Terni. Non ci sarebbe stata alcuna anomalia nelle attrezzature tecniche utilizzate da Pietro Taricone, nel suo ultimo lancio con il paracadute, ma la morte dell’attore di origini abruzzesi sarebbe da ricondurre a un errore umano.
Ad avvalorare l’ipotesi emersa sin dalle prime indagini relative alla morte del 35enne protagonista del Grande fratello, avvenuta il 29 giugno scorso dopo un incidente all’Aviosuperficie di Terni, ci sarebbe la perizia svolta sulle attrezzature tecniche utilizzate al momento del lancio, depositata in queste ore in procura. Il sostituto procuratore di Terni Elisabetta Massini, che aveva aperto un fascicolo sulla vicenda denominato “atti relativi”, aveva affidato l’incarico a un paracadutista esperto per valutare il corretto funzionamento del paracadute e delle altre strumentazioni utilizzate da Taricone al momento del lancio. Secondo la perizia non sarebbero emerse anomalie. Per la magistratura ternana Taricone avrebbe quindi compiuto una manovra errata al momento della discesa, che lo avrebbe portato a frenare troppo tardi e poi a schiantarsi a terra. Sulla base di questi accertamenti la magistratura si appresterebbe ad archiviare il caso.