“Più volte abbiamo denunciato le criticità di questo progetto – spiegano il Capogruppo di Forza Italia, Lorenzo sospiri e il presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo – per questo vogliamo che il piano di lavoro del gruppo Toto venga illustrato in Consiglio regionale affinché tutta l’assise ne possa conoscere finalmente i contenuti.
Abbiamo già inoltrato al Dirigente della Presidenza richiesta formale di copia della Delibera per avere contezza dei costi e, soprattutto, dei pareri tecnici che occorrono per realizzare un’opera imponente e impattante come la deviazione di un’arteria autostradale nel cuore delle aree interne protette e tutelate della nostra Regione.
Non è concepibile – continuano i consiglieri di Forza Italia – che vengano fatti incontri sui territori e tavoli tematici quando chi è chiamato a decidere e legiferare ancora non viene a conoscenza della documentazione.
Il Presidente D’Alfonso deve capire che esistono regole istituzionali e uno statuto regionale che non può eludere visto anche la ferma contrarietà manifestata dalle comunità dei territori interessati che non sono stati minimamente ascoltati.
Ora sarà costretto a fare chiarezza in Aula per spiegare nei dettagli l’idea del progetto di variante di A24 e A25 perché il Consiglio regionale è l’unico luogo deputato ad affrontare un progetto di tale portata”.
‘Siamo sbigottiti, stupiti e arrabbiati, come dovrebbero esserlo tutti gli abruzzesi, che amano il loro territorio, ora ci sembra chiaro, più di coloro che lo amministrano.
Il progetto Toto è devastante, basterebbe pensare solo alla doppia galleria tra Parco nazionale d’Abruzzo Lazio Molise e Roccaraso, al tunnel sotto la Montagna Grande e il Genzana (riserva della Regione Abruzzo).
Si ripercorrono vecchi errori che porteranno l’impoverimento di quei territori che si vedranno scavalcati e allontanati: Valle del Giovenco, Gole del Sagittario e Alto Sangro.
Non si pensa ad un miglioramento delle reti di collegamento pubbliche, non ad una mobilità sostenibile, non a rendere efficiente il trasporto ferroviario o le autolinee pubbliche ma , come sarebbe potuto avvenire 50 anni fa ad diminuire ( inutilmente e neanche sicuramente) di pochi minuti una percorrenza devastando tutto ciò che esiste intorno. Ci sentiamo fin da ora a perorare la candidatura al premio ATTILA 2016 del signor Toto e del presidente D’Alfonso.
L’impatto incredibile sull’intero acquifero della Regione Abruzzo, nostro patrimonio con cui ci dissetiamo, che alimenta fiumi e sorgenti utili con cui abbiamo fatto grande l’industria agroalimentare e l’agricoltura, sarà distruggente.
Il tutto senza ascoltare i territori, gli Enti preposti alla tutela dell’ambiente, senza studi approfonditi, dimostrando nessun amore verso l’Abruzzo. Crediamo che il signor Toto abbia già molto da pensare per far funzionare il tratto di autostrada che gestisce, per altro rendendola uno dei tratti autostradali più costoso d’Italia, che occuparsi di cementare una regione’, si legge in una nota di Mountain Wilderness Abruzzo.
‘Siamo molto arrabbiati, e non lasceremo nulla d’intentato. Abbiamo saputo difendere il Gran Sasso da ulteriori stupidi trafori; questa battaglia sarà più grande e più importante – afferma Massimo Fraticelli
resp. Parchi dell’ass. Mountain Wilderness Abruzzo –
Molti consiglieri regionali, molti “ex politici” che oggi hanno incarichi nelle segreterie di assessori e nella segreteria del presidente D’Alfonso, erano con noi nella battaglia contro il terzo traforo. Ci aspettiamo che dicano qualcosa.
Non si può essere “per la tutela dell’ambiente” e “devastatori” al tempo stesso. Non si può sempre guardare alle proprie convenienze. Ci aspettiamo che ogni consigliere regionale, sindaco, amministratore piccolo o grande che
sia esprima il suo dissenso più ampio e chiaro verso questo sciocco e devastante progetto. Ora conosceremo chi ama l’Abruzzo e chi no”.
