L’Abruzzo è tra le prime dieci regioni italiane con minor tasso di mortalità relativa al biennio 2006-2007. Nel 2006, infatti, il dato abruzzese è risultato inferiore del 4% per quanto riguarda gli uomini e del 5% per quanto riguarda le donne rispetto alla media nazionale. Nel 2007, invece, è stato inferiore del 3% (uomini) e 4% (donne).
E’ quanto emerge da un’analisi, relativa agli anni 2006-2007, sviluppata attraverso la lettura dei rapporti ISTISAN sulla mortalità in Italia e presentata, questa mattina, a Pescara, nella sede dell’Agenzia sanitaria regionale, nell’ambito di un incontro coordinato dall’epidemiologo dell’ASR, Felice Vitullo.
Nel 2006, in particolare, l’Abruzzo si è posizionato al quinto posto per minor tasso di mortalità per gli uomini ed al settimo della classifica per le donne mentre nel 2007 è andato ad occupare la nona posizione per gli uomini e la decima per le donne. Il miglior dato in assoluto l’hanno fatta registrare le Marche che possono vantare un tasso di mortalità inferiore rispetto all’Abruzzo del 5% per gli uomini e del 9% per le donne. La relativa perdita di vantaggio rispetto alla media nazionale, secondo questa analisi, deriva soprattutto da un rallentamento della diminuzione della mortalità. In ogni caso, per l’Abruzzo i numeri sono incoraggianti soprattutto in relazione alla mortalità per tumori dove il tasso è inferiore del 19% rispetto alla media nazionale facendo collocare l’Abruzzo tra le prime posizioni insieme a Marche, Molise e Basilicata.
Un sensibile miglioramento si registra anche nella mortalità per tumori ematologici che nel 2007 vede l’Abruzzo registrare i tassi più bassi sia tra gli uomini che tra le donne (terza posizione) mentre nel 2006 il dato percentuale la vede addirittura primeggiare in classifica tra gli uomini e collocarsi al secondo tra le donne. Nel 2007 i decessi registrati tra i residenti in Abruzzo sono stati 13506. Infine, in relazione alla cause naturali di mortalità, il 25,2% è attribuito a tumori, il 41,2% a malattie del sistema cardiocircolatorio, il 13,6% a malattie cerebrovascolari, il 7,3% a malattie del sistema respiratorio, il 4,5% a malattie dell’apparato digerente, un ulteriore 10% è attribuito malattie del sistema nervoso (4,4%), malattie dell’apparato genitourinario (1,9%), disturbi psichici e comportamentali (1,9%), malattie infettive (1,4%) e malformazioni congenite (0,26%).