Lanfranco Venturoni non lascia la sua carica di assessore regionale alla Sanità, anche se il suo stipendio sarebbe stato temporaneamente sospeso. Il giorno dopo lo scandalo che ha sconvolto l’Abruzzo e che ha portato all’arresto, oltre che di Venturoni, anche dell’imprenditore pescarese Rodolfo Di Zio, proprietario della De.Co di Spoltore (entrambi ai domiciliari), sono molti i particolari che emergono nell’ambito dell’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti in Abruzzo, partita dalla Procura di Pescara.
Dodici i personaggi di spicco della politica e dell’imprenditoria locale che sono stati raggiunti da avvisi di garanzia, accusati a vario titolo di corruzione, istigazione alla corruzione, peculato e abuso d’ufficio.
Dagli stralci delle prime intercettazioni emerge un quadro abbastanza preciso, finalizzato unicamente alla realizzazione di un inceneritore nel territorio teramano. Un obiettivo che, nelle intenzioni, si sarebbe raggiunto aggirando completamente la normativa europea e senza alcuna gara d’appalto.
“L’appalto non lo dobbiamo fare” dice infatti Venturoni a Di Zio in una telefonata intercettata.
“Rodolfo e Fernando Di Zio” spiega il gip Guido Campli “erano riusciti, attraverso gli affidamenti in house, ad accaparrarsi commesse pubbliche nel settore dei rifiuti. I loro rapporti con i referenti politici non sono istituzionali, ma profondamente collusivi. In base agli elementi di prova raccolti, Venturoni è riuscito a far attribuire ai Di Zio la commessa pubblica della costruzione e della gestione di un impianto per la produzione di biomasse a Teramo”. In questo, un ruolo ben preciso avrebbero svolto i senatori Paolo Tancredi e Fabrizio Di Stefano, che “con Venturoni hanno agito affinché gli imprenditori potessero ottenere l’appalto”.
Intanto, emerge anche il ruolo dell’altro ex assessore regionale coinvolto, Daniela Stati, il cui nome compare anche nell’altra inchiesta, quella partita da L’Aquila, sull’affaire Ricostruzione. Secondo il gip, infatti, avrebbe subito forti pressioni per la realizzazione dell’inceneritore a Teramo e, in una conversazione intercettata, definisce i suoi referenti politici “una banda di delinquenti”.
In una conversazione telefonica avuta con il padre il 31 agosto 2009, Stati ha commentato infastidita le pressioni dei senatori Filippo Piccone e Paolo Tancredi. Per il gip ha “subito più che condiviso i progetti di Di Zio soltanto perché sponsorizzati, a livello più alto, soprattutto dal senatore Di Stefano, ma anche dai senatori Tancredi e Piccone”.
Sempre secondo il gip la Stati “tiene, e non può fare altro, il timone nella direzione voluta dal suo gruppo politico, cerca, tuttavia di non farsi risucchiare nei giochi sporchi, che stanno avvenendo alle sue spalle”.
Al telefono con il senatore Di Stefano dice: “e poi mi dovresti dire che devo fare sull’altro settore perché qualcuno pressa in un modo, qualcuno pressa in un altro”. La Stati si lamenta anche con il presidente Gianni Chiodi: “se lui pensava di venire a fare gli affari, come più volte ha cercato di provare a fare, anche all’assessorato all’ambiente dove stanno i rifiuti, io devo fare il bene dell’Abruzzo”.
Nella lista, appunto, oggi entra un altro nome eccellente della politica regionale: il senatore e sindaco di Filippo Piccone (non indagato), il quale, secondo gli inquirenti, avrebbe fatto pressioni per la realizzazione di un inceneritore anche nella zona di Avezzano. Elemento questo, che emerge dall’intercettazione di un colloquio tra Daniela Stati e Mauro Febbo, nella quale l’ex assessore all’Ambiente afferma che Piccone avrebbe promesso al sindaco di Avezzano Antonio Floris di candidare il figlio in cambio dell’autorizzazione all’impianto per le biomasse.
Intanto ieri sono scattate le perquisizioni in diverse zone dell’Abruzzo e a Roma. L’inchiesta potrebbe riservare, comunque, ulteriori sviluppi nelle prossime settimane. La procura di Pescara, infatti, ipotizza che dietro alla questione rifiuti possano esserci molte ramificazioni. In queste ore, infine, è in corso un vertice del Pdl regionale convocato d’urgenza dal governatore Gianni Chiodi.