Abruzzo. Si è tenuta stamattina in Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali l’audizione del Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, Commissario ad acta per il Piano di rientro, e del Subcommissario Giovanna Baraldi. Nella sua introduzione il Presidente della Commissione Orlando ha riassunto i termini della situazione finanziaria e fatto richiamo ai casi di presunti errori sanitari e a segnalazioni relative al funzionamento del Servizio sanitario nazionale, anche con riferimento alle strutture carcerarie di Teramo e di Sulmona.
“Di fronte alla grave situazione finanziaria della sanità abruzzese – ha sottolineato Leoluca Orlando – si impongono scelte chiare ed obbligate, nel rispetto del Piano di rientro e dell’esigenza inderogabile di garanzia del diritto alla tutela della salute dei cittadini”.Il Presidente della Regione Chiodi e il subcommissario Baraldi hanno successivamente fornito un quadro delle disfunzioni e delle anomalie registrate nel corso della precedente gestione regionale e hanno indicato le azioni poste in essere e programmate per farvi rimedio, ribadendo, come già fatto in precedenza sulla stampa e in altri sedi, l’abnorme peso di interessi localistici e l’abnorme moltiplicazione di strutture pubbliche e private con conseguente inappropriata crescita di posizioni dirigenziali e di posti letto. Il Presidente Chiodi, nell’illustrare la situazione, ha inoltre posto l’attenzione sulla presenza di diverse strutture private accreditate non in linea con la vigente normativa e il patologico affidamento, pressoché esclusivo, del servizio di riabilitazione a strutture private. Il Presidente Orlando, così come altri parlamentari intervenuti durante l’audizione, ha evidenziato come, “negli anni 2004/2007 la Corte dei Conti abbia censurato la distrazione di risorse previste per il servizio sanitario ad uso diverso dallo stesso servizio” ed ha sottolineato “l’enorme costo dell’esplosione del debito, costo non corrispondente ad un effettivo miglioramento del servizio reso ai cittadini”.Dopo due ore di audizione, la Commissione ha ritenuto di dover richiedere al Presidente Chiodi di fornire, in maniera analitica, un elenco delle scelte effettuate durante la sua gestione, con indicazioni sui tagli dei settori pubblico e privato, delle strutture e dei dipartimenti nonché sulle modalità di riconversione degli ospedali, con connessa indicazione di intervento e, in generale delle misure disposte per garantire l’effettiva tutela del diritto alla salute dei cittadini abruzzesi, specie se residenti in zone di montagna o di difficile accesso. ed intenda tutelare l’interesse pubblico, con riferimento ai procedimenti in atto davanti all’autorità giudiziaria penale e davanti alla Corte dei Conti e relativi alla passata gestione così come ha richiesto dati sul contenzioso in sede amministrativa e civile aventi come oggetto atti e scelte della nuova gestione della sanità in Abruzzo. “La Commissione d’inchiesta – ha aggiunto il Presidente Orlando – resta in attesa di conoscere ogni eventuale caso di denunciate iniquità, collusioni e privilegi e ha sottolineato l’esigenza di una specifica relazione sui controlli posti in essere o programmati per evitare il ripetersi di anomalie sprechi e disservizi. Nel supplemento di documentazione richiesta, la Commissione ha inoltre voluto sottolineato la necessità di far pervenire specifiche notizie in merito alle criticità e alle conseguenze, nel servizio sanitario della regione Abruzzo, verificatesi a seguito del drammatico terremoto del 6 aprile 2009. Abbiamo, infine, deliberato di procedere ad un supplemento di audizione che verterà sui dati e sugli elementi di conoscenza che il Presidente Chiodi si è impegnato a far pervenire al più presto”.A Chiodi e alla Baraldi è stata consegnata una tabella riassuntiva di 7 casi di presunto errore sanitario verificatisi nella Regione e rispetto ai quali la Commissione attende eventuali ulteriori elementi di chiarimento da parte del competente assessorato.
La reazione di Carlo Costantini (IdV). “Le dichiarazioni di Chiodi in Commissione parlamentare sulla sanità lasciano sbigottiti. Lui – che ha sempre contestato l’azione della magistratura – ora utilizza i risultati delle inchieste per dimostrare l’esistenza di poteri forti che gli impedirebbero di riformare la sanità. Lui – che è stato nominato Presidente dal detentore del più grande conflitto di interessi del pianeta, che utilizza i propri mezzi di informazione per uccidere politicamente i non allineati e che, con i suoi amici, detta il palinsesto in alcune tv teramane – ora mette in discussione la professionalità e l’indipendenza di decine di giornalisti che a giudizio di tutti fanno fino in fondo il loro dovere, perché l’azionista di riferimento e’ titolare di una clinica privata. Lui – che da mesi prepara il piatto abruzzese per l’avvento dei monopolisti della sanità privata lombarda e di altre Regioni del nord, addirittura mettendo in vendita a prezzi di saldo gli ospedali pubblici (vedi Ospedale Sant’Omero) – ora lamenta che un privato che da mezzo secolo ha una clinica di fronte ad un ospedale gli impedirebbe di fare le riforme. Lui – che ha dichiarato che il suo Piano operativo ridurrà la spesa sanitaria ed ha lasciato inascoltati tutti gli allarmi di chi ha sempre sostenuto che, se ti limiti a tagliare i servizi, produci una inevitabile impennata dei costi per la mobilità passiva – ora mette le mani avanti e riconosce il rischio della crescita della spesa per la mobilità passiva, individuando in questo caso un altro colpevole, il Presidente della Regione Marche. Lo sgomento che mi ha prodotto leggere quello che ha dichiarato Chiodi in Commissione parlamentare mi costringe – come costringerebbe qualsiasi persona di buon senso, che ama la sua terra e che guarda al futuro – a rivolgere un appello disperato, forse l’ultimo possibile, prima del naufragio definitivo, alla stessa maggioranza che sostiene Chiodi in Consiglio Regionale. Fermatelo! Obbligatelo a venire in Consiglio Regionale; autoconvochiamoci tutti i giorni, anche per un mese consecutivo ed assumiamoci pubblicamente, di fronte a tutti gli abruzzesi, la responsabilità di proporre un nuovo piano di rientro, capace di esprimere una visione organica dei bisogni di salute dei cittadini e delle esigenze di risanamento del deficit, senza pregiudizi di alcun genere, senza offendere nessuno, senza individuare colpevoli al di fuori di noi, che abbiamo il potere di decidere, avendo come unico obiettivo il bene comune, l’interesse generale di una comunità che oggi non trova una sola ragione per credere ancora nella sua classe politica regionale”.