“Mentre nella nostra Regione è tornata la psicosi del terremoto, il Ministero dell’Interno ovvero il Dipartimento della Protezione Civile e dei Servizi Antincendio, di concerto con la Direzione Regionale Vigili del Fuoco de l’Aquila, nella totale indifferenza della Giunta Regionale, hanno ben pensato di ridurre sul territorio regionale il personale dei Vigili del Fuoco”.
A denunciarlo è il segretario regionale della Federazione Nazionale della Sicurezza Emidio Di Lorenzo che evidenzia in una nota le enormi difficoltà in cui si trovano quelli che sempre saranno ricordati come gli “angeli del terremoto”.
“Probabilmente” aggiunge Di Lorenzo “qualche ben pensante ha ritenuto necessario ridurre il numero dei Vigili del Fuoco, dimenticando però che, ad esempio, nel terremoto delle Marche un anno dopo, si verificò la scossa più importante. Ovviamente questo non è il nostro auspicio, però non possiamo fare a meno di evidenziare come se da una parte il livello di attenzione da parte degli studiosi è massimo, dall’altra parte il livello di organizzazione delle squadre di soccorso debba subire una taglio di non poca importanza”.
La Fns ricorda, inoltre, le difficoltà registrate questa estate nella firma della convenzione per gli incendi boschivi, “sia per la mancata erogazione delle spettanze dell’anno precedente ai dipendenti del Corpo e sia per la carenza di fondi a disposizione da parte della Regione e dello Stato. Purtroppo o per fortuna, solo grazie a tale convenzione gli organici del personale VVF delle quattro Province Abruzzesi sono riusciti a dare un minimo di contributo alla lotta antincendio. Non dimentichiamo quanto accaduto a Teramo dove gli inquirenti sono ancora alla ricerca del piromane. Ma la nostra sicurezza non può essere solo legata alle esigenze di cassa anche perché il lavoro prestato dai dipendenti dei Vigili del Fuoco non è direttamente correlato, visto che da quasi tre anni non viene rinnovato il contratto, visto che le spettanze dei servizi prestati per la campagna incendi boschivi del 2009 sono state pagati dopo 12 mesi e in seguito alla proclamazione di uno stato di agitazione delle organizzazioni sindacali di categoria, visto che al momento garantiamo la sicurezza con organici ridotti e con stipendi da fame, anche se qualcuno ha ritenuto recentemente di ringraziare questa classe politica per la consueta disponibilità e sensibilità mostrate. Il nostro grido di allarme lo lanciamo perché mentre assistiamo al riattivarsi dell’attività sismica, la politica non riattiva un’adeguata risposta dei soccorsi”.