Pescara. “Mazzocca deve dimettersi per manifesta inconsistenza politica e amministrativa”.

Arriva come un macigno la richiesta del M5S che, a poche ore dalla divulgazione della notizia sulla realizzazione di un inceneritore in Abruzzo, enunciato nel Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri di Matteo Renzi, fa sentire la sua voce forte e decisa e individua responsabilità precise.

“Questa è una catastrofe annunciata” spiega il capogruppo M5S Sara Marcozzi in conferenza stampa. “Stiamo avvisando da tempo il Governo regionale di questo pericolo e da altrettanto tempo stiamo fornendo soluzioni per scongiurare l’epilogo a cui invece oggi siamo arrivati.

Lo abbiamo fatto combattendo il famigerato Decreto Sblocca Italia; chiedendo l’approvazione del nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti che prevedesse solo il “recupero materia” escludendo la possibilità di incenerimento;

presentando, nell’ottobre 2015, dunque nelle more dell’approvazione del nuovo PRGR, una Proposta di legge per eliminare il pericolo dell’inceneritore dal piano esistente; ottenendo un consiglio regionale straordinario, a febbraio 2016, per sollecitare la regione in tal senso.

Ma Mazzocca, assessore prima e sottosegretario con delega all’ambiente oggi, non ha ascoltato la voce del M5S, e oggi il suo disinteresse e la sua inerzia politica hanno portato a questo triste risultato”.

“Solo chiacchiere quelle che ci ha propinato questo Governo Regionale, che a parole si è sempre schierato contro l’inceneritore, ma che nei fatti non ha attuato alcuna misura possibile che scongiurasse questo pericolo, come approvare il nuovo PRGR o la nostra proposta di legge.

Nella bozza di decreto attuativo dello Sblocca Italia, che il M5S aveva scoperto e reso noto ad agosto del 2015, erano infatti previsti 11 inceneritori. Vista la bozza, le regioni Liguria, Piemonte e Veneto hanno modificato i rispettivi PRGR e sono uscite dal piano inceneritori del governo Renzi.

Questo è esattamente quello che, da mesi, chiedevamo al governo regionale e che il governo non ha fatto. Oggi, come se ciò non bastasse, continua nella sua propaganda a discapito dell’Abruzzo anche promuovendo il Sì al Referendum Costituzionale.

Infatti, se vincesse il Sì significherebbe costituzionalizzare lo Sblocca Italia, contro il quale pendono ricorsi avanti alla Corte Costituzionale, che priverà le regioni di ogni competenza in materia di inceneritori e consentirà definitivamente tutto questo.

La notizia dell’inceneritore in Abruzzo previsto dal Governo Renzi ci offre, quindi, un ulteriore motivo per sostenere il nostro NO alla proposta di riforma costituzionale sulla quale saremo chiamati a votare il prossimo 4 dicembre”.

“L’Abruzzo ci appare in mano a un Governo disinteressato al bene pubblico, questa è l’ennesima prova che se non si tratta di cattiva gestione quantomeno si tratta di pericolosa superficialità. Del resto, il fatto che non esista più nella nostra regione un assessorato all’Ambiente la dice lunga sull’importanza che esso ricopre per il Governo regionale”.


“Lotta continua contro gli inceneritori e contro questo tipo di scelte del Governo centrale. Abbiamo scelto la strada dell’economia circolare che sta dando i primi risultati”.

Così il sottosegretario della Regione Abruzzo con delega all’Ambiente, Mario Mazzocca, a proposito del decreto del presidente del Consiglio dei ministri relativo ai nuovi inceneritori, uno dei quali dovrebbe essere realizzato in Abruzzo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 5 ottobre scorso.

“Non vale la pena inserire un impianto di incenerimento in Abruzzo, non dal punto di vista ideologico, ma sostanziale: non serve, è pericoloso per la salute perché dal punto di vista geomorfologico sarebbe assurdo un impianto di quel tipo, e soprattutto non conviene dal punto di vista economico finanziario.

C’è un limite – ha ricordato il sottosegretario – al di sotto del quale non conviene, cioè le 100 tonnellate annue. Noi siamo sulle 55. Se si persevera dobbiamo pensare male? Dobbiamo pensare che vogliano far arrivare qui i rifiuti dal Lazio, dalla Campania, dall’Albania? Io non lo voglio pensare, e allora mi batto per dire no”.