Da oggi gli abruzzesi si ritengano mobilitati, è necessario l’apporto di tutti per fermare un progetto che
cambierà il volto dell’Abruzzo e lo condannerà ad una involuzione economica e sociale fortissima’, si legge in conclusione della nota.
‘La lettura stamane sui quotidiani abruzzesi delle argomentazioni dell’ad di Toto Ramadori non può che suscitare un misto di rabbia e ilarità.
Possibile che i Toto ci considerino così sprovveduti? Ramadori davvero si arrampica sugli specchi pur di giustificare un progetto che non avrebbe mai dovuto presentare e soprattutto che il presidente della Regione non avrebbe mai dovuto sponsorizzare.
Tutto è possibile in Abruzzo visto che in un paese del Nord Europa uno come D’Alfonso con le cose venute fuori nei processi non l’avrebbero candidato neanche all’amministrazione di un condominio per il palese legame con un’impresa così influente sul territorio. Un tale palese conflitto d’interesse avrebbe dovuto indurre il presidente ad evitare di sostenere il progetto dell’azienda di famiglia’, dichiara Maurizio Acerbo della segreteria nazionale Rifondazione Comunista-Sinistra Europea.
‘LA MINACCIA. Ramadori minaccia e annuncia che i Toto se ne vanno se non ottengono la proroga della concessione. Un ricatto che non vedo perchè debba impensierire gli abruzzesi. Non c’è nessun altro che sa gestire un’autostrada? E se per caso l’autostrada tornasse a gestione pubblica sarebbe un dramma? D’Alfonso comunque già sta lavorando a livello europeo per ottenere proroga.
PROGETTO FANTASMA. Ramadori ci comunica che il progetto sarebbe cambiato di nuovo: un tentativo di depotenziare la protesta che monta. E un segno della mancanza di trasparenza di un’operazione sgangherata che è potuta andare avanti solo perchè i Toto attraverso D’Alfonso hanno conquistato il governo regionale.Ora che abbiamo fatto conoscere il progetto e i disastri che comporterebbe cambiano le carte in tavola. A proposito dove sono i nuovi presunti elaborati progettuali?
CAMION IN FIAMME. Il motivo per cui bisogna far lavorare la costosissima talpa di Toto e realizzare decine di km di gallerie sarebbe quello di evitare che i mezzi pesanti vadano a fuoco mentre attraversano le montagne abruzzesi. Però non ci risulta che sia venuta dagli autotrasportatori la richiesta dell’opera anzi che importanti associazioni di categoria si siano dichiarate apertamente contrarie.
LE PIRAMIDI DI TOTO. Per creare consenso in tempi di alta disoccupazione Ramadori spara un numero di occupati nel cantiere spropositato (20.000!) come se oggi si usassero le tecniche degli antichi egizi. Le gallerie le faranno con martello e scalpello? Trascineranno i blocchi di roccia con funi e carretti?
I SOLDI. Poi Ramadori tira fuori un’autentica perla: “qui si mettono capitali privati, mentre per la ferrovia sarebbe lo Stato a dover investire”. Ramadori dimentica di dire che i soldi li metteranno i cittadini con i pedaggi mica Toto che in materia (non metterci i soldi suoi) è un vero esperto. Consiglierei di verificare come Toto si è pagato la concessione autostradale.
Ultima considerazione: Tende a far apparire come esagerazione le critiche ambientaliste al progetto di Toto&D’Alfonso dipingere Ramadori come un tapino che fa il suo mestiere e che viene tacciato di essere un Attila dai soliti cattivoni.
Faccio presente che il gruppo Toto non brilla certo per ambientalismo visto che è stato ed è oggetto di vari procedimenti giudiziari per reati ambientali. Anche in compagnia di D’Alfonso. Volevano far passare un viadotto sopra una riserva naturale e furono fermati solo dall’intervento di Rifondazione e del WWF. Per non parlare dei processi a Firenze per varianti di valico e terza corsia dell’A1 fra Firenze e Bologna’, conclude Acerbo.