L’Aquila. “Daniela Stati e Lanfranco Venturoni usciranno totalmente puliti dalle vicende giudiziarie che li riguardano”. Con queste parole il Presidente Gianni Chiodi, ha aperto questa mattina alle 11:30 la seduta straordinaria del Consiglio regionale d’Abruzzo sulla “ricostruzione post terremoto”. Una nuova tirata d’orecchi ai giornali e ai magistrati da parte del presidente della Regione che ha spiegato: “Non sono indagato e non sono accusato di nulla perciò chiedo agli organi di informazione di fare chiarezza sulla mia posizione. Bisogna interrompere questo clima di sciacallaggio che ancora una volta sta avvelenando la politica abruzzese. Tante, troppe indagini, già dai tempi della giunta Salini, che hanno fatto crollare classi dirigenti. Indagini che non hanno poi portato a nessuna condanna per i fatti contestati”.
Chiodi parlando degli assessori della sua Giunta indagati, Venturoni e la Stati, li ha definiti “persone oneste e conosciute in piccole comunità, dove tutti sanno tutto di tutti”. Il presidente della Regione ha poi consigliato un titolo a tutti i giornali: “Chiodi non e’ indagato in nessuna vicenda”, un titolo necessario “per riparare alla suggestione diffamatoria, proprio a me reo di nulla e non indagato”. Durante l’intervento il presidente ha menzionato tantissimi politici, sia di centrodestra che di centrosinistra, che sono finiti sotto inchiesta senza poi esser condannati o comunque innocenti fino alla sentenza dei giudici. Insomma per Chiodi la Stati, Venturoni, Tancredi, Di Stefano, Del Turco, D’Alfonso, Cantagallo, il sindaco di Nocciano sono tutti innocenti fino a quando la magistratura non metterà la parola fine sulle inchieste. Ma il presidente sembra avere la memoria corta: la sua elezione è nata dall’inchiesta che aveva spazzato via la Giunta Del Turco. Nel frattempo il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, all’inizio della seduta straordinaria dedicata alla ricostruzione post sisma, ha annunciato la sospensione di Venturoni dalla carica di consigliere e assessore regionale. Venturoni è agli arresti domiciliari dalla scorsa settimana per il suo coinvolgimento relativo all’inchiesta sui rifiuti.
Il commento di Carlo Costantini, capogruppo IdV in Consiglio regionale. ”Quello di Chiodi è stato un intervento disarmante, scivoloso, gelatinoso, pieno di insinuazioni, come quella rivolta a piccoli magistrati in cerca di notorietà e non già ai magistrati che troppo spesso fanno finta di non vedere e di non capire. Quelli vanno bene a Chiodi, come a Berlusconi, ma non vanno bene ai cittadini, alla stragrande maggioranza degli abruzzesi, a quelli che ingenuamente lo hanno votato, illudendosi che rappresentasse il cambiamento. Ci ha dato degli sciacalli, dimenticandosi che proprio da una attività di sciacallaggio su una inchiesta giudiziaria è scaturita la sua elezione. Ha accusato i trasformisti, dimenticandosi che Berlusconi li paga perché diventino tali. Ha accusato i partiti che allevano la propria classe dirigente, dimenticando che lui stesso e quasi tutto il gruppo teramano e’ addirittura figlio di ex amministratori. Ha detto di interpretare i diritti dei più giovani, ma non ha detto che voleva piazzargli due inceneritori sotto il naso. Ha detto che bisogna lasciar lavorare i magistrati, ma poi si è cimentato in una assoluzione preventiva di tutti i coinvolti nell’inchiesta. Ha tradito il proprio patto con gli elettori ed ha esposto nuovamente l’Abruzzo al fango dell’ennesima inchiesta giudiziaria. Ha perduto anche l’ultimo barlume di credibilità nei confronti dell’intera società abruzzese. Basta ed avanza per invocare ancora una volta le sue dimissioni, per il bene dell’Abruzzo e degli abruzzesi”.
