“La legge” commenta il consigliere regionale Nicola Argirò “era attesa da tante famiglie ed imprenditori abruzzesi che potranno così sanare situazioni pregresse e ridare slancio all’edilizia, settore oggi in grande difficoltà”.
Polemiche, invece, le reazioni dell’opposizione sull’approvazione del provvedimento.
“Per la prima volta” denuncia il consigliere regionale dell’IdV Cesare D’Alessandro “in Abruzzo vengono sanati interventi edilizi non ancora esistenti. Con l’approvazione della leggina la maggioranza di centro destra sconquassa lo stato sociale e viola i principi elementari della Costituzione. Una leggina modificata in Aula, all’ultimo istante, da un emendamento del PdL, che consente il recupero dei sottotetti non più soltanto ai privati cittadini proprietari di casa, ma anche a quei palazzinari che continuano a speculare sul diritto dei cittadini alla casa. Una leggina approvata violando ogni norma regolamentare e di democrazia, impedendo all’opposizione, con artifizi interpretativi, di far valere le proprie ragioni”.
Sul piano costituzionale, secondo D’Alessandro ci sarebbe un duplice vizio di incostituzionalità. Anzitutto “consente ai palazzinari di avvantaggiarsi da qui a un futuro prossimo: potranno, infatti, ottenere la sanatoria per tutti i sottotetti esistenti al momento dell’entrata in vigore della legge. Presumendo che la legge entrerà in vigore non prima di alcune settimane, se non mesi, i costruttori potranno ancora realizzare o completare i loro sottotetti già sapendo che saranno condonati a fini residenziali. Insomma, le lobbyes dei costruttori potranno giocare al superenalotto sapendo in anticipo quali numeri saranno estratti: una leggina a favore di pochi fortunati, il pagamento di una cambiale firmata in bianco”.
Ma non è tutto, considerato che secondo l’Italia dei Valori ieri, con l’approvazione di questa legge, si è consumata “la demolizione dello stato sociale”. “E’ sotto gli occhi di tutti” continua D’Alessandro “il cinico populismo del PdL, che con la leggina sui sottotetti introduce un principio devastante per il mantenimento dello stato sociale, legando il riconoscimento del diritto alla salute al soddisfacimento delle clientele, all’elargizione di privilegi in favore delle classi economicamente più forti. Una mela avvelenata anche per qualcuno dell’opposizione. Dopo aver azzerato tutti i fondi per i diritti dei più deboli le sofferenze dei malati abruzzesi saranno ogni volta messe sul piatto della bilancia, portate a giustificazione delle nefandezze compiute da questa maggioranza. L’Italia dei Valori presenterà le sue osservazioni anche al Governo nazionale, per richiedere che la legge sia impugnata dinanzi alla Consulta per la sua manifesta incostituzionalità. Resta il fatto che nessuno, anche nel passato aveva mai osato tanto: concedere una sanatoria a futura memoria”.
Altrettanto duro il commento di Camillo D’Alessandro, capogruppo del Pd in Consiglio Regionale. “Dopo circa 24 mesi la maggioranza non riesce a fare altro che partorire il topolino, approvare non una riforma sull’edilizia attesa da Comuni, cittadini ed operatori economici, bensì la modesta norma sui sottotetti. Ora le sorti dell’Abruzzo saranno risollevate dai sottotetti. La cosa più grave è che, a fronte di un accordo raggiunto con l’inaffidabile neo capogruppo del Pdl, Lanfranco Venturoni, in aula hanno cambiato le carte: scompare il testo di legge arrivato in Consiglio ed approvano l’emendamento della Consigliere Federica Chiavaroli. Con quali differenze? Che prima erano sanabili i soli sottotetti esistenti sino al 31 dicembre del 2009. Con l’emendamento Chiavaroli si estende la sanatoria a tutti i sottotetti fino alla data di pubblicazione della legge, che dovrà ancora avvenire. Quindi una legge al futuribile, mai esistita fino ad oggi. Evidentemente già sanno che nei prossimi giorni ci saranno sanatori in giro. Quindi, a partire da ieri sera fino alla pubblicazione della legge sul Bura, ci sarà una autentica corsa nei Comuni per ottenere il rilascio delle autorizzazioni e sanare gli abusi realizzati. A chi serve questa norma? Perché si è derogato al termine del 31 dicembre del 2009? Per chi? Vedremo e vigileremo”. E D’Alessandro avverte: “Non consentiamo l’inganno perpetuato senza ritegno nei confronti dei malati oncologici che già si sono visti tagliare, nei mesi scorsi, i contributi per il trattamento chemio-terapico e il rimborso spese viaggio per raggiungere i luoghi di cura. Avevamo dato il nostro assenso a votare il testo originario, non la norma Chiavaroli, a condizione che le risorse derivanti dal gettito dei sottotetti fossero destinati a questa misura. Prima hanno dato il loro assenso, poi non hanno finalizzato le somme che sono andate in un capitolo indistinto di entrata. Come noto tutte le entrate aggiuntive, se non finalizzate, vanno obbligatoriamente destinate al finanziamento del debito sanitario. Fatta la legge, trovato l’inganno: i sottotetti sì, i malati oncologici no. Ora non possono lavarsi la coscienza raccontando di aver approvato una risoluzione. Che significa? La risoluzione non è un capitolo di bilancio, solo tanta cattiva fede, mai vista tanta miseria”.
