Chiodi difende il ‘suo’ Abruzzo: “In due anni ho lavorato per dieci”

 

chiodiPescara. Celebra oggi il secondo compleanno della sua amministrazione regionale Gianni Chiodi e lo fa, affiancato dal suo Esecutivo, con un resoconto ‘riassunto’ in 66 pagine illustrate in conferenza stampa. “Non do mie impressioni, lascio parlare i dati e i fatti”, esordisce, ma subito commenta: “Sono stati due anni, ma mi sono sembrati dieci”.

Una considerazione che lascia trapelare la soddisfazione del presidente della Regione per il lavoro svolto a fronte delle criticità congiunturali affrontate. Debito: “Abbiamo ereditato la Regione più indebitata d’Italia: 4 miliardi nel 2008”; crisi: “la crisi economica internazionale ci ha messo in ginocchio più di tutti”; e non ultima la paralisi seguita al sisma del 6 aprile 2009. E con orgoglio Chiodi afferma di aver trasformato l’Abruzzo in regione virtuosa, che lascerà ai posteri meno indebitata, con meno costi politici e burocratici, con una sanità in risanamento. Un’azione svolta “senza aumentare ulteriormente le tasse agli abruzzesi, perché solo così si può affrontare e vincere il federalismo alle porte”, dice, “e senza fare ulteriori debiti, perché siamo in un momento in cui falliscono città e regioni e  usciamo da un passato in cui si pagando il consenso con le cambiali si è arrivati ad un debito regionale esorbitante”.

Ha agito e agirà sulla spesa pubblica, Chiodi, “costretto a rivederla, perché se non è più possibile ritoccare la spesa sanitaria”, al quale debito stratosferico ha messo una toppa ricorrendo all’aumento della benzina, ai Fas e a un’anticipazione statale da coprire in 30 anni pur di non aumentare Irpef e Irap agli abruzzesi, “bisognerà ridurre le risorse per le corporazioni, a costo di un calo di consenso”. Scende nel dettaglio, sviscera due anni di Giunta in 66 slide proiettate alla stampa. Nei titoli si legge di risanamento, riordino, welfare, vento di ripresa, ambiente, ricostruzione, e tra tabelle e grafici a colonna l’Abruzzo ne esce fuori in piena corsa come “regioni virtuosa”, tra le prime nel Mezzogiorno. Eppure Chiodi ci tiene a precisare di non aver dato altro che “un resoconto  dei dati, corroborato dalle fonti; nient’altro che una fotografia dello scenario, né apocalittica, né ottimistica”. E in questo scenario c’è spazio anche per il paragrafo delle criticità: “Il servizio di prenotazione on-line di prestazioni diagnostiche e ambulatoriali deve essere più diffuso, le liste di attesa sono lunghe perché in Abruzzo non si può pagare il ticket via internet”.

Ma analizziamo, punto per punto, come Chiodi ha risollevato le sorti della regione.

Diminuzione dei costi della politica e della burocrazia. Debito regionale ridotto del 13%. Ridotti indennità e vitalizi dei consiglieri, eliminati 24 consigli di amministrazione di enti e agenzie partecipate e/o controllate, ridotti Cofidi e Comunità montane, chiuse le sedi di rappresentanza della Regione in Romania e Brasile, diminuiti del 21% i dirigenti pubblici in servizio e del 13% quelli in pianta organica, eliminati 73 dipendenti in servizio e 133 posti previsti in pianta organica. Così facendo il debito della Regione è sceso di 500 milioni in due anni e agli abruzzesi il debito costerà (in tasse) il 17% in meno; sono comprese anche le cartolarizzazioni delle Asl, delle quali il disavanzo è sceso del 53,3% e il debito netto del 22%. “Siamo l’unica regione commissariata a non aver aggiunto nuove tasse”, vanta Chiodi, “ce ne da atto anche l’agenzia internazionale Moody’s, che dopo 5 anni è tornata ad aumentare il nostro rating, attestandoci un percorso di risanamento stupefacente”.