“L’Abruzzo ha scelto l’economia circolare e in poco tempo, ancora senza infrastrutturazione, ma solo comunicando, abbiamo raggiunto il 55% di differenziata, dal 45% da cui eravamo partiti. Ora che creeremo la rete – ha concluso – i risultati saranno ancora migliori”.

E poi la dura replica del Sottosegretario alla consigliere del M5S. “Siamo abituati alle sortite sconclusionate della Marcozzi ed ai suoi metodi di bassa demagogia”. Interviene così il Sottosegretario con delega all’Ambiente Mario Mazzocca sulla questione del Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri sugli Inceneritori in Italia e in Abruzzo, che ricorda «alla Marcozzi come la sua esternazione è l’ennesima ed evidente riprova della giustezza e della proficuità del lavoro che, nell’ambito del governo regionale, stiamo svolgendo ormai da tempo sul tema della salvaguardia ambientale in generale e sul tema specifico dell’economia circolare”.

“Ella – continua Mazzocca – mente spudoratamente quando chiede che ‘il nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti’ debba prevedere solo “il ‘recupero materia’ escludendo la possibilità di incenerimento’, cercando di addebitarci responsabilità altrui sulla vicenda del ‘Decreto Inceneritori’. Abbiamo avuto più volte modo di sottolineare come il nostro PRGR prevede un unico scenario che è esclusivamente rivolto a principi di economia circolare ed abbandona definitivamente quello dell’incenerimento della vecchia stesura di Piano ereditato dalla passata amministrazione. E’ già così dal novembre 2014, ma la Marcozzi finge di ignorare il fatto. Così come finge di ignorare come le direttive in esso contenute, attraverso specifiche azioni, sono stati attivati nel corso del primo terzo della X Legislatura. Come? Lavorando alacremente, progettando ed investendo 36 mln di euro per la realizzazione (ora in corso) di 208 interventi pubblici volti a: diffusione e potenziamento della raccolta differenziata (Delibera di Giunta DGR n. 1005 del 07/12/2015, per circa 1,5 mln €); prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti (DGR n. 1008 del 07/12/2015, per circa 1,0 mln €); “Infrastrutturazione della rete per la raccolta differenziata” (DGR n. 1009 del 07/12/2015, per circa 13,7 mln €); “Impianti di trattamento e compostaggio” (DGR n. 1010 del 07/12/2015, per circa 11,7 mln €); bonifica/messa in sicurezza di discariche pubbliche dismesse e siti inquinati” (DGR n. 1034 del 15/12/2015, per circa 1,1 mln €); interventi per la fornitura di attrezzature, realizzazione di isole ecologiche, attivazione raccolta differenziata porta a porta (DGR n. 1044 del 19/12/2015 e DGR n. 1111 del 29/12/2015, per circa 6,7 mln €); con tante altre iniziative settoriali che completano il quadro delle attività. Della serie, non vede solo chi non vuole vedere”.

“Va inoltre rimarcato il fatto – conclude il Sottosegretario – che la chiara insostenibilità dell’ipotesi ‘Inceneritore’ in Abruzzo dal punto di vista ambientale (sia per configurazione geomorfologica che per condizioni microclimatiche) aumenta sensibilmente sotto il profilo economico-finanziario: infatti, la quantità di indifferenziato prodotto, che negli ultimi due anni è diminuita sensibilmente, non renderebbe positivo il rapporto costi-benefici di un’impresa siffatta nella nostra Regione. In poche parole, l’Abruzzo produce una quantità di ‘rifiuto indifferenziato’ (che si riduce costantemente giorno dopo giorno) del tutto insufficiente a supportare la produttività di un impianto di incenerimento. A meno che qualcuno non pensi di sopperire a tale mancanza con rifiuti provenienti da altre Regioni, per esempio da Roma, laddove le croniche criticità del sistema di gestione dei rifiuti sono state elevate all’ennesima potenza dall’evidente inefficienza di soli pochi mesi di governo pentastellato”.

“Stiano tranquilli gli abruzzesi: faremo la nostra parte fino in fondo per il bene del nostro territorio e delle comunità che lo abitano. Nonostante il Decreto del Governo. Nonostante le elucubrazioni della Marcozzi”.

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