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Pescara. Le politiche sociali in Abruzzo voltano pagina. Il Consiglio regionale ha dato il via libera al nuovo Piano sociale regionale 2016-2018 destinato a cambiare la governance ma soprattutto a disegnare “nuovi e più moderni scenari” al passo con i cambiamenti della società. A presentare il nuovo Piano sociale è stato l’assessore al ramo, Marinella Sclocco, visibilmente soddisfatta per un risultato definito “epocale”.
“Il nuovo Piano – ha spiegato l’assessore Sclocco – cambia l’intera filosofia delle politiche sociali, mettendo sul campo un’organizzazione più razionale e meno dispersiva, dando la possibilità alla parte pubblica di collaborare con i privati nella progettazione e definendo i standard qualitativi dei servizi prevedendo appunto l’accreditamento delle società che erogano servizi sociali, al pari di quello che avviene in campo sanitario”.
Il nuovo Piano riduce innanzitutto gli Ambiti territoriali sociali portandoli da 35 a 24 e facendoli coincidere con i Distretti sanitari. “E’ il primo passo – ha aggiunto l’Assessore – di quell’integrazione socio sanitaria, già attiva in altre regioni, che prevede una cabina di regia nella quale i due mondi, non sempre tra loro concilianti, possano discutere e programmare”.
La coincidenza degli Ambiti e Distretti permette in questo modo di prendere in carico il cittadino e di offrire un sistema integrato di servizi assistenziali e sanitari. “Questo significa – prosegue Marinella Sclocco – meno passaggi burocratici e migliore qualità dei servizi, anche perché sarà determinante il ruolo dei soggetti locali per programmare e presentare un’offerta commisurata alle esigenze dei singoli Ambiti-Distretti”.
Altro elemento di novità del Piano sono le risorse a disposizione: oltre 200 milioni di euro per i prossimi tre anni. “Una cifra rilevante, che vuole evidenziare l’impegno che vogliamo mettere sul campo per le fasce più deboli della società. Il nuovo Piano servirà anche a contestualizzare tutte le azioni del sociale utilizzando risorse su una programmazione integrata ed evitando in questo modo la frammentazione. Il passaggio non è agevole perché si tratta di rivoluzionare il modo di approccio, ma da qualche parte si doveva pur cominciare”. I tempi di attuazione della riforma prevedono l’emanazione da parte della Regione degli atti di indirizzo; i Comuni hanno 90 giorni di tempo per costituire i nuovi Ambiti distrettuali sociali e hanno, a sua volta, altri 150 giorni per scrivere i nuovi Piani distrettuali sociali.