Come far crescere la competitività del turismo è il tema al centro dell’incontro di questo pomeriggio organizzato dal Partito democratico per presentare una serie di proposte al governo nazionale. Ma il dibattito si concentra subito sull’Abruzzo.
“Abbiamo atteso i risultati di uno studio sul turismo nella nostra regione commissionato dall’assessore regionale al turismo Di Dalmazio” prosegue Di Luca “in modo da avere chiaro il quadro della situazione. E in modo che la stessa giunta possa dirci cosa intende fare in questo settore”.
I dati che emergono dalla ricerca – riferiti al biennio 2008 e 2009, ma per quest’ultimo anno poco attendibili a causa del terremoto – non sono confortanti. Contengono tuttavia anche elementi positivi. L’Abruzzo può contare su una posizione geograficamente strategica e sull’importante patrimonio naturale, oltre ad essere percepito come un luogo sicuro in cui trascorrere le vacanze.
Il settore però contribuisce solo per il quattro per cento al prodotto interno lordo regionale e oltre l’ottanta per cento dei turisti proviene dall’Italia e in particolare dalla regioni più vicine come Lazio, Puglia, Campania e Molise, oltre che dallo stesso Abruzzo.
Trascuratezza dell’ambiente, carenza di trasporti da aeroporto e stazioni verso le località di villeggiatura e scarsa offerta di ricettività delle zone interne sono solo alcune delle criticità rilevate dallo studio, che si è basato anche su sondaggi.
“Queste criticità dovrebbero essere indicazioni importanti per la giunta, ma la regione nel biennio 2009-2010 ha stanziato zero euro per gli investimenti nel settore turistico. Come si può rilanciare un settore senza investimenti? In questo modo si scoraggia anche l’iniziativa privata” aggiunge Di Luca. “La regione deve cambiare marcia. Anche se c’è un pesante debito, bisogna promuovere gli investimenti. Nei prossimi giorni chiameremo Di Dalmazio ad un confronto e ci dirà se intende bloccare lo sviluppo o credere in questo settore potenzialmente così importante”.
Su tre punti principali si concentra poi l’intervento del presidente della Camera di commercio di Pescara Daniele Becci. “Bisogna cominciare a fare una politica del turismo che sia degna di questo nome” esorta. Innanzitutto partendo da manager di alto livello professionale, passando per le infrastrutture per concludere con gli investimenti privati. “Siamo rimasti troppo indietro e dobbiamo ripartire dagli aspetti essenziali”.
Critico anche Cristiano Tomei responsabile regionale turismo della Confederazione nazionale artigianato. “In Abruzzo non si riesce a fare sistema per mettere in collegamento i vari elementi: costa, montagna, gastronomia, parchi. I flussi turistici più importanti ormai ci scavalcano e noi siamo diventati una regione cerniera. Dobbiamo imparare a valorizzare quello che abbiamo e presentare un’offerta unica” afferma Tomei.
Il responsabile regionale turismo del Pd Raffaele Cavallo lancia invece una proposta “a costo zero” che sarà presentata in Consiglio regionale. Ristrutturare l’azienda di promozione turistica con l’entrata di privati e in modo che presenti una politica e una promozione turistica coordinate tra comuni, province e regione.
La proposta nazionale Pd – presentata da Armando Cirillo, responsabile turismo presso la segreteria nazionale – prevede una strategia di rilancio del sistema turistico basata soprattutto sulla nascita di reti tra imprese turistiche al fine di sviluppare prodotti turistici più complessi e di elevata qualità competitiva sul mercato internazionale. Trattazioni specifiche riguardano il mezzogiorno d’Italia e la riforma dell’agenzia nazionale turismo Enit.
Pierluigi Farnese