Il presidente della Regione Gianni Chiodi afferma che in Abruzzo sarà ancora possibile estrarre idrocarburi gassosi. “Chiodi non ha compreso quale sia la preoccupazione dei cittadini abruzzesi” commenta Walter Caporale, capogruppo regionale dei Verdi. “Il problema è che l’Abruzzo è nel mirino di numerose società petrolifere straniere, che arrivano, si arricchiscono e lasciano la devastazione. Per fare ciò non è necessario che estraggano petrolio, ma è sufficiente che estraggano anche solo il gas”.
Diverse società, infatti, hanno avanzato istanze per la concessione di autorizzazioni per l’estrazione di gas pesanti che prevedono impianti di desolforizzazione come il Centro Oli di Ortona.
“Il presidente Chiodi salvi l’Abruzzo da effetti Vajont” aggiunge Caporale “e prenda conoscenza dell’istanza della Forest Oil con sede a Denver, Colorado, USA che ha avanzato richiesta di concessione per costruire una raffineria di trattamento gas e petrolio in una zona geologicamente instabile, Monte Pallano e Lago di Bomba, nel teatino. Estrazioni di gas che interessano parti di terreno che si trovano sotto i fondali del Lago di Bomba. Ricordo al presidente che la stessa zona fu oggetto di analisi da parte dell’Eni già a partire dagli anni ’60 ed ogni volta si concluse che trivellare il lago non sarebbe stato saggio a causa di possibili rischi di cedimenti della diga, con conseguenze devastanti per le popolazioni locali”.
Caporale chiede, dunque, a Chiodi un impegno a scongiurare la realizzazione di progetti di estrazione e lavorazione del gas e ad aprire un confronto con i cittadini.