Pescara. Lo scorso anno la Filt Cgil Abruzzo mise in piedi una vertenza di carattere regionale che culminò nella proclamazione di due scioperi generali effettuati il 29 maggio e il 7 agosto, per denunciare, nell’ambito del trasporto pubblico locale, la mancanza di quei segnali di discontinuità e di inversione di tendenza rispetto al passato che erano stati invece ampiamente preannunciati dall’attuale governo regionale.
Ad oggi la Filt Cgil Abruzzo si trova costretta a constatare che le motivazioni oggetto della vertenza 2015, sono ancora saldamente presenti, anzi per taluni aspetti vi è stata un’indubbia evoluzione negativa così come riportato di seguito analiticamente:
Drastica riduzione delle risorse regionali destinate al settore.
La Regione Abruzzo ha sottratto dal proprio bilancio regionale 2015, alla voce “Fondo Regionale Trasporti”, la somma considerevole di 10 milioni di euro e nonostante le continue rassicurazioni (supportate finanche da verbali di accordo sottoscritti alla presenza di alcune confederazioni sindacali regionali) e gli impegni a ridurre almeno del 50% tali decurtazioni di risorse, ad oggi tutto ciò non si è affatto concretizzato;
Ulteriori riduzioni delle risorse destinate al settore.
La Regione Abruzzo, insieme ad altre cinque regioni italiane a statuto ordinario (Basilicata, Campania, Marche, Molise e Puglia), ai sensi dell’articolo 3 del DPCM 11 marzo 2013, è stata fortemente penalizzata dal Governo Renzi, nella distribuzione delle risorse finanziarie destinate al trasporto pubblico locale per l’anno 2016. Il taglio inflitto all’Abruzzo già in occasione del primo riparto 2016 ovvero l’anticipo del 60% delle risorse stanziate dal governo, ammonta a circa 8 mln€. Rispetto a questa grave decurtazione di finanziamenti, conseguente al mancato raggiungimento da parte dell’Abruzzo e delle aziende abruzzesi (pubbliche e private), nel triennio 2012/2014, di obiettivi ampiamente noti e delineati dallo stesso DPCM, non sono state rese note con chiarezza cause e responsabilità e soprattutto quali e quante aziende hanno determinato questo pesante ammanco di risorse che avrà sicuramente ripercussioni anche nei prossimi anni. In un contesto così grave di carenze di risorse, non è più tollerabile che il trasporto pubblico locale abruzzese continui a finanziare servizi aventi altre finalità (noleggio, turismo, agenzie di viaggio ecc.);
Mancata individuazione dei servizi minimi e delle regole.
La mancata programmazione da parte della Regione Abruzzo e il non aver legiferato in tema di Piano Regionale dei trasporti, Programma triennale dei servizi, Piano dei servizi minimi e definizione dei bacini di traffico come unità di gestione per le gare, sono, almeno in parte tra le cause del doppio pronunciamento con il quale prima il Tar di Pescara e poi il Consiglio di Stato ha reso possibile che vettori privati si sovrappongano in concorrenza al vettore pubblico nell’espletamento di servizi di trasporto pubblico locale e nelle tratte oggetto di contribuzione pubblica. A distanza di circa due anni dall’insediamento del nuovo governo regionale e nonostante il recente Decreto Madia sui servizi pubblici locali che limita nel tempo gli affidamenti in house ma lascia intatta la possibilità di procedere verso un unico bacino regionale, seppur divisibile in lotti, la Regione Abruzzo non ha ancora svelato i propri intendimenti, mantenendo ancora in vita un sistema assolutamente obsoleto che si regge su una azienda regionale che rappresenta circa l’80 % del tpl e su una miriade di aziende private molte delle quali di modestissima dimensione;
Tessere di libera circolazione date in uso gratuito alle forze dell’ordine
In un grave contesto di carenze di risorse, la Regione Abruzzo ha sottoscritto nei giorni scorsi un protocollo d’intesa che consentirà a tutte le forze dell’ordine (corpo forestale, polizia penitenziaria, guardia di finanza, carabinieri e polizia non necessariamente in divisa), la libera circolazione gratuita sui mezzi di trasporto pubblico limitatamente alle tratte assistite dalla società di proprietà della Regione Abruzzo. La norma che originava da una precedente Legge risalente al 2005 era stata soppressa proprio in relazione alla esiguità di risorse economiche ed è stata ripristinata proprio mentre la stessa Regione si accinge ad operare ingenti tagli ai servizi di trasporto locale. Inoltre proprio in relazione a detto provvedimento desta sconcerto da un lato, il mancato riconoscimento di tessere di libera circolazione in favore di persone anziane e con basso reddito Isee (come avviene peraltro in altre regioni italiane)e, dall’altro, di sospensioni di provvedimenti similari a favore di famiglie indigenti.
