Il Pd incalza sul rimborso ai malati oncologici bocciato

DamicoScloccoRuffiniPescara. Torna a chiedere a gran voce, il Pd, l’approvazione da parte del Consiglio regionale della proposta di Legge per la riassegnazione dei sussidi ai malati oncologici e trapiantati tramite il rintracciamento della relativa copertura economico-finanziaria nella sanatoria edilizia approvata l’8 marzo scorso. Questa mattina, in conferenza stampa, i consiglieri regionali Sclocco, D’Amico e Ruffini hanno ricostruito i dettagli della controversa vicenda andata in scena nell’Aula aquilana.

I soggetti coinvolti sono i circa 4500 malati oncologici e i quasi 100 sottoposti a trapianto ogni anno in Abruzzo. Persone che, da decenni godevano di un piccolo rimborso, la legge finanziaria originaria del ’75 parlava di 250mila lire spettanti ai malati nefropatici e dializzanti, per sostenere le spese dovute agli spostamenti verso le sedi delle terapie e per sopperire all’interruzione lavorativa per il solo periodo di trattamenti chemio e radioterapici. “Ma con un atto di dubbia legittimità , il 27 ottobre del 2010 la maggioranza in Regione ha sospeso il sussidio a 4500 malati oncologici e a circa 90 trapiantati in Abruzzo”, spiega Giovanni D’Amico, vicepresidente del Consiglio Regionale, “vige una legge per il riconoscimento di questo sussidio dal 2001 che prevede per redditi inferiori a 30mila euro annui un riconoscimento di 125 euro mensili”. L’anomalia da parte della maggioranza risiederebbe nell’aver lasciato l’interpretazione della legge ad un dirigente, il quale, sostiene il Pd, avrebbe stabilito che i fondi della legge del 2001 non spetterebbero al capitolo sanitario bensì a quello sociale. Così, il gruppo PD, in opposizione alla sospensione del sussidio, propose di ripristinarne l’erogazione attraverso la proposta del Disegno di Legge regionale: un emendamento che trasferirebbe i 3 milioni di euro incassati con la sanatoria per il recupero ai fini residenziali dei sottotetti esistenti verso la copertura economica del rimborso ai malati suddetti. “Emendamento che la maggioranza non ha voluto approvare né in quella seduta né nelle successive due  del 23 marzo e del 19 aprile”, aggiunge D’Amico.

“A questo punto, nonostante l’ordine del giorno approvato bipartisan”, chiosa Marinella Sclocco, “nonostante nelle due successive riunioni del Consiglio abbiamo richiesto di trasformare in concretezza una proposta di legge confezionata alla perfezione, la maggioranza ha tirato continuamente fuori cavilli tecnici futili per rigettarla”. “ Ora rivendichiamo che il Governo regionale approvi questa Legge, conclude Claudio Ruffini, “che è frutto di lavoro, ma soprattutto di sensibilità nei confronti di categorie più deboli e svantaggiate. Un rimborso delle spese sostenute è indice di civiltà e rispetto per la dignità del malato. I 3 milioni coprono purtroppo solo le annualità 2011-2012 trascorsi i quali,  voglio sperare che i consiglieri di maggioranza individuino le risorse necessarie”. Le domande che nascono sono quindi due; la prima: perché, se la legge è pronta, non viene applicata? “Si attaccano a cavilli tecnici, ma l’assemblea regionale è legislativa, quindi può legiferare superando, come fatto ad esempio per le recinzioni degli stabilimenti balneari, i tecnicismi”, risponde la Sclocco. Ma ancora, fatto di maggior interesse: se, come precisa il Pd, l’ordine del giorno ha approvato la sanatoria contestualizzandola specificatamente al ristoro del rimborso ai malati, quindi cifra non utilizzabile per altri interessi, perché tenerla bloccata ulteriormente nelle casse regionali? La risposta è corale e stridente: “Se ci sono grandi interessi dietro le cose da fare, si fanno; evidentemente i malati contano poco per questa regione”.

Daniele Galli


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