Riordino sanitario: “Le riconversioni sono anche un investimento sul territorio”. Come detto, il buco aggiuntivo di 360 milioni scoperto a fine 2010 è stato tamponato con l’aumento della benzina e il ricorso ad una parte dei Fas e ad una richiesta di anticipazione dallo stato. Questo dopo che, in primavera, la Regione affermava di aver recuperato i vecchi disavanzi del piano di rientro sanitario. La situazione attuale parla di una riduzione del 18% dei posti letti pubblici e del 18% dei privati (ci sono ora mediamente 3 posti e mezzo per 1000 abruzzesi); sono stati investiti 250 milioni per costruire 5 nuovi ospedali e 82 milioni per migliorare quelli esistenti. “Gli ospedali di Pescina, Tagliacozzo, Guardiagrele, Casoli e Gissi non verranno chiusi ma offriranno assistenza territoriale”, rassicura Chiodi, “queste riconversioni sono anche un investimento per i territorio, dove al contempo non ci sono fondi per nuove realizzazioni”.

Sviluppo e impresa: investiti 124 milioni. A tanto ammonta la cifra elargita nel 2010 tramite bandi pubblicati per poli di innovazione, microcredito, sostegno a piccole e medie e imprese, ecc; 68 milioni per finanziare progetti nel cratere sismico. Capitolo Europa: 300 i milioni all’interno del progetto Jessica: “Sarà mia cura far partire subito i progetti dei capoluoghi già pronti, non facendo aspettare chi non può ancora partire”, afferma Chiodi. E grazie al raggiungimento degli obiettivi di servizio preposti nel quadro strategico nazionale, all’Abruzzo spetta una premialità di 37 milioni (che nel 2013 potrebbero arrivare a 139).

Crisi e Welfare: garantita la pace sociale. Con particolare attenzione alle famiglie in difficoltà, in conseguenza alla mole di posti di lavoro andata in fumo nell’ultimo triennio, Chiodi ha deciso di assistere 20mila famiglie con 190 milioni, grazie ad una stretta interlocuzione con il governo centrale amico: “Abbiamo concorso a garantire livelli occupazionali e a salvaguardare la crescita produttiva”, commenta. 134 milioni destinati ad occupazione, istruzione, sociale e ricerca, 12,3 milioni per prima infanzia, pari opportunità, famiglia e giovani; aumentati del 35% i Comuni con servizi all’infanzia (2008-2010); innalzata del 2,4% l’assistenza domiciliare integrata per la popolazione ultrasessantacinquenne  (2007-2010). Il bando ‘Lavorare in Abruzzo’ ha creato 5700 posti di lavoro, la metà dei quali a tempo indeterminato (pronti altri 8 milioni di euro per buoni assunzionali). Il programma ‘Creaimpresa’ sosterrà nei prossimi mesi con 12,5 milioni la creazione di centinaia di nuove attività imprenditoriali.

Ripresa economica: più produzione, più export, meno pressione fiscale. Ammesso che il 2009 è stato un anno di paralisi, Chiodi respinge la “litania di lamentele” e parla di un 2010 in netta ripresa. 10% in più per la produzione manifatturiera, esportazioni abruzzesi al 18,7% contro il 14% nazionale, pressione fiscale al 57,7% (undicesimi in classifica) contro il 115% nazionale, disoccupazione più bassa tra le regioni del Mezzoggiorno (8,4%).

