Con i compagni di Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzi, la candidata radicale a Garante dei detenuti Rita Bernardini è in visita, in occasione della Settimana Santa, di tutte le carceri abruzzesi.
“Il fatto che ci sia un buon direttore, che gli agenti siano qualificati e disponibili, che ci sia il plenum degli educatori non vuol dire che non ci siano problemi: ce ne sono, perché non tutti i detenuti possono partecipare alle attività educative, o avere risposte dai magistrati di sorveglianza; hanno problemi legati all’affettività e ai rapporti con la famiglia, e soprattutto abbiamo incontrato il disagio sociale che dall’esterno viene scaricato dentro al carcere”, ha commentato ai microfoni di Radio Radicale Rita Bernardini, a margine della visita al carcere di Pescara. “Il vicecomandante ha raccontato che spesso capita qualcuno che viene a consegnarsi qui per poter mangiare o per poter parlare con qualcuno, perché fuori l’isolamento è totale. La chiusura degli OPG non ha risolto il problema della psichiatria e dei trattamenti inumani e degradanti: qui abbiamo visto un reparto psichiatrico dove sono isolati i casi più gravi, che non possono stare insieme agli altri. Con la chiusura degli OPG, la soluzione non è certo mandare le persone in carcere.
Le REMS avrebbero dovuto sostituire queste strutture, ma qui in Abruzzo non ci sono. Giustamente Napolitano parlò, a proposito degli OPG, di orrore: ora ci ritroviamo con i pazienti che vengono mandati in carcere. Bisognerà approfondire questa questione, a partire dall’Abruzzo”, ha dichiarato l’on. Bernardini.
L’ex consigliere regionale di Forza Italia Riccardo Chiavaroli si è così rivolto a Rita Bernardini: “Tu hai portato in questo istituto il saluto vero, singolo, a ciascun detenuto, di Marco Pannella; e il modo in cui lo hanno ricambiato è commovente. Faccio un’altra considerazione: stamattina abbiamo sentito una frase molto bella da parte di un agente, ‘Il reato è fuori, qui ci dev’essere giustizia e umanità’. Occorre il Garante dei detenuti per portare questa realtà all’esterno. Le realtà carcerarie italiane e abruzzesi sono drammatiche. Abbiamo casi positivi come quello di Pescara, ma nascondere i problemi non serve. Ci sono problemi di umanità e giustizia, anche per gli operatori penitenziari. Si apre un dibattito che stiamo trasferendo, quello del bisogno di riformare la giustizia a partire dall’amnistia. Stiamo riscontrando grande attenzione. La richiesta di operatori e medici è l’esigenza del Garante dei detenuti come contraltare istituzionale con cui confrontarsi. E speriamo sia la volta buona”, ha auspicato Chiavaroli.
Con la delegazione radicale, la scrittrice Laura De Berardinis, iscritta ad AGL Abruzzi: “Oggi abbiamo visitato anche il carcere di Chieti: una struttura fatiscente, non adeguata, che poco salvaguarda la dignità dell’uomo. Non posso accettare che ci sia un carcere con un sovraffollamento come quello di Chieti, con la luce che resta accesa anche di notte, con una situazione promiscua tra le cucine e i bagni.
Quello che voglio esaltare di positivo è invece la micro-società che si sviluppa nel carcere: i detenuti tendono, tra di loro, a essere solidali; una solidarietà vera, umana, di cui loro hanno bisogno. Ma manca un Garante per i carcerati: questo contatto più diretto manca, ed è una figura necessaria. Ci sono stati saluti intensi, lacrime di commozione per Marco Pannella. Ciascuno di loro ha riconosciuto il valore di quello che Marco Pannella ha portato avanti. Ho avuto l’impressione di carceri scollate dalla società. C’è bisogno di strutture che possano aiutare questa realtà, che è parte della società, a trovare una strada migliore: la detenzione è un lasso di tempo che non può essere strappato, perché è un pezzo di vita importante che può essere speso anche a sostegno degli altri”.
Il segretario di AGL Abruzzi, Vincenzo Di Nanna, ha commentato: “Abbiamo potuto toccare con mano gli effetti dannosi della mancata attuazione della legge istitutiva del Garante dei detenuti, che fu approvata nel 2011 e i cui primi firmatari sono Chiavaroli e Acerbo, tra i più convinti sostenitori di Rita Bernardini Garante. Ma la Regione si è trovata in ritardo anche rispetto alla legge che prevede l’istituzione delle REMS. Rimane l’istituto dell’OPG come misura di sicurezza: nel Codice Penale non è stato abrogato, e resta comunque anche nella nuova legge che dice di volerli abrogare, prevedendo la possibilità eccezionale che si possa far ricorso a quella misura. Insomma, siamo passati dalla padella alla brace: dall’ospedale-carcere al carcere-ospedale. Quello che abbiamo trovato oggi è proprio il carcere-ospedale: una sezione dedicata ai pazienti psichiatrici, non gestiti in altri luoghi, con le REMS non entrate in funzione. Fin quando non verrà attuata in Abruzzo quella legge, la persona rimarrà in carcere, ancorché abbia espiato la pena. E’ una straordinaria ipocrisia e gli operatori possono fare ben poco. Il legislatore non ha abrogato l’art. 148 del Codice Penale, la norma che ha consentito di mandare in OPG persone affette da patologie come la depressione: il depresso, se lo metti in un Ospedale psichiatrico giudiziario, lo ammazzi. Allo stesso modo, non è stata abrogata la norma che prevede il ricovero ai soli fini di una diagnosi: il magistrato ha ancora la possibilità di mandare persone affette da depressione in OPG ai fini della formulazione di una diagnosi. Quindi è l’immagine di un inferno sulla terra, desolante. La Regione applichi la legge istitutiva del Garante: noi facciamo il tifo per Rita”, ha concluso il segretario di AGL Abruzzi.