Il commento del segretario regionale Pd Silvio Paolucci. “Chiodi avrebbe dovuto parlare agli abruzzesi dicendo come e se è in grado di andare avanti sulle questioni vere dell’Abruzzo: ricostruzione, sanità, scuola, lavoro, politiche industriali. Ci attendavamo una presa di distanza dal sistema Pdl, dal suo modello teramano e le contestuali dimissioni di Venturoni. Avrebbe dovuto dire che è necessaria una svolta epocale per l’Abruzzo. Invece è stato estremamente deludente. E dopo che il Pdl ha lucrato con un becero giustizialismo appena due anni fa eleggendo in competizioni “ad handicap” per il centrosinistra Chiodi, Brucchi, Catarra, Del Corvo, Mascia, Di Primio, Testa, Di Giuseppantonio, oggi né Chiodi né qualunque altro esponente del suo partito può dare lezioni di garantismo o di moralità a nessuno. La linea scelta dal centrodestra è stata chiara: approfittare delle inchieste e trasformarsi in tutori della legge. Hanno chiesto un mandato popolare sventolando la bandiera della legalità. Oggi questo castello è crollato, come dimostrano le inchieste alla Regione, ai Comuni di Teramo e Montesilvano e che coinvolgono esponenti di primo piano del Pdl di tutte le province della nostra regione. Sin dall’inizio sosteniamo che le verità vanno accertare nelle aule di tribunale, ma gli abruzzesi oggi si aspettavano da Chiodi di sapere come affronterà i problemi dell’occupazione, delle imprese, della scuola, della sanità e una netta presa di distanza sui metodi di governo del Pdl”.
Il discorso del vice presidente del Consiglio Regionale Giovanni D’Amico. “Sig. Presidente, per tutto quello che è accaduto in Abruzzo dal luglio 2008 io, purtroppo, mi vergogno ancora di fronte agli abruzzesi. Lei, quest’oggi ha dichiarato che no, Lei non si vergogna, nemmeno per le cose che stanno accadendo in questi giorni e sostiene che in Abruzzo tutto va benissimo. Questo modo di porsi è ciò che fa la differenza tra noi. Presidente, personalmente io Le chiedo, di considerare che dietro le nostre storie ci sono famiglie intere che hanno sofferto molto per quella vergogna di cui noi ci sentiamo responsabili. Presunzione d’innocenza, Lei dice, in base alla nostra Costituzione. Presunzione di onestà Le dico, fino a condanna. Lei scrive su DPEFR per il 2010 che il risanamento comincia nel 2007, quando noi bloccammo il debito, un convoglio in corsa folle. Da soli, il Presidente Orlando ed io bloccammo le famose leggi “omnibus” inventate dalla sua maggioranza tra il 2000 e il 2005, la causa vera del nostro insostenibile debito. E’ legittimo che Lei tenga in continuità le politiche di risanamento, ma non che abbia la supponenza di pensare di averle inventate Lei da solo. Gli atti dicono la verità perciò le Sue affermazioni ledono la nostra dignità. I 101 milioni di buco non ci sono, come risulta ancora dal rendiconto 2008 approvato nell’ultimo Consiglio regionale. Mi scuso per la veemenza di oggi, non è nel mio costume, ma, Presidente, Le ripeto ancora che io mi vergogno, eppure Le ho lasciato, da assessore al bilancio, conti di gran lunga migliori di quelli che ho trovato: l’avviso di garanzia ricevuto nel 2008 è stato archiviato dal PM e sono stato ancora eletto, primo, nel mio collegio, per il Partito Democratico il 15 dicembre 2008″.
L’intervento capogruppo del Pd Camillo D’Alessandro. “A che titolo e perché l’ex assessore Stati si rivolgeva al collega di studio del Presidente Chiodi? A che titolo il collega di studio di Chiodi si occupava di Abruzzo Engineering? Il Presidente Chiodi ha gettato la maschera. Si è vero! Ho dato io l’incarico ad agosto 2009 al mio collega di studio, lo ritengo tra i migliori professionisti italiani e persona di massima fiducia. Ci ho messo la faccia. Veramente, più che altro Chiodi ci ha perso la faccia. L’incarico ammonta a 12mila euro ed avrebbe ad oggetto, probabilmente, il controllo e l’analisi del bilancio di Abruzzo Engineering, affidato direttamente da Chiodi. Solo nel paese dei balocchi, in qualche favola ben riuscita, è possibile immaginare che un Presidente di Giunta diventi datore di lavoro del suo socio, non ci troviamo in una favola, ma nel modello Teramo. Chiodi ha negato la verità agli abruzzesi per mesi, mi domando: ma un pò di vergogna?”.