Ambiente e rifiuti: “Recuperiamo il tempo perso”. 47 milioni per un piano triennale teso all’individuare obiettivi sensibili, come la bonifica del sito avvelenato di Bussi sul Tirnio; avviata la modifica del Piano regionale di gestione dei rifiuti e la revisione degli Ato provinciali.  Autorizzate le costruzioni di nuove discariche a Cupello, Sulmona, Notaresco, Atri e Gioia dei marsi. Torna poi, il Presidente, ad elogiare le città amministrate da tempo dal centrodestra, autrici di una raccolta differenziata arrivata al 70% in città come Teramo e Ortona e “insoddisfacente” in quelle amministrate dal centrosinistra. Una raccolta differenziata cresciuta del 5,24% in due anni. E si difende dalle accuse di un commissariamento esagerato: “Non commissariamo per piacere, ma per necessità. Se le Ato, le Ater o i Consorzi dei nuclei industriali non funzionavano non dovevamo commissariarli? Siamo costretti ad assumerci le responsabilità dell’inerzia dei soggetti attuatori che non realizzano ciò che noi programmiamo e dei Comuni inefficienti che non traducono in fatti le nostre autorizzazioni”.

Ricostruzione: Miliardi di risultati, grazie alla sintonia con Berlusconi. Si fregia dell’ottimo rapporto avuto con Berlusconi, il Presidente Chiodi. Una sintonia di colori, grazie alla quale ha ottenuto non pochi risultati per il dopo-sisma. Ma se pur ammette che “con l’attuale rigore finanziario nazionale, qualunque ministro dell’Economia avrebbe agito con la rigidità di Tremonti”, confessa che “con Cialente eravamo preoccupati per il voto del 14 dicembre scorso: scherzando con lui gli dissi di proporre al suo partito di votare la fiducia a Berlusconi”. Risultati così quantificati: stanziati 14,7 miliardi con il Decreto Abruzzo tre settimane dopo il sisma del 6 aprile, 495 milioni spesi dal Commissario Chiodi (dopo il passaggio di consegne da Bertolaso del 1/02/2010) per l’emergenza e 790 milioni spesi per la ricostruzione; accelerato il rientro a casa degli sfollati : il 51% in meno di persone in autonoma sistemazione, 75% in meno in hotel, 71% in meno nelle caserme. 118 milioni dedicati esclusivamente per i beni pubblici centro storico de L’Aquila;  a  Comune, Gran Sasso Acque e Provveditorato alle opere pubbliche spetta la ricostruzione di edifici, rete fognaria e patrimonio culturale: “Pretenderò da loro il crono programma degli interventi”, sottolinea Chiodi. “Mentre per i privati saranno destinati contributi da far eseguire a loro discrezione”.

Dopo una montagna di dati e cifre “non interni, ma certificati da quotidiani e istituti di ricerca”, tiene a precisare, Chiodi non può nascondere il suo giudizio positivo: “Nessun governo nella storia dell’Abruzzo ha mai fatto quello che abbiamo fatto noi”. Alle critiche guarda a testa alta, commissariamenti e debito non sono una colpa da attribuirgli: “Se i soggetti attuatori non attuano i nostri programmi creano un vulnus, e noi dobbiamo limitare i danni ai cittadini”, e ancora: “Abbiamo preso una regione indebitata fino al collo, la lasceremo senza debiti, senza aumenti di tasse”.

A margine della conferenza, inevitabile la considerazione politica sulle nomine di pronta consegna, sia per le deleghe degli assessori, sia per il posto da capogruppo nel Pdl regionale, per il quale si è ventilata la voce dell’ex assessore Gianfranco Venturoni; per la prima “si saprà tutto lunedì”, mentre per la seconda Chiodi dichiara: “Sono voci che ho appreso io allo stesso modo di tutti, dai giornali; solo voci, niente di ufficiale. Per quanto mi riguarda, credo che debba essere il gruppo a decidere, ma io non sono contrario a nessuno dei miei consiglieri”.

