Ricerca Monitor Regione: popolarità in calo per Gianni Chiodi

gianni_chiodiSapete chi è il presidente della Regione più amato d’Italia? Si chiama Augusto Rollandin, è il Governatore della Valle D’Aosta ed ha ottenuto il 69.3 per cento dei consensi. A rivelarlo è la ricerca Monitor Regione, condotta dall’Istituto Fullresearch su un campione di 6000 italiani, intervistati telefonicamente nel periodo compreso tra l’8 novembre e il 17 dicembre 2010.

La ricerca, giunta quest’anno alla sua settima edizione, vede l’ascesa del veneto Luca Zaia (59.4 per cento) e del toscano Enrico Rossi (56.7 per cento).

Brutte notizie, invece, sul fronte dell’Abruzzo: il presidente Gianni Chiodi si piazza tra le ultime posizioni, arrivando 17esimo con un meno 2.5 per cento rispetto al settembre/ottobre dello stesso anno. Dopo di lui, la Sardegna di Ugo Cappellacci ed il Molise di Michele Iorio.

“I cittadini abruzzesi non si fanno più incantare da un presidente che sta smantellando la sanità pubblica” commenta il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci “costringendo le persone a emigrare anche per farsi curare, abbandonando imprese e lavoratori al proprio destino, umiliando il diritto degli aquilani ad una ricostruzione trasparente. Le chiacchiere di Chiodi non pagano più. Chiodi spera di continuare a gettare il fumo negli occhi alle persone, ma il vento sta cambiando, il Partito democratico sta già lavorando all’alternativa di governo, perché dopo la stagione buia di Chiodi si dovrà ricostruire un forte tessuto sociale ed economico”.

Il commento del capogruppo del Pd in Regione, Camillo D’Alessandro. “Per essere chiari, Chiodi non è crollato del solo 2.5 per cento nei sondaggi di gradimento, che lo collocano in terzultima posizione tra i presidenti delle Regioni italiane, ma il calo è molto più consistente e segna una rottura con i rapporti con gli abruzzesi ormai insanabile. Quello pubblicato è il settimo rilevamento a distanza di sei mesi l’uno dall’altro. Nel primo Monitor, effettuato nel secondo semestre 2009, il presidente Chiodi riscuoteva la fiducia del 54.2 per cento degli abruzzesi. A luglio 2010 la fiducia era scesa al 52 per cento, tra settembre ed ottobre 2010 Chiodi segna un ulteriore arretramento arrivando al 50 per cento, a novembre-ottobre 2010, dopo sei mesi ultima rilevazione, si attesta al 47.5 per cento. Ciò significa che in un anno e mezzo Chiodi è passato dal 54.2 per cento al 47.5 per cento cioè il calo è stato di ben 6,7 punti percentuali. Questi numeri indicano una rottura tra il mondo reale e quello dorato di Chiodi, c’è uno stacco tra la vita vera degli abruzzesi e la finzione della Giunta regionale. Chiodi con le sue bugie è stato tanato. La maggioranza non ce la fa. Il centro destra non ha una idea di Abruzzo, non lo conosce, lo ignora e quindi non lo rappresenta più”.