E questa mattina, nella sede del Consiglio Regionale, il gruppo del PdL ha presentato in conferenza stampa lo stralcio della normativa sui sottotetti nell’ambito del Testo Unico sull’Edilizia, alla presenza del capogruppo Lanfranco Venturoni, dell’assessore all’Urbanistica Gianfranco Giuliante e dei consiglieri Riccardo Chiavaroli, portavoce del gruppo, Emiliano Di Matteo, vice capogruppo, Federica Chiavaroli e Alessandra Petri.
Il portavoce Riccardo Chiavaroli, nel sottolineare “la valenza politica della scelta fatta ieri dalla maggioranza di assumere l’onere di governare e di approvare leggi a lungo attese da quei cittadini che hanno rinnovato a più riprese la loro fiducia nel PdL”, ha messo in evidenza “la compattezza dimostrata dal gruppo, smentita nei fatti alle insinuazioni di disfacimento dell’opposizione”.
L’assessore Giuliante, a sua volta, ha evidenziato come tale provvedimento vada “nella direzione strategica di una logica del contenimento dell’utilizzo del territorio, segnando così una chiara e quanto mai necessaria inversione di tendenza che riduca la possibilità che calamità come quella che nei giorni scorsi ha colpito il teramano non siano rese ancora più drammatiche da un terreno reso fragile dall’uso spropositato fatto in passato”.
“Con il provvedimento sui sottotetti” ha detto Venturoni “la Regione va a recuperare fondi che diversamente non avrebbe riscosso e lo fa senza modificare l’assetto urbanistico ma regolarizzando l’esistente e combattendo l’abusivismo. Tali fondi, peraltro, consentiranno alla Regione di destinare nuove quanto preziose risorse ai malati oncologici dando una risposta concreta alla preoccupante situazione del sociale. L’Abruzzo non ha bisogno di chiacchiere e la maggioranza consiliare intende portare avanti con determinazione leggi di riforma in grado di conciliare il risanamento dei conti con l’esigenza altrettanto irrinunciabile di restituire slancio allo sviluppo e ossigeno alle famiglie abruzzesi già sottoposte a un carico fiscale molto alto e lo farà senza farsi ingabbiare da un’opposizione che, dopo aver tenuto bloccati i progetti di legge per anni nelle commissioni consiliari nel nome della condivisione, non si fa poi scrupolo di presentare in aula migliaia di emendamenti strumentali e privi di merito”.
Gli aspetti tecnici della legge sono stati trattati nel dettaglio dal consigliere Emiliano Di Matteo e dal consigliere Federica Chiavaroli, anche in sostituzione del presidente della II Commissione Luca Ricciuti, assente per impegni, e hanno evidenziato come tale provvedimento non dia una risposta solo a una categoria, i costruttori, ma ai tanti cittadini che da tempo lo sollecitavano.