La replica di D’Alessandro (Pd). “Siamo alle comiche finali: solo i regimi si autocelebravano, poi hanno fattoi una brutta fine”. Duro il giudizio dell’esponente del Pd regionale sul consuntivo 2010 illustrato oggi da Chiodi: “Ventiquattro mesi fa, prima di Chiodi, c’erano più imprese, più lavoratori occupati, meno disoccupazione, più imprese attive. Dopo Chiodi, oggi, sono aumentati i disoccupati, diminuite imprese e ricchezza, la cassa integrazione è aumentata di oltre il 400%. La crisi ha colpito anche le altre Regione, ma quella che ha subito i maggiori effetti è stata la nostra insieme alla Sardegna, perché nulla è accaduto in questo periodo”. D’Alessandro controverte così quanto di positivo detto dal presidente della Regione: “In 24 mesi il CIPE, cioè l’organismo ministeriale che ‘stacca gli assegni’ per le opere pubbliche si è riunito 8-9 volte e mai , neanche una volta, ha approvato il finanziamento di una opera infrastrutturale  per l’Abruzzo, ci troviamo ancora al caro amico. Sulla sanità Chiodi ha approvato atti di dubbia legittimità trascinando l’Abruzzo in contenziosi che, per ora, hanno dato torto a lui e sospeso gli atti assunti. Sul debito vorrei chiarire che se uno ha un mutuo e paga le rate è evidente che il debito scende, cioè in questi mesi Chiodi ha solo pagato rate di ristrutturazioni di debito fatti da altri. E sulla sanità”, conclude D’Alessandro, “basta leggere questa tabella pubblicata da Chiodi che lo smentisce su tutto. Tra il 2009 ed il 2010 Chiodi è stato commissario, prima di lui altri e con altri risultati”.disavanzosanitario_Dalessndro

 

 

 

 

 

Il commento di Carlo Costantini, capogruppo IdV alla Regione. “In conferenza stampa Chiodi ha tirato fuori i soli dati che potevano tornargli utili ed ha nascosto quelli disastrosi che lo hanno reso il Presidente di Regione meno apprezzato in Italia. E’ convinto che per risolvere i problemi basta non parlarne; e questa sua congenita incapacità di prendere atto di quello che ha di fronte si rivela sempre più, tra i tanti, il suo piu’ grande limite. La questione morale, non solo quella legata alle inchieste, ma anche quella che emerge da accordi e spartizioni basate sulla pelle dei contribuenti (il nuovo assessore De Fanis obbligato a dimettersi da Consigliere Regionale, perché percependo ugualmente lo stipendio da assessore, consentirebbe di stipendiare a spese dei contribuenti anche il non eletto Pasquale Di Nardo, che in tal modo rientrerebbe in Consiglio), indigna e disgusta i cittadini, ma lascia del tutto indifferente Chiodi. Il taglio ai servizi nella sanità, con un Piano Operativo falcidiato dalle sentenze dei Giudici Amministrativi ed un livello quali-quantitativo dell’assistenza ormai del tutto inadeguato ad assicurare il diritto alla salute, è un problema che sembra non riguardarlo. L’imminente collasso dei bilanci dei Comuni, impossibilitati dal taglio dei fondi ad assicurare l’erogazione dei servizi sociali è una questione non di sua competenza. Le migliaia di posti di lavoro persi in Abruzzo, per la prima volta anche nel settore pubblico (sanità, scuola, regione, abruzzo engineering etc.), con una disoccupazione giovanile tra le più alte d’Italia, sono anche questi problemi che Chiodi non vede. Così come non vede i pericoli dei poli industriali che tradizionalmente trainano l’economia della nostra regione o la drammatica perdita di appeal dell’Abruzzo anche in settori strategici, come quelli della ricerca e dell’innovazione, con la perdita del centro di ricerca della Procter & Gamble. Tutto questo è grave, ma la cosa più grave è che Chiodi ha dimostrato anche oggi di essere ancora convinto che il suo calo di popolarità sia legato esclusivamente ad una comunicazione sbagliata (ragione, questa, che lo ha indotto negli ultimi mesi a raschiare il fondo del barile, destinando altre centinaia di migliaia di euro alla sua comunicazione istituzionale). Il giorno (se mai verrà) in cui capirà che il problema non è la qualità di chi gli cura la comunicazione, ma quello che non può oggettivamente comunicare, avrà fatto il primo piccolo passo in avanti”.

Daniele Galli

 

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