A partire da gennaio 2011, le aziende che operano nel settore delle acque minerali pagheranno una tassa di 0,5 centesimi ogni mille litri imbottigliati. La tassa può scendere a 0,3 centesimi se le aziende sottoscrivono con la Regione un protocollo d’intesa a difesa dei livelli occupazionali. La decisone è legge della Regione Abruzzo, dopo che in prima battuta, nella finanziaria del 2009, si era deciso di fissare ad un euro la tassa.
“La Regione Abruzzo” ha spiegato l’assessore regionale allo Sviluppo economico Alfredo Castiglione “per la prima volta introduce un principio: chi sfrutta le risorse naturali paga. Ciò stabilito, si è avviata una trattativa tra istituzioni, aziende, sindaci e Comuni, che ha portato ad una soluzione di equilibrio, ottimale sia per la Regione che per le aziende”.
Con l’introduzione del canone l’Abruzzo “si allinea al comportamento delle altre regioni: in Veneto la tassa è di 3 euro ogni mille litri. Come si vede non esiste una omogeneità sul territorio nazionale e questo crea una distorsione sul mercato, della quale vogliamo però farci carico, promuovendo un’iniziativa nei confronti del governo, anche a tutela delle aziende che lavorano qui. Quel che è certo è che a fronte di un provvedimento che innova profondamente non solo la normativa ma anche l’approccio culturale rispetto alle risorse naturali, certi ambienti del Consiglio regionale hanno mostrato una confusione disarmante: hanno gridato allo scandalo con la tassa troppo alta perchè sfavoriva le aziende, hanno gridato allo scandalo con la tassa troppo bassa perché le favorisce. Noi crediamo di aver cominciato un percorso giusto che porterà beneficio a tutto l’Abruzzo senza affannare le aziende e anzi, annuncio fin da ora che dopo la tassa sulle acque minerali introdurremo quella sulle cave e torbiere e sugli idrocarburi liquidi e gassosi“.