Pescara. “L’Abruzzo è diventato il far west della grande distribuzione” denuncia il consigliere regionale di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo, nella conferenza-lampo di questa mattina, insieme al segretario regionale del partito Marco Fars. “È in atto una politica trasversale che mira a gestire le assunzioni, ma produce un impatto devastante sul territorio”.
I toni sono forti. Il riferimento è all’emendamento all’ordine del giorno nel consiglio regionale odierno per riportare a 44 il numero di aperture domenicali e festive dei centri commerciali nell’arco di un anno. Con questo provvedimento, secondo Acerbo, l’assessore regionale allo sviluppo economico Alfredo Castiglione ha inferto una vera e propria “pugnalata alle spalle al commercio abruzzese e soprattutto della città di Pescara, soffocata e accerchiata da un numero di centri commerciali che non ha pari in Europa”.
“Castiglione” a detta del consigliere “ha fatto presentare al gruppo Pdl in Consiglio regionale un emendamento che cassa la norma approvata lo scorso 30 dicembre, a seguito di una nostra iniziativa, con cui veniva decretata la riduzione di sei aperture domenicali”. Passate così a 38.
“Con un numero così elevato di aperture domenicali e festive l’Abruzzo ha superato ogni decenza” afferma Acerbo, col sostegno dei dati. “Nelle Marche, un’area non certo riconducibile al terzo mondo, anzi con un’economia molto più forte della nostra, le aperture festive sono 28. Per non parlare della ‘locomotiva’ Germania – con un Pil in crescita del 3% – dove le aperture sono addirittura 8 all’anno”.
Acerbo invita la maggioranza di centrodestra a ritirare l’emendamento voluto da Castiglione e a riportare in commissione quella che definisce “la leggina inutile”, minacciando ostruzionismo. E rivolge un appello a sindacati e associazioni di categoria a mobilitarsi per tutelare le esigenze dei consumatori e del piccolo commercio
Per bilanciare l’alto numero di aperture, Prc aveva ottenuto l’introduzione di norme che ne mitigassero l’impatto. Norme a tutela dei diritti dei lavoratori e del piccolo commercio: i centri commerciali devono osservare una giornata di chiusura infrasettimanale per ogni apertura domenicale o festiva, i dipendenti non possono essere costretti a lavorare più del 50% delle domeniche, i centri commerciali devono concertare le aperture con sindacati e organizzazioni di categoria. Questo tra l’altro avrebbe potuto incoraggiare le assunzioni.
“Come spesso accade per norme che migliorano le condizioni dei lavoratori” prosegue Acerbo “queste sono state impugnate dal governo nazionale. La regione Abruzzo avrebbe potuto a sua volta impugnare il provvedimento in Corte Costituzionale, ma la Giunta Chiodi-Castiglione ha deciso di non difendere né migliorare la normativa. Si tratta di un atteggiamento gravissimo, figlio dell’intreccio tra politica e affari”.
“Non siamo contrari alla grande distribuzione” precisa il consigliere “ma è necessario che ci siano delle regole. Le aperture festive potrebbero essere organizzate attraverso una turnazione, come avviene con le farmacie”.
Il rischio – o forse la tendenza già ampiamente in atto – per Acerbo è la desertificazione delle città e dei paesi con la conseguente la distruzione del piccolo commercio, oltre alla perpetuazione di un modello non sostenibile che costringe le persone a spostarsi in automobile.
Oltre all’alto numero di aperture domenicali e festive – spiega Acerbo – l’Abruzzo ha infatti la più alta densità di grande distribuzione d’Italia. L’area metropolitana di Pescara addirittura primeggia a livello europeo. “È evidente che lobby potenti e trasversali hanno fatto dell’Abruzzo un caso più unico che raro di sviluppo selvaggio dei centri commerciali”.
È poi del pomeriggio la notizia del rinvio dell’emendamento in commissione da parte del Consiglio regionale. Lo rende noto Acerbo in un comunicato stampa. L’ostruzionismo di Rifondazione comunista e dei Comunisti italiani – secondo il consigliere – “ha sventato il tentativo dell’assessore Castiglione di aumentare il numero delle aperture domenicali e festive per i centri commerciali”.
“Rimane il fatto” prosegue il comunicato “che l’impostazione ribadita dall’assessore è quella verso un aumento delle deroghe e una totale deregulation volta a favorire i centri commerciali”.
“Proseguiremo” conclude Acerbo “la nostra battaglia in difesa del piccolo commercio, del diritto al riposo per i lavoratori della grande distribuzione e della vivibilità dei centri urbani. Riteniamo indispensabile modificare la legge vigente ma nella direzione di una ulteriore riduzione delle aperture festive e domenicali e soprattutto di un definitivo stop all’apertura di nuove strutture della grande distribuzione in Abruzzo”.
Pierluigi Farnese