Pescara. Con una lettera aperta al presidente della giunta regionale, Gianni Chiodi, le parti sociali, le associazioni di categoria datoriali e organizzazioni sindacali dei lavoratori hanno messo in evidenza la grave situazione in cui si trova la regione e sollecitato interventi immediati.
Con la lettera (di due pagine), presentata oggi alla stampa dal presidente di Confindustria Mauro Angelucci e dal segretario della Cgil Gianni Di Cesare, viene anche chiesto un incontro a Chiodi. Tra le mosse sollecitate all’esecutivo c’è l’avvio di un confronto con il governo nazionale per aprire di fatto “una vertenza Abruzzo” che evidenzi la complessità della situazione abruzzese – si legge nella lettera – e la conseguente necessità di iniziative politiche ed economiche ad hoc per il sostegno di questo territorio. Il confronto con il governo nazionale deve servire – dice sempre il documento – ad avere rassicurazioni e decisioni su alcuni temi di assoluta emergenza come lo sblocco, l’impegno e e l’accelerazione di spesa dei fondi Master Plan, Fas, Apq infrastrutture, ricostruzione post sisma per le aree terremotate. Dal confronto con Roma dovrebbero arrivare risposte anche sull’attivazione della Zona Franca, sulla previsione di un Piano infrastrutturale e sul rifinanziamento della cassa integrazione in deroga per tutto il 2011 e sul federalismo fiscale. Al governo regionale, invece, si chiede di mettere in campo tutti i necessari provvedimenti su quelle materie che possono agevolare la tenuta del tessuto sociale ed economico. Per la sanità si chiede un servizio di qualità e la riduzione progressiva della fiscalità aggiuntiva, fino all’annullamento totale.
Le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali fanno notare di essere per la prima volta insieme ed esprimono “una grande preoccupazione e un forte senso di disagio per la insufficienza di politiche idonee a fronteggiare la gravissima situazione che sta attraversando l’Abruzzo”. Parte quindi il richiamo alla Regione Abruzzo ad avviare “una nuova e piu’ incisiva fase politica e programmatoria”. Manca, per i firmatari della lettera, “una visione di programmazione del futuro dell’Abruzzo in tutti i settori, del rilancio economico sociale e della ricostruzione dopo il sisma”. Tra i punti prioritari “il riavvio di un confronto e di un dialogo con il governo regionale che si e’ interrotto da tempo”. La lettera e’ firmata da Ance, Api, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Copagri, Legacoop, Cigl, Cisl, Uil e Ugl.
D’Alessandro (Pd): pronti a dare il nostro contributo. “Il Pd è pronto a sedersi al tavolo che finalmente inizia ad occuparsi dei problemi dell’Abruzzo.” Così d’Alessandro commenta l’iniziativa delle associazioni sociali e organizzazioni sindacali e di categoria. “L’Abruzzo vero, purtroppo è quello descritto oggi dalle associazioni di categoria e organizzazioni sindacali dei lavoratori. Siamo pronti ad assumerci ogni responsabilità affinché sull’agenda della politica e del lavoro in Consiglio, ci si inizi ad occupare dei problemi veri: di ciò che serve. L’Abruzzo, gli abruzzesi, vengono prima di Chiodi e delle nostre distanze. Finalmente qualcuno oggi si renderà conto, che i veri problemi non sono la nomina del nuovo coordinatore di Futuro e Libertà o il rientro dell’assessore Castiglione nel Pdl. Da tempo il PD denuncia un preoccupante immobilismo e una scarsa consapevolezza della gravissima crisi che sta attraversando la nostra regione. Fondi Fas: bloccati. Fondi per le infrastrutture: bloccati. Sanità non risanata, che vede nel 2010 addirittura aumentare il disavanzo rispetto al 2009. Nell’affrontare questi temi occorre avere il coraggio e le capacità di immaginare l’Abruzzo in prospettiva futura, in un’ottica avanzata. Si può, ma occorre muoversi subito. Subito vanno resi disponibili i fondi Fas. Subito vanno messe in campo e spese le risorse comunitarie già disponibili. Subito va riorganizzata la macchina della Regione che non più in grado di rispondere alle esigenze di questo periodo difficile. Occorre cambiare tutto radicalmente, non per finta, non per spot, in un grande patto per l’Abruzzo. Chiodi deve dirci se ci sta, nella consapevolezza che noi per il nostro Abruzzo siamo pronti a fare la nostra parte mettendo in campo le nostre idee, capacità, proposte e voglia di fare”.