Mancata realizzazione del biglietto unico regionale e del sistema tariffario intermodale.
L’integrazione tariffaria ovvero un nuovo sistema che consenta ai cittadini abruzzesi di utilizzare indistintamente nell’intero territorio regionale un solo titolo di viaggio a prescindere dal vettore (pubblico/privato) o dalla tipologia di trasporto pubblico (gomma/ferro) costituisce ancora un’eterna incompiuta nonostante il legislatore avesse già previsto un intervento in tal senso da oltre 15 anni. Ciò che dovrebbe rappresentare una importante riforma per favorire lo sviluppo, la razionalizzazione e l’incentivazione all’utilizzo del mezzo pubblico (oltre che un indubbio vantaggio per l’utenza regionale), continua a rimanere desolatamente al palo. Eppure per una Regione che si prefigge di operare garantendo il massimo equilibrio nelle decisioni assunte o da assumere in ambito territoriale, dovrebbe costituire un elemento inaccettabile, la evidente disparità di trattamento che perdura ormai dal 1° settembre 2004 (delibera Giunta Regionale n. 478 del 4 giugno 2004) e che consente alla sola utenza dell’area metropolitana Chieti-Pescara di poter disporre delle indubbie agevolazioni tariffarie introdotte con il biglietto Unico, limitatamente ad un vettore pubblico (TUA) e ad un vettore privato (Satam/La Panoramica), peraltro entrambe su gomma, rispetto ai circa 50 vettori che operano in Regione.
Servizi commerciali e volontà di procedere verso una graduale privatizzazione del settore.
Nel ribadire con forza la centralità del trasporto pubblico e il fondamentale ruolo sociale che esso ricopre per migliorare la qualità della vita delle nostre città alle prese con la congestione da traffico privato, La Filt Cgil Abruzzo sta riscontrando una certa propensione regionale nel favorire un graduale processo di privatizzazione del settore, solo in parte ridimensionato dopo gli annunci iniziali a voler ricorrere alle sub-concessioni affidamento ai privati di circa 1,6 mln di km. Tuttavia la Regione ha dato il via libera ad un’altra importante operazione di privatizzazione di fondamentali servizi che pur essendo definiti impropriamente “commerciali” in molti casi costituiscono l’unica modalità di spostamento per lavoratori e studenti pendolari che si muovono da e verso la Capitale e, come tali, andrebbero equiparati dalla Regione a servizi essenziali di tpl.
Il caso della Sulmona-Avezzano-Roma è perfettamente calzante. Nel contestare un progetto di dismissione assolutamente inaccettabile, la Filt Cgil Abruzzo resta dell’avviso che i servizi commerciali seppur razionalizzati in funzione della crescente concorrenza che imperversa nel settore e con l’obiettivo di preservare l’equilibrio finanziario degli stessi, debbano e possano continuare a rappresentare un’attività di prestigio e di qualità anche all’interno della società regionale.
Mancata applicazione dell’accordo integrativo decentrato Regione Abruzzo 28/5/2004.
Il 28 maggio 2004 la scrivente Organizzazione Sindacale Regionale sottoscrisse con la Regione Abruzzo, unitamente ad altre sigle sindacali, un accordo Integrativo Decentrato recepito da una successiva Delibera di Giunta Regionale (n. 560 del 7/7/2004) con il quale fu stabilito di riconoscere al personale del trasporto pubblico locale a decorrere dal 1° gennaio 2004, in forma permanente e per quattordici mensilità un contributo pari a € 25,00 lorde da incrementare di anno in anno in base all’indice di inflazione programmata. Tale accordo oltre ad essere di fatto disatteso, ha previsto e prevede difformità e gravi incongruenze nell’applicazione da parte delle stesse imprese. Nonostante gli specifici impegni assunti dalla Regione Abruzzo per il biennio 2012/2013, l’ultima determina regionale (n. DE6/43) risale ormai al 23 aprile 2014 e al momento persiste a riguardo una inaccettabile discrasia tra i lavoratori operanti nelle aziende del trasporto locale. Da un lato vi sono lavoratori che non hanno mai ricevuto dette spettanze o che le hanno ricevute solo parzialmente e in forme anomale. Dall’altro vi sono addetti che operano nelle imprese di trasporto di proprietà della Regione ai quali sono state addirittura anticipate le spettanze risultanti dall’accordo pur in assenza della relativa determina.
Per tutto quanto sopra la Segreteria Regionale proclama una giornata di mobilitazione con uno sciopero di 4 ore per il giorno 13 maggio 2016. La proclamazione dello sciopero determinerà l’astensione dal lavoro per tutti gli autoferrotranviari delle aziende pubbliche e private operanti nella regione Abruzzo nel rispetto delle modalità previste dagli accordi attuativi e dalle provvisorie regolamentazioni di cui alla legge 146/90 così come modificata dalla legge 83/2000.