“Chiodi ha gettato la maschera” è il commento di Cesare D’Alessandro, vice capogruppo IdV in Regione. “Il potere esecutivo, quello legislativo e giurisdizionale spettano tutti alla politica. E per quanto riguarda la stampa è meglio che non esageri! Chiodi ha assolto tutti a partire da Venturoni, per arrivare a D’Alfonso e Del Turco. Poi ha bacchettato qualche piccolo magistrato, che arrestando l’assessore alla sanità va solo in cerca dei titoli di prima pagina. Il fatto che i giudici inquirenti abbiano definito rifiutopoli il sistema delinquenziale peggiore di sanitopoli è di secondaria importanza. Riguardo alle dimissioni manco a parlarne. Sono i mestieranti della politica a richiederle, dimenticando che lui è figlio d’arte come i boys teramani oggi assessori regionali che si è portato appresso. Chiodi ci ha risparmiato, almeno per una volta, di parlare del modello Teramo dato che è inimitabile e impresentabile. Riguardo alle precise responsabilità politiche che gli ricadono addosso, Chiodi si autoassolve su tutto, cita a sproposito Zagrebelsky, se la prende con Berlinguer, reo di aver sollevato la questione morale! Ha dato chiara la sensazione di non conoscere nè il pensiero né l’opera sia dell’uno che dell’altro. In conclusione arriva la perla degna di menzione speciale! L’operato della Giunta Chiodi ora è volta a contrastare il monopolio di un solo imprenditore. Si dà il caso che spieghi perché il presunto monopolista ha scucito 250mila euro per finanziare le campagne elettorali del suo partito tra cui la sua. In conclusione Chiodi ha chiesto di poter lavorare in pace per l’Abruzzo e per la ricostruzione, perché tanti sono i problemi che dovrà affrontare. Ora Chiodi di problemi ne ha anche uno in più. Dovrà tenere a bada il suo nuovo vice commissario, famoso in Italia e nel mondo come l’inventore del premio per la pace all’interno delle iniziative della Perdonanza, assegnato ad un alto funzionario dell’ONU, Sergio Viera De Mello, poi purtroppo morto in un attentato a Bagdad. Il premio non lo ricevette mai e al posto dell’assegno gli fu inviato un fax. Da allora il premio della Perdonanza Celestiniana fu chiamato a livello internazionale premio patacca. Speriamo che non ne venga rifilato uno da subito anche ai terremotati”.
Le disposizioni in tema di Ricostruzione. Il Consiglio regionale abruzzese ha approvato all’unanimità un documento con il quale si dà il via libera all’istituzione di una commissione speciale sulla ricostruzione post-terremoto. Compito principale sarà monitorare il processo di ricostruzione abitativo, sociale, infrastrutturale, culturale, economico e produttivo, elaborare e proporre, in collaborazione con le istituzioni locali, gli ordini professionali, i comitati cittadini e le associazioni di categoria provvedimenti di legge e amministrativi”. Contrari i rappresentanti dei comitati cittadini aquilani, presenti anche oggi alla seduta consiliare.
“Sul terremoto il Consiglio Regionale ha perso un anno”, è il commento di Costantini. “Proprio un anno fa l’Italia dei Valori proponeva, insieme ad altri Consiglieri regionali, l’istituzione di una Commissione speciale per il terremoto, per confrontarsi quotidianamente con il territorio, i comitati, le categorie sociali, le istituzioni locali; per far nascere dal confronto democratico proposte concrete; per accompagnare l’attività del Commissario alla ricostruzione. E sempre un anno fa l’Italia dei Valori iniziava, per prima, a rappresentare l’esigenza di una legge sulla ricostruzione per superare la barbarie delle ordinanze a termine, provvisorie nei contenuti e nelle prospettive e spesso anche confuse e contraddittorie. Siamo convinti che queste decisioni, seppur tardive, possono favorire un nuovo inizio, fatto di partecipazione democratica e di visione del futuro. Ma continuiamo ancora a chiederci perché queste proposte siano dovute arrivare da una forza di opposizione, come l’Italia dei Valori, dopo mesi di ostacoli e di rifiuti ingiustificati opposti da Chiodi e dalla sua maggioranza”.