Pescara. I temi più spinosi legati alla gestione in Abruzzo del trasporto pubblico locale, saranno al centro domattina del confronto in programma a Pescara, nella sede regionale della Cna, in via Cetteo Ciglia 8, tra il consigliere regionale con delega ai Trasporti, Camillo D’Alessandro, e i rappresentanti delle piccole aziende impegnate nella gestione del “tpl”.
L’incontro, aperto agli organi di informazione – l’orario d’inizio è fissato alle ore 10 – servirà soprattutto a fare il punto sui problemi più urgenti, che mettono a rischio la sopravvivenza, soprattutto nelle aree più disagiate d’Abruzzo, di un servizio essenziale per i cittadini, soprattutto in ragione dei tagli consistenti operati sui contributi destinati alle aziende.
Proprio su questo tema, nei mesi scorsi, era intervenuto il presidente regionale della Fita-Cna, Gianluca Carota, sottolineando a nome delle aziende di trasporto associate come il colpo di scure di oltre 4 miliardi sui bilanci delle società (dovuti al taglio dei trasferimenti dallo Stato alla Regione, e da questa alle aziende) comportasse addirittura il rischio, per i titolari delle compagnie più piccole, di doversi perfino indebitare per coprire le spese vive di gestione del servizio. «Noi chiediamo che i tagli non penalizzino le piccole e medie aziende che in Abruzzo – dicono in casa Fita – hanno dimostrato di mantenere alti standard qualitativi e bassi costi di gestione, al contrario delle aziende pubbliche. Se a questo si aggiungono i tempi lunghissimi con cui la Regione Abruzzo paga alle imprese le loro spettanze, si capisce quale sia il disagio degli operatori».
Durante l’incontro con D’Alessandro si parlerà anche dell’applicazione dei cosiddetti “costi standard”, che prevedono una determinazione del costo del trasporto in base al materiale rotabile utilizzato, alle dimensioni e ad altri parametri che permetterebbero di ridurre notevolmente gli sprechi e le cattive gestioni che hanno caratterizzato il trasporto pubblico locale. Verrà infine affrontato il tema del pagamento residuo degli acconti forfettari relativi al periodo compreso tra il 2004 e il 2010; ad oggi non è chiaro se il rimanente 20%, che resta ancora da erogare, verrà corrisposto alle aziende creditrici e in che tempi.