Nello specifico, la Regione Abruzzo promuove il recupero ai fini residenziali dei sottotetti esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge con l’obiettivo di razionalizzare e contenere il consumo del territorio. Si definisce sottotetto il volume sovrastante l’ultimo piano dell’edificio ricompreso nella sagoma di copertura. Il sottotetto deve essere realizzato nel rispetto delle normative comunali e regionali vigenti. L’altezza media ponderale non può essere inferiore a 2,40 m. Le norme sismiche e igienico sanitarie devono essere rispettate. Se volti alla realizzazione di nuove unità immobiliari, gli interventi sono subordinati all’obbligo di reperimento, nella misura prevista dagli strumenti di pianificazione comunale, di spazi per i parcheggi. Al fine di garantire il benessere degli abitanti, gli interventi possono comportare l’apertura di porte, finestre e lucernai. I progetti prevedono opere di isolamento tecnico anche ai fini del contenimento dei consumi energetici dell’intero fabbricato. Le entrate relative a questo provvedimento, stimabili tra i 2 e i 3 milioni di euro, saranno destinate ai malati oncologici.
“Esprimo soddisfazione per l’approvazione della norma a cui mi sono dedicato” commenta il capogruppo di FLI Berardo Rabbuffo. “Avevo già provato a proporre la legge in Consiglio, ma a causa dell’ostruzione del centro sinistra i tempi per la sua definitiva approvazione si sono inevitabilmente allungati. E’ da sottolineare che, come già successo in passato, grazie alla presenza del FLI la maggioranza è riuscita a mantenere il numero legale ed ad avere i voti per l’approvazione di una legge. E’ una legge importante che completa ed integra il piano casa già approvato, che nel merito, centra diversi obbiettivi e rappresenta una grande opportunità a livello sociale, architettonico ed economico. Infatti, lo spirito della normativa è ben preciso: quello di ridurre o almeno di limitare l’espansione delle città e il conseguente continuo sfruttamento delle risorse territoriali esistenti che non sono inesauribili attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente. Inoltre, rappresenta una valida opportunità per le famiglie che hanno bisogno di un’abitazione più grande, poiché tale normativa consentirebbe ai proprietari degli ultimi piani di ampliare la propria abitazione recuperando il sottotetto, o, eventualmente, di creare una nuova unità abitativa. Inoltre può contribuire al riutilizzo di molti volumi presenti all’interno dei centri storici. Infine, grazie alle entrate previste dai maggiori oneri di urbanizzazione, ora possiamo finalmente reperire i fondi necessari al sostegno dei malati oncologici”.
“Il blitz del centrodestra nel Consiglio Regionale con lo stralcio della norma per recupero abitativo dei sottotetti dal Testo Unico dell’edilizia è una furbata sbagliata nel merito e nel metodo” commentano i consiglieri regionali Maurizio Acerbo e Antonio Saia. “Noi avevamo chiesto di limitare la possibilità di avvalersi della legge alle famiglie non ai costruttori che ora potranno vendere a prezzi maggiorati superfici pertinenziali. Per i sottotetti che andranno a costituire nuova unità immobiliare viene previsto che i parcheggi pertinenziali devono essere posti entro il perimetro del Comune. Questa ridicola norma comporterà un prevedibile aggravarsi dei problemi legati alla sosta perché il carico urbanistico aumenterà senza i relativi standard. Per una nuova unità abitativa a Chieti alta, ad esempio, si potrà dichiarare il parcheggio allo Scalo o a Pescara, si potrà abitare in una mansarda in centro con parcheggio pertinenziale a San Silvestro. Se il sottotetto diventa un nuovo appartamento come si fa a non prevedere il reperimento dello standard di parcheggio che sarebbe richiesto per qualsiasi normale nuova unità abitativa. Particolarmente odioso che per legittimare un atto di bullismo istituzionale il nuovo capogruppo Venturoni si sia fatto scudo dei malati oncologici. In primo luogo perché si tratta di una trovata demagogica dell’ultima ora. Le entrate relative a questo provvedimento, stimabili tra i 2 e i 3 milioni di euro, non è detto che saranno destinate ai malati oncologici perché potrebbero finire nel calderone del debito sanitario. Nella Regione del terremoto il massimo orizzonte programmatico del centrodestra è la sanatoria dei sottotetti. Speravamo che il susseguirsi di calamità inducesse un ravvedimento operoso nella politica regionale e che ci si potesse finalmente confrontare su una strategia di gestione del territorio fondata sulla rigenerazione della risorsa acqua, la massima permeabilità possibile dei suoli urbani e una parallela attenzione alla vulnerabilità degli acquiferi. Se la pioggia è un fatto naturale, la impermeabilizzazione progressiva del territorio è frutto di dissennate scelte politiche. Questo è il senso della nostra battaglia sull’urbanistica regionale che spesso si trasforma in un monologo per assenza di interlocutori”.