Il commento del vicepresidente della Regione, Alfredo Castiglione. “Chi ha deciso di governare una regione partendo dalle riforme e consegnando alle future generazioni una realtà con meno carrozzoni, meno enti che producono clientela e spreco, con meno burocrazia, maggiore competenza e maggior velocità di esecuzione, si confronta con una realtà abituata a tutt’altra politica. Certamente Chiodi e il suo governo regionale rispondono solo e soltanto ai bisogni alle esigenze e problematiche del territorio, senza scendere a compromessi che nulla hanno a che fare con la risoluzione dei tanti problemi che abbiamo e che possono ostacolare l’azione riformatrice. Se poi ci sono partiti o politici locali che vogliono strumentalizzare a prescindere l’azione del presidente Chiodi, e quindi della sua Giunta regionale, utilizzando il dato relativo al calo di consensi che, ricordiamolo deriva da una indagine commissionata a fine 2010 (su un campione esiguo di cittadini), bisogna ricordare che l’azione politica svolta è stata sempre finalizzata a compiere scelte che per ora sono certamente impopolari, perché vanno a rompere rendite di posizione importanti, non esaltando invece i benefici che l’Abruzzo ne trarrà da ora in avanti. Io dico che a tutte le problematiche a cui Chiodi sta facendo fronte in settori e problematiche cruciali quali Sanità, Ricostruzione, Alluvione, solo per citare 3 situazioni che hanno causato danni socio economici consistenti al nostro territorio, si sta rispondendo più che bene. Se il debito della sanità va via via ridimensionandosi, se le ASL di Pescara e Teramo hanno quasi pareggiato il loro debito e quelle di l’Aquila e Chieti si avviano a farlo, se si ha il coraggio di riconvertire ospedali improduttivi per i bisogni del territorio ma utili a chi vuole conservare privilegi personali, se si ha il coraggio di portare avanti riforme importanti come quelle dei consorzi industriali, consorzi fidi, Comunità Montane, ATO ecc., vuol dire che si sta andando sulla strada giusta e i risultati si vedranno quando avremo una sanità efficiente, senza sprechi e più aderente ai reali bisogni degli abruzzesi e quando avremo ridisegnato la geografia economica e industriale del nostro territorio. Tra l’altro la fiducia di questa classe dirigente abruzzese, dai consiglieri regionali ai parlamentari, i cittadini l’hanno già ampiamente dimostrata nel 2009 e nel 2010 nelle elezioni per il rinnovo di tutti i consigli provinciali e nelle amministrative, fiducia che verrà confermata alle prossime amministrative di maggio. Ai consensi che questo governo regionale sta raccogliendo nel corso delle tornate elettorali, dobbiamo aggiungere anche i dati più che positivi provenienti da dati certi e inconfutabili e non da sondaggi che, in quanto tali, non rappresentano mai la realtà effettiva. Tali dati testimoniano l’aumento della produzione, dell’export, del manifatturiero, i valori importanti espressi dall’agricoltura, l’ingente valore in incentivi messo a disposizione delle PMI per ricerca e innovazione, reti d’impresa e accesso al credito che ci pone al pari di quanto destinato dall’Emilia Romagna, l’aumento delle nuove PMI. Queste cifre vengono fuori da quelle scelte che alcuni definiscono impopolari ma che rispondono alle esigenze reali dell’Abruzzo. Chi oggi risponde, nell’anonimato di un sondaggio, che non voterebbe più per Chiodi, sta affermando che l’Abruzzo avrebbe dovuto continuare a navigare in acque clientelari, in un sistema con 34 ospedali, 78 consorzi fidi, tanti enti inutili, altri sovradimensionati nel numero come ATO, Consorzi Industriali, IPAB, Comunità Montane, ecc., per non parlare di tanti reparti ospedalieri che rispondono solo a logiche partitiche e null’altro. Persone che, non abituate a vedere l’Abruzzo con risorse economiche elargite con criteri legati al merito e alla trasparenza e non più a logiche campanilistiche locali o populiste, pensano sia più facile disporre di finanziamenti a pioggia. Il nuovo criterio utilizzato dall’attuale governo regionale si sta muovendo tra l’altro in una fase di ottimizzazione delle risorse provenienti dall’UE e dallo Stato, non avendo la Regione Abruzzo possibilità di utilizzare risorse endogene. A chi commissiona simili sondaggi voglio dire che tanta è la gratitudine perché ci fanno capire che le scelte che stiamo mettendo in campo sono quelle giuste perché stanno scardinando sistemi e storture. Tali scelte possono portare a simili reazioni in una prima fase, ma questa maggioranza forte e coesa, con Consiglio Regionale insieme alla Giunta, si riconosce perfettamente nelle scelte del Governatore Chiodi. L’utilità del sondaggio sta nel ricordare la cose fatte e quelle che bisogna ancora fare e nel dire che gli abruzzesi non rappresentano un popolo che si lascia strumentalizzare da sondaggi o da guerre partitiche che qualche personaggio vuole portare avanti al fine di bloccare processi di riforma necessari per il nostro futuro. Dobbiamo procedere ad una maggiore velocità di esecuzione, corredata da minore burocrazia, al fine di arrivare celermente a produrre le riforme auspicate i cui effetti si vedranno tra qualche tempo. Abbiamo di fronte quasi tre anni per mostrare all’Abruzzo i segni tangibili di quel cambiamento e di quella discontinuità rispetto al passato, richiesti dai cittadini quando diedero fiducia al governatore Chiodi e di cui già si vedono gli effetti. Bisogna accelerare nel favorire la realizzazione di quei programmi ed il soddisfacimento di quelle attese di cui i nostri cittadini sono portatori. E’ nostro dovere riflettere su come meglio comunicare quanto stiamo facendo, considerando che la nostra politica non è finalizzata a guardare alla futura campagna elettorale ma al benessere delle future generazioni, indossando la maglia della passione e non quella del tifoso”.

 

 

Impostazioni privacy