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Piano sanitario Abruzzo, consiglieri Forza Italia: ‘Politica regionale fatta solo di tagli’

Pescara. “Forza Italia contrasterà in ogni modo possibile l’attuazione del Piano sanitario regionale varato dalla Giunta D’Alfonso applicando pedissequamente il Decreto Renzi-Lorenzin che andrà a distruggere la rete sanitaria ospedaliera della nostra regione, che ha già fatto tanti sacrifici.

Un Piano che determinerà il declassamento o la chiusura completa di nosocomi strategici come Penne, Castel Di Sangro, Popoli, Sulmona, penalizzando in maniera inaccettabile le aree interne. E questo senza dare più servizi ai cittadini che però continueranno a pagare le tasse al massimo”.

Lo hanno detto i consiglieri di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri, Mauro Febbo ed Emilio Iampieri nel corso della conferenza stampa odierna indetta sul tema del Piano sanitario regionale definitivamente ufficializzato.

“Sono mesi che annunciamo che in Abruzzo si sta predisponendo la morìa delle strutture ospedaliere strategiche, la maggioranza ci ha sempre accusato di fare dell’inutile allarmismo, oggi gli atti ufficiali e ufficiosi varati dalla giunta D’Alfonso e tutto il dibattito pubblico aperto dimostrano che sulle aree interne, come Sulmona e Castel di Sangro gli ospedali saranno declassati a semplici ambulatori, senza dimenticare la chiusura totale del punto nascita sempre a Sulmona – hanno spiegato i consiglieri Sospiri, Febbo e Iampieri -.

La provincia di Pescara resterà con un solo ospedale di primo livello, appunto quello di Pescara, mentre Penne e Popoli saranno declassati o semichiusi, e immaginiamo facilmente cosa accadrà al Pronto soccorso del capoluogo adriatico, già oggi oberato, quando si troverà a dover accogliere tutta l’utenza dell’area Vestina, di Atri e di Ortona.

Tutte le aree interne della provincia di Chieti saranno fortemente penalizzate. E che fine hanno fatto le promesse elettorali fatte nella Marsica sul ritorno alla piena operatività degli ospedali di Pescina e Tagliacozzo? Ora, tutto questo avverrà per cosa? Per una riduzione delle tasse? Perché aumenterà la qualità dei servizi? Assolutamente no: le tasse pagate dagli abruzzesi resteranno le stesse, tasse aumentate quando eravamo sul punto di rientro; non avremo ospedali di secondo livello, e su questo abbiamo avuto un richiamo ufficiale dal Governo Renzi; dal commissariamento non si uscirà perché in maggioranza sono dei pasticcioni incapaci e, in compenso, avremo meno servizi, soprattutto per le aree interne, peraltro le più disagiate. Tutto questo è inconcepibile e Forza Italia metterà in campo ogni azione utile per far ravvedere la giunta da tale provvedimento sconsiderato.

In più – hanno aggiunto i tre consiglieri di Forza Italia – siccome nella giunta D’Alfonso sanno fare dei veri disastri, non bastava il dramma della sanità, ma hanno dovuto fare altrettanto sul piano di assistenza sociale: grazie alla nostra battaglia in Consiglio regionale siamo riusciti ad ampliare la copertura finanziaria della Regione sul 100 per cento dei ticket sociosanitari per chi deve effettuare delle prestazioni di riabilitazione. Ebbene, a oggi, su 10milioni 800mila euro di budget stanziato, la Regione Abruzzo ha pagato solo 280mila euro.

E noi ci chiediamo come possa fare una struttura pubblico o privata accreditata a sopravvivere dopo un anno che eroga prestazioni e non viene pagata, non viene rimborsata dalla Regione, come fa quella struttura a pagare gli stipendi, a garantire assistenza, se dopo un anno non le viene pagato il dovuto? È evidente che oggi la maggioranza in Regione sta distruggendo il welfare abruzzese sulla pelle delle fasce più deboli, anziani, diversamente abili, malati di Alzheimer, che sono le prime vittime di questo caos generale.

Questo accade perché nella legge è scritto che la Regione deve coprire il 100 per cento della spesa, ma gli Istituti devono fatturare ai Comuni che però non accettano le fatture perché temono che quelle somme non gli vengano poi restituite dalla Regione e resti sul loro groppone, divenendo debiti fuori bilancio. E questo perché anche i Comuni non si fidano più delle chiacchiere della Regione e, ovviamente, del suo Presidente. A questo punto D’Alfonso farebbe bene almeno a consegnare tutti i poteri al Commissario-Governo nazionale almeno per salvare i livelli essenziali di assistenza”.